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Classifica europea delle tramvie e metropolitane

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I risultati del rapporto “Pendolaria” di Legambiente mettono in evidenza i problemi legati alla mobilità su ferro in Italia, con particolare riguardo alle aree urbane. L’Italia è in fondo alla classifica per performance e investimenti in questo settore, risultando molto indietro rispetto a Regno Unito, Germania e Spagna. Ciò è principalmente dovuto alla mancanza di infrastrutture, che porta molte città italiane a essere sovraccariche di traffico e inquinamento atmosferico, come nel caso di Roma. Il rapporto sottolinea che Roma è una delle città europee peggiori in termini di estensione della rete ferroviaria e della metropolitana. Inoltre, la Capitale è stata particolarmente colpita da eventi meteorologici estremi che hanno danneggiato le infrastrutture di trasporto pubblico, creando interruzioni nei servizi. Il focus del rapporto è su come gli eventi meteorologici estremi stiano influenzando le infrastrutture dei trasporti in tutta Italia. I dati presentati mostrano che l’Italia ha una lunghezza totale di linee di metropolitane molto inferiore rispetto a paesi come Regno Unito, Germania e Spagna. Lo stesso vale per le tranvie e le ferrovie suburbane, dove l’Italia è molto indietro rispetto ad altri paesi europei. In generale, il rapporto evidenzia la necessità urgente di investire nelle infrastrutture di trasporto pubblico in Italia, sia per migliorare le performance che per far fronte alle sfide imposte dai cambiamenti climatici. Solo attraverso maggiori investimenti e una maggiore attenzione alle esigenze urbane si potrà affrontare e risolvere i problemi attuali legati alla mobilità su ferro nel Paese.

Investimenti etici: il ruolo dello speculatore sostenibile

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Ener2Crowd è una piattaforma di investimento che offre opportunità sostenibili e certificate green agli investitori privati. Queste offerte sono progettate per generare impatti positivi in termini di ESG e sono supervisionate dalla CONSOB per garantire caratteristiche finanziarie e profili di rischio adeguati. Il tasso di default di Ener2Crowd è molto basso, solo dell’1,4% sull’intero portafoglio, rispetto alla media del settore immobiliare che è dell’8%. Il portafoglio primavera/estate 2024 di Ener2Crowd offre rendimenti interessanti, compresi tra il 9% e il 10,5% lordo annuo. La piattaforma fornisce dettagliate informazioni sugli investimenti, inclusi il rating finanziario EnerSCORE+ e le performance economico-ambientali correlate. Le offerte attuali di investimento saranno disponibili solo fino a metà luglio, dopodiché saranno integrati progetti con rendimenti più in linea con l’andamento dell’inflazione. L’eticità degli investimenti offerti da Ener2Crowd è un elemento fondamentale, poiché ogni operazione è progettata per generare impatti positivi e sostenibili. La trasparenza è garantita attraverso informazioni dettagliate sui progetti e sui rischi associati, permettendo agli investitori di prendere decisioni informate. Con Ener2Crowd, è possibile speculare in modo sostenibile e etico, ottenendo rendimenti interessanti senza compromettere i valori ambientali e sociali.

Sostenibilità ambientale: l’importanza del Piano nazionale di buon senso

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La legge sul ripristino della natura, recentemente approvata dal Consiglio Ue Ambiente con una maggioranza risicata, ha destato preoccupazione nel Presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini. Quest’ultimo ha espresso rammarico per il fatto che l’Italia si sia opposta fino alla votazione finale. A suo avviso, la legge danneggia gli ecosistemi agricoli poiché non tiene conto dell’equilibrio necessario tra sostenibilità ambientale, economica e sociale, fondamentale per attuare il Green Deal Ue. Fini ritiene fondamentale che venga redatto un Piano nazionale sensato per definire le misure attuative. Senza considerare gli sforzi che gli agricoltori stanno già compiendo per preservare la biodiversità e il paesaggio dagli effetti dei cambiamenti climatici, come il garantire cibo sano e di qualità per tutti nonostante l’instabilità geopolitica ed economica. È impensabile, secondo lui, ripristinare il 20% delle aree terrestri e marine dell’Ue entro il 2030 e tutti gli ecosistemi degradati entro il 2050 senza coinvolgere gli agricoltori in maniera adeguata. La legge Ue prevede ora requisiti e indicatori specifici per il carbonio organico nei suoli agricoli, la definizione di terre agricole con elevata diversità paesaggistica e il contributo alla piantumazione di almeno 3 miliardi di alberi aggiuntivi entro 6 anni. Fini sottolinea l’importanza di affrontare queste questioni coinvolgendo gli agricoltori per limitare le ripercussioni economiche e amministrative, almeno fino al 2033 quando la Commissione valuterà gli impatti della legge. Per la Cia è fondamentale che il budget Pac sia escluso da queste misure e ritiene ancora insufficienti le risorse a disposizione della Nature Restoration Law. Nel frattempo, il Consiglio Ue Ambiente ha approvato l’orientamento generale della direttiva sul monitoraggio e la resilienza del suolo.

