Design e Urbanistica di Genere per una Milano più sicura e inclusiva

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Gli studenti di Domus Academy immaginano il capoluogo come città della cura reciproca.Presentati durante la Milano Arch Week i migliori progetti delle studentesse del Master in Urban Vision e Architectural Design per valorizzare l’area della Stazione Centrale di Milano.

La necessità di una città sicura e la possibilità di una fruizione consapevole e protetta degli spazi urbani sono temi sensibili per le comunità, a partire da quella milanese.

Domus Academy, tra le prime scuole di Design post-laurea in Italia, ha indagato questi ambiti nell’ottica dell’urbanistica di genere, all’interno del workshop Space Called Public _ The Caring City.

In occasione della Milano Arch Week, in programma fino a domenica 26 maggio, sono stati quindi presentati i migliori progetti delle studentesse del Master in Urban Vision & Architectural Design, chiamati a immaginare una città più sicura, partendo dall’area della stazione di Milano Centrale.

Il progetto ha visto la collaborazione del Comune di Milano, nella figura di Matteo Motti, Policy Advisor per la rigenerazione urbana, e la guida di Azzurra Muzzonigro, docente project leader di Domus Academy e tra le fondatrici dell’associazione di promozione sociale Sex & The City.

Le studentesse hanno analizzato la situazione attuale della città di Milano e il grado di sicurezza percepita da gruppi di minoranze come donne, comunità LGBTQ+ e persone con disabilità. Studi come il recente “STEP UP – Walkability for Women in Milan” della stessa Sex And The City[1] evidenziano come le donne vivano il tessuto cittadino in modo diverso rispetto agli uomini. Tra i timori più comuni evidenziati dallo studio emerge il rischio legato al muoversi da sole di notte (solo l’8,2% degli uomini dice di sentirsi insicuro di notte, contro il 57% delle donne), evidenziato soprattutto nei pressi o all’interno di una stazione dei treni.

Partendo da questi e altri dati a supporto, le studentesse hanno lavorato, considerando la stazione di Milano Centrale come paradigma di vulnerabilità, implementando quelli che sono i tre fattori significativi per migliorare la sicurezza in città: la presenza di attività commerciali come ristoranti e supermercati aperti anche di notte, il buon livello d’illuminazione pubblica, e una frequenza affidabile dei trasporti pubblici.

I progetti sviluppati dalle studentesse del workshop Caring City raccontano della necessità di immaginare, attraverso politiche di varia natura, la possibilità di una città capace di ospitare un presidio spontaneo eterogeneo, nei vari momenti della giornata, affinché il tema della sicurezza venga affrontato da un punto di vista più esteso: la possibilità di una città della cura reciproca” spiega Azzurra Muzzonigro.

Il lavoro fatto dalle studentesse durante il workshop Space Called Public – The Caring City risponde ad un contesto, quello del nodo di Stazione Centrale, in parziale trasformazione. L’esito dei lavori restituisce il potenziale trasformativo degli spazi pubblici attorno al nodo e dei tunnel dell’intero rilevato ferroviario consolidando così la visione a tendere condivisa dall’Assessorato alla Rigenerazione Urbana del Comune di Milano” commenta Matteo Motti, che per l’occasione ha tenuto una lecture alle studentesse del Master.

 

Entrando nel merito dei progetti, le soluzioni proposte dalle studentesse rivitalizzano alcune specifiche aree, identificate nei dintorni della Stazione Centrale, mediante strategie di ripensamento e di attivazione dello spazio pubblico.

Twentyfourseven”, “Every Week Life”, “5-15-60 Minutes City” sono alcuni dei progetti, che raccontano della necessità di immaginare, attraverso politiche di diversa natura, la possibilità di una città capace di ospitare un presidio spontaneo eterogeneo, nei vari momenti della giornata, affinché il tema della sicurezza venga affrontato da una prospettiva più ampia: la possibilità di una città della cura reciproca.

 

 

 

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