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Mantova premiato in Regione, Vincenzo Talluto: un progetto sostenibile

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“Tutto parte sicuramente dall’idea del nostro direttore sportivo Christian Botturi che ha pensato questo progetto tecnico del Mantova in modo tale da essere il più sostenibile possibile. Quindi con lo scouting pensato in funzione del progetto tecnico e valorizzato con l’inserimento di giocatori del territorio”. Lo ha detto in un’intervista a Lombardia Notizie online il responsabile dell’area scouting del Mantova, Vincenzo Talluto, nell’ambito della premiazione che si è svolta in Consiglio regionale, con il riconoscimento attribuito alle squadre professionistiche lombarde che si sono distinte nella stagione calcistica appena conclusasi.

Mantova, progetto sostenibile e scouting

A proposito della promozione in serie B dei virgiliani, il dirigente del Mantova ha rimarcato che “lo scouting è il nostro fiore all’occhiello ed è quello su cui lavoriamo da due anni e che ci ha permesso di creare sicuramente un’appartenenza diversa e di ottenere un risultato inaspettato e straordinario”.

Serate Estive nei Beni Lombardi: Attività e Eventi

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Aperitivi e picnic al tramonto, musica e cinema sotto le stelle, serate letterarie e piccole lezioni di astronomia.

Un ricco calendario di eventi e visite speciali per vivere i Beni del FAI fino a tarda sera

Proseguono fino a settembre 2024 tornano le Sere FAI d’Estate. Nei Beni del FAI, da Nord a Sud della Penisola, si prolungherà straordinariamente l’orario di apertura per offrire un’esperienza unica: proseguire la visita fino al tramonto per godere della particolare atmosfera delle serate estive con una vasta proposta di iniziative speciali. In calendario oltre 300 eventi, tra cui aperitivi e picnic al calar del sole, concerti e spettacoli sotto le stelle, brevi lezioni di astronomia, incontri culturali al tramonto, trekking e passeggiate guidate all’imbrunire alla scoperta dei territori ricchi di bellezze che circondano i Beni del Fondo per l’Ambiente Italiano.

 

Le Sere FAI d’Estate nei Beni della Lombardia:

Tante le novità e curiosità delle Sere FAI d’Estate che si avvicenderanno nei Beni lombardi, accanto alle amate visite speciali, agli aperitivi e alle degustazioni al tramonto e in notturna. Ad esempio, i giardini di Palazzo Moroni, il più esteso parco privato della Città Alta di Bergamo, ospiteranno la rassegna Pellicole d’autore en plein air con la proiezione di sei film selezionati per la loro qualità, mentre il parco di Villa Panza sarà lo scenario dei concerti Ars Sonora con sonorità contemporanee in dialogo con la collezione d’arte custodita nella dimora varesina. Non mancheranno gli eventi della rassegna ormai cult di “Astronomi per una notte” in diversi Beni FAI, le osservazioni del cielo stellato guidate da esperti e astrofili, per questa edizione in programma a Villa Della Porta Bozzolo a Casalzuigno, a Palazzo Moroni a Bergamo e al Monastero di Torba a Gornate Olona (info e calendario completo su www.serefai.it).

 

VISITE SPECIALI AL TRAMONTO E IN NOTTURNA

Suggestive visite a lume di candela si susseguiranno a partire dal primo fine settimana di luglio a Villa Fogazzaro Roi a Oria di Valsolda (CO), dove saranno proposte letture di brani tratti dalla celebre opera di Antonio Fogazzaro “Piccolo Mondo Antico” e i visitatori potranno sostare nell’Orto di Franco per un picnic.

Proseguono al Monastero di Torba le visite serali al tramonto: sabato 13 luglio è previsto un viaggio variopinto attraverso l’arte, la spiritualità e le credenze per conoscere similitudini e differenze tra l’uomo medievale e quello contemporaneo; mentre il 3 e il 24 agosto si scoprirà il Monastero in un racconto in cui si si intrecciano ricerca scientifica, archeologia, scienza e storia, insieme a credenze popolari della tradizione orale e folklore.

Visite esclusive si svolgeranno anche a Palazzina Appiani Milano, che sarà aperta solo su prenotazione per speciali visite guidate a porte chiuse in cui sarà possibile godere della vista sulla città illuminata dal suggestivo loggiato con affaccio sull’Arena Civica.

A Casa Macchi a Morazzone (VA) venerdì 23 agosto si potrà godere dell’atmosfera della casa e del giardino al tramonto. Dietro le porte, dentro i cassetti: armadi, ante e ribalte si spalancano per rivelare le vicende, i gusti e i riti quotidiani degli abitanti di una dimora borghese tra Otto e Novecento.

 

APERITIVI, PICNIC E DEGUSTAZIONI AL CALAR DEL SOLE

Domenica 14 luglio, 4 agosto e 8 settembre Villa del Balbianello a Tremezzina (CO) aprirà eccezionalmente di sera per aperitivi al tramonto nella Loggia Segrè, mentre da sabato 29 giugno per tutta l’estate il monumentale giardino all’italiana di Villa Della Porta Bozzolo a Casalzuigno (VA) sarà la splendida cornice di suggestivi picnic sotto le stelle, tra scalinate illuminate, terrazze in pietra, statue, fontane e aiuole fiorite. Si potrà inoltre partecipare a speciali visite guidate e degustazioni di prodotti locali. Sabato 27 luglio è attesa una serata esclusiva all’insegna del gusto nella suggestiva Corte d’Onore della Villa, con una cena dedicata ai prodotti del territorio e alle erbe di stagione, capaci di impreziosire ogni piatto. In collaborazione con Slow Food Varese e Ristorante “I Rustici”. Ancora, venerdì 12 luglio Casa Macchi a Morazzone (VA) accoglierà il pubblico oltre il consueto orario di apertura per uno speciale aperitivo tra musica e storie, narrate anche in dialetto, della tradizione popolare varesotta. Seguiranno, venerdì 26 luglio e 9 agosto, gli aperitivi in jazz, in compagnia del “T’n’T Duo-Dyna Jazz” con Tarcisio Olgiati al sax e Nicola Tacchi alla chitarra, durante i quali gustare il famoso “Caramamma”, liquore tipico di Morazzone. E per concludere, venerdì 6 settembre è in programma un aperitivo in vintage dedicato alla moda dei ruggenti Anni Venti: si potranno ascoltare e apprezzare le voci di interpreti come Ines Talamo e Vittorio De Sica grazie a dischi originali suonati da due grammofoni d’epoca e saranno recitati brani letterari e poesie di scrittori in voga al tempo, come Guido Gozzano, Amalia Guglielminetti e Anna Fougez. A Villa Panza, invece, è in programma la rassegna “Sotto un cielo d’estate”, alcune aperture serali, dalle ore 18 alle 23, con possibilità di degustare un aperitivo nel parco, a cura del Ristorante Luce (martedì 16, 23, 30 luglio e 6 agosto).