Mobilità sostenibile

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La mobilità sostenibile si riferisce a modalità di spostamento che cercano di ridurre al minimo gli impatti negativi sull’ambiente, sulla società e che non comportano un aumento dei costi economici. Questo concetto include tutte le innovazioni che permettono di viaggiare riducendo le emissioni e il rumore, sia per brevi spostamenti urbani che per viaggi nazionali o internazionali. Attualmente, molte soluzioni di mobilità urbana sono a “emissioni zero” locali, come camminare, andare in bicicletta o utilizzare mezzi elettrici come monopattini, bici elettriche, scooter e auto elettriche, anche in modalità di sharing. La tecnologia gioca un ruolo fondamentale nella trasformazione verso una mobilità sostenibile, consentendo la connessione e la condivisione dei servizi di trasporto. Questo permette l’intermodalità, ossia la possibilità di cambiare mezzi di trasporto durante lo stesso viaggio, come combinare la bici con il treno, l’aereo con l’auto a noleggio o la metropolitana con il monopattino. L’integrazione dei servizi di mobilità pubblici e condivisi consente il concetto di “Mobility as a Service” (MaaS), che prevede un sistema di trasporto su richiesta. Legambiente monitora i dati relativi agli spostamenti a “Emissioni Zero” nelle città italiane. In Italia, la mobilità sostenibile sta cambiando il nostro stile di vita. Dal 2017, Legambiente ha pubblicato “Green Mobility”, un ebook che analizza come la mobilità sostenibile stia influenzando le città e la vita quotidiana. Le città si stanno avviando verso una riduzione del possesso auto privata, con servizi accessibili a piedi o in bicicletta, l’accesso a mezzi di trasporto rapidi e l’utilizzo dello spazio pubblico in modo più sostenibile. L’obiettivo è una vita senza inquinamento, considerando che inquinamento dell’aria causa annualmente in Italia circa 50.000 morti premature.

17 giugno: Giornata Mondiale per la lotta alla Desertificazione

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La mancanza di risorse idriche è una minaccia globale che sta emergendo in tutto il mondo, con effetti diversi a seconda delle regioni. La siccità è diventata un’emergenza su scala mondiale e sta danneggiando settori produttivi, mettendo a rischio la salute e la sicurezza di milioni di persone. Anche se le temperature globali fossero limitate a 1,5°C, si prevede che almeno 120 milioni di persone soffrirebbero di siccità estrema. Ci sono Paesi a basso e medio reddito che sono particolarmente colpiti da questa crisi, con rischi per la sicurezza alimentare, carestie, conflitti legati all’acqua e migrazioni. In Italia, nonostante il Paese disponga di risorse idriche potenzialmente abbondanti, la disponibilità di acqua sta diminuendo progressivamente. L’Italia è tra i Paesi a rischio per la riduzione delle risorse idriche, a causa sia dell’eccessivo consumo di acqua potabile che della diminuzione delle risorse idriche dovuta alla crisi climatica. Nel 2024, grazie a un aumento delle precipitazioni sull’arco alpino, si è registrato un aumento del 42% delle risorse idriche, dopo due anni di deficit. Tuttavia, nonostante questo aumento, la situazione richiede ulteriori azioni per garantire una gestione sostenibile delle risorse idriche in Italia.

Scopri cos’è il turismo sostenibile!