 

CONCERTI SOTTO LE STELLE

La musica sarà al centro delle Sere FAI d’Estate a Villa Panza a Varese che, in partenariato con il Comune di Varese, proporrà la rassegna “Ars Sonora” (prossimi appuntamenti: sabato 13 e domenica 21 luglio), un ciclo di concerti al tramonto volti all’esplorazione di sonorità contemporanee fortemente legate alla poetica della collezione d’arte creata dal conte Giuseppe Panza a partire dagli anni ’50 e tra le più conosciute al mondo. Nel corso delle serate a Villa Panza, inoltre, sarà visitabile la collezione permanente e la mostra “Nel tempo”, curata da Gabriella Belli, con opere di artisti del calibro di Joseph Kosuth, On Kawara, Hanne Darboven e Walter De Maria.

Domenica 14 e martedì 23 luglio le note jazz della Woody Gipsy Band accompagneranno due serate a bordo piscina a Villa Necchi Campiglio a Milano, durante le quali ci si potrà concedere un aperitivo alla luce soffusa delle candele, tra le grandi magnolie e l’elegante facciata della casa progettata da Piero Portaluppi. Lunedì 2 settembre, infine, la Villa ospiterà l’XI edizione del Festival della Bellezza e per l’occasione interverrà Stefania Auci con “Icone storiche e letterarie nelle saghe familiari”.

 

CINEMA ALL’APERTO

Ancora, l’ortaglia di Palazzo Moroni a Bergamo, una vasta area di campagna nel cuore della Città Alta, ospiterà la rassegna cinematografica sotto le stelle “A piedi nudi nel parco” in collaborazione con FIC-Federazione Italiana Cineforum. Pellicole d’autore en plein air; a partire da sabato 6 luglio fiction, documentari e film d’animazione racconteranno storie di sognatori e romantici che inviteranno a riflettere sul rapporto rimo e natura e in particolare sui temi della sostenibilità ambientale e della salvaguardia del Pianeta. I film selezionati sono: “Il diamante bianco / The White Diamond” di Werner Herzog (Germania, 2004); “L’ultima ape” di Andrea Deaglio, Monica Torasso (Italia, 2023); “La donna elettrica / Woman at War” di Benedikt Erlingsson (Islanda, Francia, Ucraina, 2018); “Captain Fantastic” di Matt Ross (Usa, 2016); “La Principessa Mononoke” di Hayao Miyazaki (Giappone, 1997); “Into the Wild – Nelle terre selvagge” di Sean Penn (Usa, 2007).

Nel corso delle serate, il pubblico avrà inoltre la possibilità di visitare il Bene anche attraverso delle speciali visite guidate al tramonto e concedersi un picnic in ortaglia proposto in collaborazione con l’Enoristorante La Tana (su prenotazione).

 

ASTRONOMI PER UNA NOTTE

Immancabile nel palinsesto delle Sere FAI d’Estate, torna Astronomi per una notte, l’appuntamento dedicato agli astrofili e all’osservazione della volta celeste. Apriranno le porte in notturna con la collaborazione dell’Osservatorio Astronomico G.V. Schiaparelli del Campo dei Fiori di Varese il Monastero di Torba a Gornate Olonanelle serate di venerdì 19, sabato 20 luglio – e Villa Della Porta Bozzolo a Casalzuignosabato 10, domenica 11 agosto e venerdì 13 settembre. A Bergamo, l’appuntamento è a Palazzo Moroni sabato 10, 31 agosto e 7 settembre, per un’osservazione guidata a cura di Gianni Locatelli e Luciano Pezzotti.

 

Calendario completo e informazioni dettagliate su www.serefai.it

 

Grazie a Rai, Main Media Partner dell’iniziativa, che anche in questa edizione racconterà al pubblico il ricco e variegato palinsesto di Sere FAI d’Estate nei Beni FAI.

Il calendario “Eventi nei Beni del FAI 2024” è reso possibile grazie al fondamentale sostegno di Ferrarelle, partner degli eventi istituzionali e acqua ufficiale del FAI e al contributo di Pirelli, accanto al FAI dal 2006, che rinnova per il dodicesimo anno la sua storica vicinanza all’iniziativa e di Delicius che conferma per il quarto anno il suo sostegno al progetto. Grazie anche a Prosciutto di Parma, per il primo anno sponsor delle Sere FAI d’Estate e presente in una selezione di Beni con il suo prodotto.

Goletta dei Laghi in Lombardia sul lago di Lugano Presentati in conferenza stampa i dati delle analisi microbiologiche delle acque lacustri

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Tre punti su quattro risultati entro i limiti di legge,  un solo punto fortemente inquinato sulla sponda varesina del bacino  Dati parzialmente positivi, miglioramento probabilmente dovuto all’avanzamento dei lavori sulle infrastrutture di raccolta e depurazione dei reflui Legambiente: “Dati 2024 in parte entro i limiti di legge, ma andamento altalenante  negli anni: continueremo a tenere sotto osservazione i punti critici del lago di Lugano”

Dati parzialmente positivi per il lago di Lugano (Ceresio) e la qualità delle sue acque. Tre punti su quattro monitorati da Goletta dei Laghi di Legambiente – la foce del fiume Telo di Osteno sulla sponda comasca e le foci del Rio Bolletta e del fiume Rezzo sul versante varesino – sono risultati entro i limiti di legge. Un miglioramento che, secondo l’associazione ambientalista, potrebbe essere dovuto all’avanzamento dei lavori sulle infrastrutture di raccolta e depurazione dei reflui. L’unico punto campionato a essere fortemente inquinato, quindi con concentrazioni di escherichia coli ed enterococchi intestinali oltre il doppio consentito dalla legge, è la foce del Torrente Vallone nella provincia di Varese.