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Il turismo sostenibile è un approccio al viaggio che mette l’accento sul rispetto dell’ambiente, della natura e delle comunità locali. Questo tipo di turismo implica una pianificazione attenta per ridurre l’impatto negativo sul nostro pianeta e per sostenere le realtà locali. E’ anche conosciuto come turismo responsabile, in quanto mira a fare del bene sia all’ambiente che alle persone che lo abitano. Viaggiare in modo sostenibile significa cercare di limitare l’inquinamento e lo spreco di risorse, supportando nel contempo le attività locali e artigianali. Molti viaggiatori hanno deciso di adottare questo stile di vita e si prevede che il numero di coloro che lo scelgono continuerà a crescere. Non si tratta necessariamente di viaggi a basso costo, ma esistono diverse possibilità di viaggi sostenibili accessibili a tutti, comprese soluzioni più lussuose come il glamping. Il glamping combina il contatto con la natura e esperienze autentiche con il comfort di sistemazioni ben arredate e fornite di tutti i servizi necessari. Questo tipo di vacanza rappresenta quindi un modo piacevole per viaggiare in modo sostenibile senza rinunciare alle comodità. La consapevolezza ambientale sta diventando sempre più diffusa tra le persone e l’interesse verso il turismo eco-sostenibile sta crescendo, il che potrebbe portare a un aumento degli investimenti in questo settore nei prossimi anni. Le campagne di sensibilizzazione stanno contribuendo a promuovere questa forma di turismo responsabile.

Quality dell’aria in Europa: come sta migliorando e i problemi in Italia

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Il 96% degli Europei che vivono in città è esposto a concentrazioni eccessive di particolato fine, l’inquinante con maggiori impatti negativi sulla salute. Il report dell’European Environment Agency

L’inquinamento atmosferico è il principale rischio ambientale per la salute in Europa e provoca malattie cardiovascolari e respiratorie che hanno un impatto sullo stato fisico, riducono la qualità della vita e causano decessi che sarebbero evitabili. L’ultimo briefing dell’European Environment Agency, pubblicato il 6 giugno scorso, presenta lo stato degli inquinanti atmosferici in Europa nel 2022 e 2023 in relazione agli attuali standard di qualità dell’aria dell’Ue e ai livelli indicati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms). Nonostante i continui miglioramenti generali della qualità dell’aria, infatti, gli attuali standard dell’Ue non sono ancora rispettati in tutto il territorio del continente Il 96% della popolazione urbana è esposto a concentrazioni non sicure di particolato fine (PM2,5). Secondo il briefing dell’Agenzia, il nostro continua a classificarsi tra i Paesi peggiori: «L’Italia e la Polonia nel 2022 hanno segnalato superamenti del valore limite giornaliero di PM10 sulla base di modelli di valutazione, rispettivamente per 7 e 13 zone di qualità dell’aria». L’Italia ha il record europeo di morti per inquinamento atmosferico, con quasi 50mila decessi prematuri l’anno legati solo al particolato fine. Il report valuta le concentrazioni di inquinanti atmosferici dell’aria, confrontandole con gli attuali standard dell’Ue e con le linee guida dell’Oms.

Nell’ambito del piano d’azione per l’inquinamento zero del Green Deal europeo (EGD), la Commissione europea ha fissato l’obiettivo intermedio per il 2030 di ridurre il numero di decessi prematuri causati dal particolato fine di almeno il 55% rispetto ai livelli del 2005, con l’obiettivo finale che l’inquinamento atmosferico non abbia impatti drammatici sulla salute entro il 2050. A tal fine, la Commissione ha pubblicato una proposta di revisione delle direttive sulla qualità dell’aria con standard più ambiziosi nel febbraio 2024, da far entrare in vigore nel 2030, pur rimanendo meno severi rispetto a quelli indicati dall’Oms nei suoi livelli guida per la qualità dell’aria.

Nel 2022, nonostante le riduzioni delle emissioni, la maggior parte della popolazione urbana dell’Ue ha continuato a essere esposta a livelli di inquinanti atmosferici chiave dannosi per la salute. In particolare, quasi tutta la popolazione urbana è stata esposta a concentrazioni di PM2,5 superiori al livello guida annuale dell’OMS del 2021 di 5µg/m3 e a concentrazioni di ozono (O3) superiori al livello guida a breve termine di 100µg/m3.