 

Confrontando poi i dati con i monitoraggi passati, l’unico punto che nel 2024 conferma una tendenza positiva in linea con il 2023 è la foce del fiume Rezzo, analizzato per la prima volta da Goletta proprio lo scorso anno. Andamento invece altalenante per i punti storici campionati. In miglioramento nel 2024 la foce del fiume Telo di Osteno che nel 2023 era risultata inquinata e nel 2022 fortemente inquinata; e la foce del rio Bolletta, campionata dal 2010, che dopo aver mostrato sempre forti criticità, nel 2024 e nel 2023 è risultata nei limiti di legge. Peggiora la foce del torrente Vallone, che dopo il biennio positivo 2022-2023 segnato da valori a norma per la prima volta dal 2013 (anno che segna l’inizio dei monitoraggi di Goletta dei Laghi nel punto), quest’anno ha registrato un peggioramento passando a “fortemente inquinato”.

 

I dati sono stati presentati oggi in conferenza stampa, dove a fare il punto sulle analisi microbiologiche delle acque del Lago di Lugano è stato oggi il portavoce della Goletta dei Laghi di Legambiente, Emilio Bianco, intervenuto nella conferenza stampa organizzata a Porto Ceresio (VA) insieme a Barbara Meggetto – presidente Legambiente Lombardia. Tra i partecipanti anche Sergio Franzosi – presidente Circolo Legambiente Valceresio, Marco Prestifilippo – sindaco di Porto Ceresio (VA), Massimo Mastromarino – sindaco di Lavena Ponte Tresa (VA) e Paolo Sartorio, presidente Comunità Montana del Piambello.

 

Quella di oggi è la terza tappa in Lombardia per Goletta dei Laghi, la storica campagna di Legambiente che monitora lo stato di salute dei principali bacini lacustri della Penisola, portando in primo piano anche il tema del turismo sostenibile e delle buone pratiche. Dopo aver passato al vaglio il lago di Garda, l’Iseo e il lago di Lugano, la campagna di Legambiente proseguirà il suo viaggio itinerante lunedì 8 luglio a Bellano (LC) per il lago Lario (Como) e chiuderà il giro lombardo martedì 9 luglio a Laveno-Mombello (VA) dove il protagonista sarà il Lago Maggiore.

 

“L’oscillazione dei risultati nei punti di campionamento storici nel lago di Lugano ci indica che il bacino non è esente da criticità – dichiara Emilio Bianco, portavoce di Goletta dei Laghi di Legambiente – Quest’anno i dati del monitoraggio hanno evidenziato alla foce del torrente Vallone dei livelli di batteri fecali di molto superiori ai limiti previsti dalla normativa. Lo stesso punto è tornato fortemente inquinato dopo due anni di risultati positivi e, anche se la causa potrebbero essere le intense piogge degli ultimi mesi, sarà fondamentale continuare a tenere sotto osservazione i punti critici di questo importante lago prealpino condiviso da Italia e Svizzera”.

 

“Dopo aver denunciato per anni una situazione che non faceva onore alla sponda italiana del Lugano – dichiara Barbara Meggetto, presidente Legambiente Lombardia – abbiamo assistito a un cambiamento importante nella qualità delle acque grazie all’impegno delle istituzioni, soprattutto per quanto riguarda la manutenzione degli sfioratori di piena. La grande variabilità climatica a cui andiamo incontro, dove ad anni di siccità seguono stagioni molto piovose come questa, non permette comunque di stare tranquilli. La strada per il buono stato delle acque del lago è ancora lunga e necessariamente deve tener conto della crisi climatica”.

 

Il dettaglio delle analisi microbiologiche effettuato sulle acque del Lago di Lugano.

Il 19 giugno le volontarie e i volontari di Legambiente hanno campionato quattro punti nel lago di Lugano (Ceresio) per l’analisi degli inquinanti microbiologici di origine fecale. Nello specifico si tratta di foci di fiumi e canali: la foce del fiume Telo di Osteno a Claino con Osteno e la foce del fiume Rezzo a Porlezza in provincia di Como, mentre per la sponda varesina del lago, sotto osservazione sono state le foci del torrente Vallone e del rio Bolletta a Porto Ceresio. La foce del torrente Vallone è risultata quest’anno fortemente inquinata: un riscontro negativo dopo il biennio 2022-2023, quando invece il sito aveva mostrato valori a per la prima volta dal 2013, ossia l’anno che segna l’inizio dei monitoraggi di Goletta dei Laghi nel punto. Le altre tre foci sono risultate nei limiti di legge. Un miglioramento per la foce del fiume Telo di Osteno, risultata inquinata nel 2023 e fortemente inquinata nel 2022. La foce del rio Bolletta, sotto la lente d’ingrandimento dal 2010, è sempre stata caratterizzata da forti criticità, fino allo scorso anno, quando è invece risultata nei limiti di legge. Infine, la foce del fiume Rezzo, un punto di campionamento che Goletta dei Laghi ha introdotto lo scorso anno nei suoi monitoraggi, ha confermato valori a norma. Per quanto riguarda la segnaletica relativa al divieto di balneazione, i volontari e le volontarie di Legambiente non ne hanno notato la presenza in nessun punto.

 

Focus depurazione. Quest’anno ricorrono i trent’anni della Legge Galli che, nel 1994, rivoluzionò l’organizzazione del servizio idrico integrato, prevendendo una gestione unitaria e integrata per l’insieme dei servizi di captazione, adduzione e distribuzione di acqua ad usi civili, di fognatura e depurazione delle acque reflue. È proprio quest’ultima la parte del ciclo su cui si concentrano le campagne di Goletta Verde e Goletta dei Laghi. La depurazione resta uno dei tasti dolenti nel nostro Paese, con 910 agglomerati per i quali sono state rilevate situazioni di non conformità ai requisiti della Direttiva sulle acque reflue (91/271/CE). Secondo gli ultimi dati disponibili del MASE (dicembre 2023) in Lombardia ci sono ancora 127 agglomerati in procedura di infrazione, secondo la valutazione di conformità espressa dalla Commissione Europea.

 

Il monitoraggio scientifico. I prelievi di Goletta dei laghi vengono eseguiti da tecnici, volontari e volontarie di Legambiente. I campioni per le analisi microbiologiche sono prelevati in barattoli sterili e conservati in frigorifero, fino al momento dell’analisi, che avviene lo stesso giorno di campionamento o comunque entro le 24 ore dal prelievo. I parametri indagati sono microbiologici (enterococchi intestinali, escherichia coli).

LEGENDA

Facendo riferimento ai valori limite previsti dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010) i giudizi si esprimono sulla base dello schema seguente:

INQUINATO: Enterococchi Intestinali > 500 UFC/100ml e/o Escherichia Coli > 1000 UFC/100ml

FORTEMENTE INQUINATO: Enterococchi Intestinali > 1000 UFC/100ml e/o

Escherichia Coli >2000UFC/100ml

 

È bene ricordare che il monitoraggio di Legambiente non vuole sostituirsi ai controlli ufficiali, ma punta a scovare le criticità ancora presenti nei sistemi depurativi per porre rimedio all’inquinamento dei laghi, prendendo prevalentemente in considerazione i punti scelti in base al “maggior rischio” presunto di inquinamento, individuati dalle segnalazioni dei circoli di Legambiente e degli stessi cittadini attraverso il servizio SOS Goletta. Foci di fiumi e torrenti, scarichi e piccoli canali che spesso troviamo lungo le sponde dei nostri laghi, rappresentano i veicoli principali di contaminazione batterica dovuta alla insufficiente depurazione dei reflui urbani o agli scarichi illegali che, attraverso i corsi d’acqua, arrivano nei bacini lacustri. I parametri indagati sono microbiologici (Enterococchi intestinali, Escherichia coli) e vengono considerati come “inquinati” i campioni in cui almeno uno dei due parametri supera il valore limite previsto dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo2010) e “fortemente inquinati” quelli in cui i limiti vengono superati per più del doppio del valore normativo.

 

Giunta alla diciannovesima edizione, Goletta dei Laghi è la campagna di Legambiente che monitora lo stato di salute dei bacini lacustri italiani, ne denuncia le criticità e promuove esempi virtuosi di gestione e sostenibilità. Goletta dei Laghi è realizzata con la partnership principale di CONOU, Novamont e la media partnership de La Nuova Ecologia.

Biologico: Anabio-Cia, intervenire su fisco e burocrazia per rilanciare settore

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Procedure di certificazione più snelle, campagne informative e di comunicazione per incentivare i consumi, meno burocrazia nella fase di conversione al biologico e in quella di mantenimento, sgravi fiscali per i produttori del bio, uniformità in Europa riguardo a produzione, commercializzazione e controlli nel comparto e maggiori sostegni a ricerca, innovazione e formazione per il settore. Sono questi i sei pilastri su cui costruire il futuro dell’agricoltura biologica oggetto del memorandum messo a punto da Anabio, l’associazione di Cia-Agricoltori Italiani per la promozione del settore, che oggi è tornata a parlarne in Assemblea nazionale, a Roma, ribadendo le priorità per rilanciare le produzioni bio nazionali.

In Italia, infatti, il settore continua a crescere in termini di superfici e operatori del bio: sono 2,4 milioni gli ettari coltivati (+ 7,5%) con un’incidenza media sulla Sau totale prossima al 19% (quasi un campo su cinque) e ben oltre quota 92 mila gli addetti, 83 mila le aziende, quasi il 10% in più rispetto a quattro anni fa. Eppure, il peso del bio nella Gdo è fermo al 3% per un giro d’affari sui 2,1 miliardi di euro.

“Dobbiamo fare di più e tutelare il podio europeo del biologico Made in Italy anche sul fronte dei consumi -ha detto il presidente nazionale di Anabio-Cia, Giuseppe De Noia-. La crescita del mercato interno deve superare e consolidare la doppia cifra (+9% nel 2023). Per questo bisogna accelerare con il Piano d’azione nazionale per il bio e fare la differenza, soprattutto con iniziative concrete e mirate che diffondano in modo più organico e capillare, corrette informazioni sul valore delle produzioni biologiche”.

Il tema della contrazione dei consumi è, dunque, per Anabio-Cia il nodo al pettine del settore, rischio e opportunità da affrontare subito attraverso strumenti che agevolino l’aggregazione della domanda, anche tramite i contratti di rete, i distretti bio, le intese di filiera e le Organizzazioni interprofessionali.

Da parte di Anabio-Cia massimo impegno a collaborare per portare a casa questi obiettivi. Esemplare la campagna attivata con IBMA Italia, ormai quasi cinque anni fa, per la diffusione del biocontrollo e la difesa fitosanitaria delle colture. Promozione della conoscenza scientifica, sperimentazione e divulgazione sono fondamentali per un nuovo protagonismo delle imprese vocate al bio, così come altrettanto strategico è il progetto avviato da Anabio-Cia, e finanziato dal Masaf, sul connubio tra tradizione e innovazione nel settore, che ha già portato seminari formativi in 10 regioni d’Italia coinvolgendo più di 70 operatori biologici. Punta a raggiungere le 100 unità entro l’anno, implementando servizi di consulenza e aggiornamento tecnico specialistico. La promozione, il tassello chiave che fa spazio all’eccellenza delle produzioni bio nelle più importanti partecipazioni fieristiche di Cia, dal Vinitaly al Macfrut.

“Per il biologico è ancora più evidente la rilevanza di un patto produttori-consumatori e il ruolo delle istituzioni nell’agevolare un comparto che è espressione distintiva di sostenibilità -ha concluso il presidente De Noia. Va creato un canale di tutela per l’agricoltura bio, che sostenga il reddito delle imprese agricole del comparto, anche segnate dai cambiamenti climatici, e favorisca gli acquisti, anteponendo la qualità alla variabile prezzo”.

Apre la prima SoLongevity Clinic

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SoLongevity è un’azienda pionieristica nel campo dello studio dei meccanismi alla base della longevità e delle strategie per promuoverla. Recentemente, ha aperto la sua prima clinica a Milano, un avvenimento significativo nell’ambito della medicina della longevità. La clinica ha introdotto protocolli innovativi di ringiovanimento fisiologico con l’obiettivo di determinare l’età biologica dei pazienti e suggerire interventi personalizzati per mantenere e migliorare la salute nel tempo. I programmi medici offerti dalla clinica sono il frutto del lavoro del Comitato Scientifico di SoLongevity. Questo team di esperti ha sviluppato tali protocolli seguendo i principi della Medicina di Precisione, un approccio che mira a contrastare gli squilibri dell’invecchiamento e a potenziare le capacità naturali di rigenerazione dell’organismo. SoLongevity si distingue come una delle realtà più avanzate nel campo della Longevity Medicine, specializzandosi nello studio dell’invecchiamento e sviluppando nuovi approcci diagnostici, protocolli di ringiovanimento fisiologico e formulazioni nutraceutiche all’avanguardia. Situata in via Petrella 6, Milano, la SoLongevity Clinic offre una gamma di programmi, tra cui il check-up Age360° Program e il BioClock SoLongevity. Questi programmi sono progettati per determinare l’età biologica dei pazienti e pianificare strategie di salute personalizzate. Il programma Age360° rappresenta una soluzione integrata che sfrutta le più recenti conoscenze scientifiche sulla longevità per favorire un ringiovanimento fisiologico significativo. L’obiettivo è promuovere e stimolare i meccanismi naturali di regolazione del nostro organismo. Questo programma si articola in due fasi principali: una diagnostica e una terapeutica. La fase diagnostica trova la sua massima espressione nell’Age360° Lab, un check-up che comprende una serie di moduli avanzati per una valutazione precisa delle performance fisiologiche di ciascun individuo. I risultati ottenuti possono suggerire l’attivazione di ulteriori moduli diagnostici specialistici o la definizione di un piano terapeutico mirato per correggere gli squilibri rilevati e raggiungere gli obiettivi di salute stabiliti. A partire dall’autunno del 2024, questa fase diagnostica sarà ulteriormente arricchita con una valutazione dettagliata del processo di invecchiamento biologico e delle diverse componenti che lo influenzano. SoLongevity non si limita a suggerire interventi terapeutici per il ringiovanimento, ma punta anche a una comprensione approfondita dei processi biologici che regolano l’invecchiamento. Grazie ai suoi protocolli avanzati, la clinica rappresenta un punto di riferimento per chi desidera intraprendere un percorso di salute su misura, basato su una precisa definizione della propria età biologica e su interventi mirati a migliorare il benessere generale.

FORUM 2024 LIBERTÀ DI MOVIMENTO: UN VALORE PER LA NUOVA EUROPA TECNOLOGIE E DATI PER ALLINEARE OBIETTIVI AMBIENTALI, INDUSTRIALI E SOCIALI

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STUDIO DEL POLITECNICO DI MILANO – La via verso le “emissioni zero” passa dal paradigma della neutralità tecnologica: fissato un “budget” annuo di emissioni per ogni vettura circolante, ciascun automobilista diventa consapevole e responsabile del proprio impatto ambientale. Le Green Box possono diventare utili strumenti per una gestione sostenibile della transizione ecologica.

STUDIO DEL MIT SENSEABLE CITY LAB – Per la prima volta un’analisi puntuale sulla variazione dei tempi di percorrenza e delle emissioni di inquinanti e gas serra in vari scenari di riduzione dei limiti di velocità a 30 km/h: tempi di viaggio pressoché immutati e non migliora l’inquinamento.

Dopo aver calcolato l’E-Private Mobility Index – ossia la percentuale di veicoli tradizionali (a motore endotermico) che può essere effettivamente sostituita da veicoli elettrici – nelle province di Roma, Brescia e Bari – il Politecnico di Milano, basandosi su dati anonimi provenienti dai dispositivi telematici UnipolTech[1]  ha determinato che a Milano la percentuale di auto compatibili col passaggio al full electric è pari al 40%.

Percentuale che si riduce a circa il 20% aggiungendo la condizione di breakeven economico ovvero, la convenienza dell’investimento per il passaggio all’auto elettrica tenendo conto che in Italia 8 anni è la durata media di proprietà di un’auto privata.

È quindi facile prevedere che anche a Milano nel futuro il parco auto rimarrà ancora in gran parte termico.

 

Partendo quindi dall’assunto che il parco auto rimarrà ancora composto da veicoli tradizionali il PoliMi – prendendo come riferimento i Km concessi con il Move-In della Regione Lombardia[2]– ha trasformato il tetto chilometrico definito per ogni categoria di auto Euro 4, Euro 5 ed Euro 6 pre e post 2017 sia diesel che benzina – in un equivalente “budget” di emissioni di CO2 ed NOx.

 

Assumendo, ad esempio, come budget annuo di emissione cumulata di NOx (ossidi di azoto) il valore di 2250g (ottenuto trasformando gli attuali limiti chilometrici utilizzati dal “Move-in” in Lombardia in emissioni di NOx), vi sono vetture di classe EURO4 diesel che raggiungono questo limite dopo soli 1.300km percorsi, mentre altre – sempre della stessa classe EURO4 diesel – che raggiungono questo budget dopo quasi il doppio del chilometraggio: 2.300km.

 

Restringendo il confronto tra due auto identiche per alimentazione, marca e modello si dimostra che a fronte di uno stesso budget di emissioni di 2.700Kg di CO2 una vettura consuma il budget con 15.900km e l’altra vettura con 18.300 km. La differenza è data solamente dal diverso stile di guida.

 

Se, alle stesse autovetture, applichiamo un budget di emissioni molto più ristretto, pari a 400Kg, i km percorsi variano da 2.300 a 2.00 km.

 

Il risultato essenziale che si deduce da questa analisi è che facendo uso di dispositivi telematici ed algoritmi in grado di stimare le effettive emissioni cumulate di un veicolo, è possibile implementare una politica di misurazione delle emissioni con neutralità tecnologica: fissato il budget annuo di emissioni per ogni vettura circolante si può lasciare completa libertà al cittadino di scegliere la propria soluzione comportamentale e tecnologica.

 

I risultati di questa ricerca sono stati presentati oggi presso la Triennale di Milano durante il terzo forum di The Urban Mobility Council, il Think Tank della mobilità, promosso dal Gruppo Unipol in collaborazione con  l’Ufficio in Italia del Parlamento europeo,  con l’Alto Patrocinio del Parlamento europeo, con il Patrocinio della Rappresentanza in Italia della Commissione europea, di AGID – Agenzia per l’Italia Digitale, del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica,  della Regione Lombardia, dell’ANCI. Il Think Tank nasce per promuovere una piattaforma permanente di discussione, di condivisione di idee, ricerche e case studies tra stakeholders istituzionali, università e aziende impegnate ogni giorno per costruire la mobilità sostenibile del futuro: connessa, autonoma, integrata e green.

 

Sergio Savaresi, Direttore Dipartimento Elettronica, Informazione e Bioingegneria, Politecnico di Milano e Membro del Comitato di Indirizzo The Urban Mobility Council, ha dichiarato: “Lo studio mostra come sia possibile stimare le emissioni di sostanze inquinanti e di CO2 attraverso box telematiche installate a bordo veicolo. Questa potenzialità tecnica potrebbe aprire le porte ad un radicale cambio di paradigma nelle restrizioni all’uso delle automobili: non più strette limitazioni sulla classe EURO, ma l’assegnazione di un budget annuo di emissioni che ogni cittadino può utilizzare attraverso un mix di tecnologia della vettura, intensità di utilizzo (km/anno), e stile di guida. E’ un nuovo approccio che può garantire neutralità tecnologica, inclusività, e responsabilizzazione del cittadino nel percorso verso una mobilità sostenibile.”

 

 

Successivamente Carlo Ratti Direttore MIT Senseable City Lab e Membro del Comitato di Indirizzo The Urban Mobility Council – ha presentato una ricerca del MIT Senseable City Lab, in collaborazione con UnipolTech che ha l’obiettivo di stimare l’impatto della riduzione dei limiti di velocità a 30 km/h in termini di tempi di viaggio e le emissioni di inquinanti e gas serra all’interno delle aree urbane. La metodologia di questo studio – che costituisce una assoluta novità – può essere adottata dai Comuni per meglio predire le conseguenze delle scelte di viabilità.

Le città che hanno applicato la riduzione dei limiti di velocità urbani a 30 km/h lo hanno fatto con l’obiettivo di rendere le città più vivibili, sicure e meno rumorose. Tuttavia, fino ad oggi gli studi scientifici a supporto di tali affermazioni sono scarsi e non hanno avuto a disposizione grandi quantità di dati. Questo studio – con focus sul Comune di Milano – per la prima volta simula in modo sistematico ed oggettivo la variazione dei tempi di percorrenza, e delle emissioni di inquinanti e gas serra, in vari scenari di riduzione dei limiti di velocità urbani.

I risultati principali della ricerca sono i seguenti.

 

Tempi di Viaggio: La riduzione del limite di velocità nei vari scenari ha mostrato un lieve aumento dei tempi di percorrenza, con un incremento del tempo di viaggio “medio” che va da 2 secondi (in uno scenario di riduzione dei limiti in tutte le strade della zona più centrale del comune di Milano) al massimo di 89 secondi (nello scenario di riduzione dei limiti a tutte le strade non primarie sull’intero territorio cittadino). Tuttavia, l’impatto varia significativamente a seconda della zona e del tipo di strada, con aumenti più marcati durante le ore di punta.

 

Emissioni di Inquinanti: in generale la riduzione della velocità a 30 km/h porta a un aumento delle emissioni di monossido di carbonio (CO), anidride carbonica (CO2), ossidi di azoto (NOx) e particolato (PM), soprattutto nelle ore più trafficate del giorno. Questo aumento è attribuibile principalmente ai parametri di progettazione dei motori termici, che sono progettati per avere la migliore efficienza di consumo intorno ai 70-80 km/h. Nel caso di applicazione del limite di velocità a 30km/h nell’intero territorio del Comune di Milano, le emissioni di CO2 sono previste aumentare del 1.5%, mentre quelle di PM – particolarmente nocivi per la salute umana – del 2.7%.

 

In futuro l’analisi sarà estesa anche agli impatti sulla sicurezza stradale esaminando i dati relativi ad eventi di frenata/accelerazione improvvisa (“harsh events”) associati ad un maggior rischio di incidenti. Gli “harsh events” saranno messi in relazione con i “profili di velocità” di ogni singola strada, al fine di quantificare se e quanto una riduzione delle velocità si traduca in un incremento della sicurezza stradale.

 

Carlo Ratti ha dichiarato:” I risultati presentati al The Urban Mobility Council sono i primi di una ricerca che estenderà il suo raggio d’azione per aiutare sempre di più le amministrazioni a prendere decisioni migliori per la gestione della mobilità urbana. Grazie ai dati che ci forniscono i sistemi di trasporto, tra cui le applicazioni telematiche di Unipol, capiremo come e fino a che punto la riduzione dei limiti di velocità nelle nostre città potrà accelerare il progresso verso città più sane, sicure e vivibili.”

 

 

Al forum sono intervenuti, insieme a Carlo Cimbri, Presidente Unipol: Paola Carrea, Direttore Generale UnipolTech; Carlo Corazza, Direttore Ufficio in Italia del Parlamento europeo; Carlo Fidanza, Gruppo dei Conservatori e Riformisti europei (ECR); Attilio Fontana,  Presidente Regione Lombardia; Federico Fubini, Vicedirettore Corriere della Sera; Stefano Genovese, Head of Institutional & Public Affairs Gruppo Unipol e Coordinatore Think Tank “The Urban Mobility Council”; Roberto Gualtieri, Sindaco di Roma; Raffaella Lucarno, Head of Biorefining & Supply Enilive; Andrea Malaguti, Direttore La Stampa; Carlo Ratti, Direttore MIT Senseable City Lab e Membro del Comitato di Indirizzo The Urban Mobility Council; Giuseppe Sala,  Sindaco di Milano; Alessandro Sallusti, Direttore Il Giornale; Sergio Savaresi, Direttore Dipartimento Elettronica, Informazione e Bioingegneria, Politecnico di Milano e Membro del Comitato di Indirizzo The Urban Mobility Council; Benedetta Scuderi, Gruppo dei Verdi/Alleanza libera europea; Pierpaolo Settembri, Head of Unit for Coordination and Planning, DG Move e Membro del Comitato di Indirizzo The Urban Mobility Council; Lavinia Spingardi, giornalista Sky Tg24.

 

[1] UnipolTech è la società del Gruppo Unipol che offre ai clienti UnipolSai soluzioni e servizi innovativi, per soddisfare le loro esigenze attraverso l’uso delle ultime novità tecnologiche. Sviluppa dispositivi telematici per garantire sicurezza e assistenza immediata: in viaggio, a casa o a lavoro. UnipolTech è leader in Italia e in Europa per la telematica in auto, con più di 4,2 milioni di scatole nere installate.

[2] MoVe-In è un’iniziativa dedicata ai veicoli inquinanti soggetti a limitazioni, lanciata dalla Regione Lombardia nel 2019 e a cui successivamente hanno aderito anche Piemonte, Emilia-Romagna e Veneto, che consiste in una deroga chilometrica monitorata attraverso black-box.

 

Comuni Rifiuti Free: 698 Esempi di Virtuosità Italiana

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In Italia, il tema della gestione dei rifiuti urbani sta assumendo sempre più importanza, e i recenti dati confermano questa tendenza. In particolare, il Nord Italia continua a distinguersi per l’efficienza nella raccolta differenziata e nella gestione dei rifiuti, con il Veneto che emerge come regione leader. Tuttavia, è importante sottolineare che anche il Sud sta facendo significativi progressi, registrando una crescita costante e significativa. Secondo il dossier “Comuni Ricicloni”, presentato durante l’Ecoforum organizzato da Legambiente, Nuova Ecologia e Kyoto Club, sempre più comuni italiani sono considerati “Rifiuti free”. Questo traguardo si raggiunge quando un comune riesce a ridurre la produzione pro capite di rifiuti indifferenziati avviati a smaltimento al di sotto dei 75 kg per abitante all’anno. Il rapporto del 2023, svelato a Roma il 4 luglio e trasmesso anche in diretta streaming, dimostra un aumento significativo di comuni virtuosi rispetto all’anno precedente. In dettaglio, nel 2023, i comuni virtuosi sono saliti a 698, registrando un incremento dell’11% rispetto al 2022. Questo significa che sempre più città adottano pratiche efficaci nella gestione dei rifiuti, coinvolgendo ora 4.058.542 cittadini, ovvero il 6,9% della popolazione italiana, rispetto al 6% dell’anno precedente. Il Nord Italia, con i suoi 434 comuni virtuosi, si conferma in testa nella gestione dei rifiuti, ma è la crescita del Sud a destare particolare interesse, con 231 comuni virtuosi, un aumento del 23,8% rispetto all’anno passato. Al confronto, il Centro Italia rimane stabile, con 33 comuni riconosciuti virtuosi, solo tre in più rispetto all’anno precedente. Un’analisi più dettagliata mostra che i comuni sotto i 5.000 abitanti sono quelli che ottengono i migliori risultati nella gestione dei rifiuti, rappresentando ben 450 dei comuni virtuosi totali. Seguono 196 comuni con una popolazione tra 5.000 e 15.000 abitanti e 48 comuni oltre i 15.000 abitanti, inclusi alcuni capoluoghi di provincia. In particolare, i comuni del Nord-Est, come Treviso, Belluno, Trento e Pordenone, si distinguono per le loro eccellenti pratiche di gestione dei rifiuti. Il Veneto, a livello regionale, continua a primeggiare, confermandosi regione guida nella gestione efficiente dei rifiuti. Questo successo è attribuibile a politiche efficaci, a un’organizzazione ben strutturata e a una forte sensibilizzazione della popolazione. L’impegno collettivo e la cooperazione tra amministrazioni locali, cittadini e imprese risultano essere fondamentali per raggiungere questi traguardi. In sintesi, l’Italia sta compiendo notevoli progressi nella gestione dei rifiuti urbani, con sempre più comuni che adottano soluzioni sostenibili e innovative. Il dossier “Comuni Ricicloni” offre una chiara fotografia di questo impegno, evidenziando le best practices e incoraggiando altre città a seguirne l’esempio. Il percorso è ancora lungo, ma i segnali sono positivi e indicano un futuro sempre più attento alla sostenibilità e all’ambiente.

Dott pubblica il suo Rapporto di Sostenibilità 2023: emissioni di CO2 ridotte del 20% e rigenerazione di 18.000 veicoli

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Dott, leader nel settore della micromobilità urbana in sharing, annuncia oggi la pubblicazione del suo terzo Rapporto Annuale di Sostenibilità, che dimostra i progressi portati avanti nella trasformazione della mobilità urbana nelle città, nella riduzione dell’impatto ambientale e nella creazione di un team diversificato e inclusivo.

Due anni fa, Dott ha pubblicato il suo primo Rapporto, il primo nel settore ad essere conforme agli standard del Global Reporting Initiative (GRI). Oggi, la terza edizione copre i progressi compiuti nel 2023 e dimostra il continuo impegno dell’azienda verso la trasparenza, con più informazioni che mai.

I principali risultati del 2023 includono:
Oltre 80 milioni di km percorsi con le nostre e-bike e i nostri monopattini elettrici: stiamo favorendo un maggiore utilizzo di mezzi di trasporto a basse emissioni di carbonio, rendendoli più accessibili per i residenti delle periferie e le comunità meno servite.

Maggiore durata della vita dei veicoli, -49% di rifiuti prodotti e -20% di CO2 emessa:
 abbiamo perseguito incessantemente la circolarità, rigenerando 18.000 veicoli e 10.000 componenti presso le nostre strutture dedicate.

+14 punti percentuali di donne in ruoli dirigenziali e 2 nuovi ERG – Employee Resource Group, gruppi volontari di dipendenti:
 abbiamo investito nell’inclusione di genere, compiendo passi avanti nel nostro impegno nell’essere una società equa, diversificata e inclusiva.

Sebbene il 2023 sia stato un anno fondamentale, stiamo già guardando al futuro. Ora, come TIER-Dott nel 2024, abbiamo le dimensioni e l’esperienza congiunta per creare un cambiamento ancora più grande e duraturo nelle nostre città, mantenendo al contempo il nostro approccio responsabile.

“Innovazione e Sfide nel Settore Oil & Gas: Un’Analisi dei Costi di Manutenzione nel 2024”

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Negli ultimi anni, l’industria del petrolio e del gas ha vissuto una serie di cambiamenti significativi, con un’attenzione sempre maggiore ai costi di manutenzione delle infrastrutture. Tra il 2021 e il 2023, i costi operativi legati alla manutenzione delle strutture petrolifere e gasiere hanno visto un incremento del 15%, una tendenza che sembra destinata a persistere anche nel 2024. Questo aumento è dovuto principalmente all’incremento dei prezzi delle materie prime necessarie per le operazioni di manutenzione e alla necessità di adottare tecnologie avanzate per migliorare l’efficienza e la sicurezza delle operazioni. Inoltre, la pandemia di COVID-19 ha complicato ulteriormente la situazione, creando disfunzioni nelle catene di approvvigionamento e aumentando i costi logistici. Per affrontare queste sfide, nel 2024 le aziende del settore petrolifero e del gas stanno adottando nuove tecnologie, come l’intelligenza artificiale e il machine learning, per prevedere e prevenire guasti, ottimizzando i tempi di intervento. Questi sistemi di manutenzione predittiva permettono di monitorare in tempo reale le condizioni degli impianti, riducendo così il rischio di costose interruzioni operative. La digitalizzazione e l’automazione stanno diventando componenti essenziali per migliorare l’efficienza operativa e contenere i costi. Sebbene gli investimenti iniziali in queste tecnologie possano essere elevati, rappresentano una strategia a lungo termine per garantire sostenibilità e competitività. Nel 2024, si stima che l’adozione di queste tecnologie possa ridurre i costi di manutenzione fino al 20%, comportando notevoli risparmi e migliorando la resilienza complessiva delle operazioni. Un altro fattore che ha avuto un impatto significativo sul mercato globale del petrolio e del gas nel 2024 è la guerra in Ucraina. Questo conflitto ha avuto conseguenze devastanti, restringendo drasticamente le esportazioni di gas dalla Russia verso l’Europa e costringendo molti paesi a cercare alternative per il loro approvvigionamento energetico. Nel 2022, a causa di queste restrizioni, i prezzi del gas naturale hanno raggiunto livelli record, con un incremento del 30% rispetto all’anno precedente. Questa situazione ha sollevato preoccupazioni sulla sicurezza energetica e ha portato a un’ulteriore diversificazione delle fonti di energia. In definitiva, l’industria del petrolio e del gas si trova di fronte a un periodo di grandi sfide ma anche di opportunità. L’aumento dei costi di manutenzione e le complicazioni logistiche legate alla pandemia, oltre agli impatti geopolitici della guerra in Ucraina, stanno spingendo le aziende a innovare e ad adottare tecnologie avanzate. L’adozione di intelligenza artificiale e machine learning, così come la digitalizzazione e l’automazione, sono passi cruciali per migliorare l’efficienza operativa, ridurre i costi e garantire la sostenibilità a lungo termine in un mercato globale sempre più volatile e competitivo.

Fonte: https://www.misterworker.com/it/

L’economia circolare crea lavoro: il 50% degli italiani concorda

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I risultati del sondaggio Ipsos sugli italiani e l’ambiente sono stati presentati durante l’undicesima edizione dell’Ecoforum, organizzato da Legambiente, Nuova Ecologia e Kyoto Club. Questo sondaggio ha cercato di capire l’opinione degli italiani su vari temi legati alla sostenibilità ambientale e alle politiche energetiche del paese. Nonostante il Governo Meloni stia promuovendo l’uso dell’energia nucleare, prevedendo nel Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC) una quota di nucleare che potrebbe raggiungere tra l’11% e il 22% del mix energetico entro il 2050, gran parte della popolazione italiana sembra non essere d’accordo. I dati del sondaggio Ipsos, commissionato da varie organizzazioni come Legambiente, Kyoto Club, CONOU e Editoriale Nuova Ecologia, mostrano chiaramente che il 75% degli intervistati considera il nucleare una soluzione non praticabile attualmente. Ritengono che questa fonte energetica sia troppo pericolosa e poco conveniente come alternativa. Solo il 25% degli intervistati sostiene l’idea di un ritorno al nucleare, considerandola una possibile soluzione data la complessità della situazione energetica globale. La maggior parte dei cittadini italiani crede che il paese debba fare di più per promuovere le energie rinnovabili, l’economia circolare e combattere la crisi climatica in corso. Fonti energetiche pulite e un’economia circolare sono visti come strumenti chiave per creare nuovi posti di lavoro verdi. Più della metà degli italiani intervistati ritiene che in futuro ci sarà un incremento di queste opportunità lavorative. Il sondaggio ha evidenziato due priorità per l’azione governativa: il 54% degli intervistati pensa che il governo dovrebbe incentivare la produzione e l’uso di energie rinnovabili e promuovere lo sviluppo dell’economia circolare; il 38% ritiene che le amministrazioni dovrebbero semplificare i processi autorizzativi per gli impianti di energie rinnovabili e per i progetti di economia circolare. Riguardo la crisi climatica, è cresciuta la consapevolezza tra i cittadini sulle conseguenze economiche e sugli impatti su territori e salute. Un dato significativo è che il 61% degli intervistati attribuisce l’aumento dei disastri naturali alla crisi climatica. Inoltre, il 45% degli intervistati riconosce che i cambiamenti climatici influenzano il costo della vita in generale, e il 44% li associa a un aumento dei costi legati a vari settori. Questi risultati sottolineano una chiara tendenza degli italiani a preferire soluzioni sostenibili e a ritenere che le politiche energetiche debbano orientarsi verso la salvaguardia dell’ambiente e la promozione di tecnologie verdi, piuttosto che puntare su fonti energetiche controverse come il nucleare.

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