Primo “Blue Economy Forum”, la crescita del mare traina la transizione ecologica

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La blue economy, intesa come l’economia legata al mare e ai suoi sfruttamenti sostenibili, è al centro dell’evento organizzato da Legambiente nell’ambito del progetto Life SeaNet. L’obiettivo è migliorare la governance e stabilire linee guida per la creazione di nuovi siti marini all’interno della Rete europea Natura 2000. Questa iniziativa punta a favorire una blue economy più ecologica, che sia in grado di proteggere la biodiversità marina e di sostenere la pesca, un settore cruciale per l’Italia, soprattutto per il Mezzogiorno e le isole. Durante il Blue Economy Forum a Roma, organizzato da Legambiente, sono emersi diversi messaggi e proposte per favorire una maggiore sostenibilità nell’economia legata al mare. Tra i temi affrontati ci sono stati il ruolo delle Aree marine protette, il potenziamento della governance dei siti marini Natura 2000, la protezione della biodiversità e l’impatto negativo dei cambiamenti climatici sull’economia marina. Questo evento ha visto la partecipazione di ricercatori, esperti del settore della pesca e rappresentanti delle autorità nazionali, con l’obiettivo di promuovere un dibattito costruttivo su come orientare la blue economy verso pratiche più sostenibili. I dati presentati durante il forum evidenziano l’importanza economica della blue economy in Italia, con un totale di 161 miliardi di euro generati e una significativa presenza delle regioni del Centro e del Mezzogiorno nel settore. Inoltre, si è sottolineato che le imprese attive nella blue economy sono più propense a ottenere certificazioni ambientali, mostrando una maggiore attenzione all’ecosistema marino e alla sostenibilità. Per favorire una transizione verso una blue economy più verde e sostenibile, Legambiente ha proposto diverse azioni durante il forum. Tra queste proposte ci sono strategie per la tutela della biodiversità marina, il potenziamento della governance dei siti marini Natura 2000 e l’adozione di pratiche più ecologiche da parte delle imprese attive nel settore. Questo impegno verso la sostenibilità è fondamentale per preservare il patrimonio marino e garantire un futuro prospero per la blue economy italiana.

Coca-Cola Hbc Italia: svelati i piani di investimento in sostenibilità

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Coca-Cola Hbc Italia ha annunciato investimenti per oltre 70 milioni di euro in Italia entro il 2024, concentrati sia nelle fabbriche che lungo l’intera catena del valore. Questi investimenti mirano a promuovere la sostenibilità dell’azienda e ad includono innovazioni nelle fabbriche per migliorare la salute e la sicurezza dei dipendenti, l’efficienza idrica ed energetica, la mobilità green e la circolarità degli imballaggi. Una parte consistente di questi investimenti, circa 20 milioni di euro, sarà dedicata alle innovazioni nelle fabbriche, con particolare attenzione alla salute e sicurezza delle persone, all’efficienza idrica ed energetica, alla mobilità sostenibile e alla circolarità degli imballaggi. Inoltre, una parte significativa di questi fondi verrà destinata a sostenere la filiera, ad esempio attraverso l’acquisto di strumenti di vendita eco-friendly come frigovetrine per bar, ristoranti e supermercati in Italia. La sostenibilità per Coca-Cola si sviluppa in tre ambiti principali: ambiente, persone e comunità. Questi investimenti riflettono l’impegno dell’azienda verso la sostenibilità e contribuiranno a promuovere pratiche commerciali sostenibili lungo tutta la catena del valore. I dettagli di questi investimenti e dei progetti sostenibili sono disponibili nel 20° Rapporto di Sostenibilità, consultabile sul sito www.lanostraricetta.it.

Siderurgia italiana: Federacciai al top per sostenibilità

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La siderurgia italiana si distingue per il suo alto livello di decarbonizzazione e circolarità, posizionandosi al primo posto in Europa in questo senso. Questo è confermato dal Rapporto di Sostenibilità di Federacciai 2023, che evidenzia come l’Italia sia il principale mercato dell’Unione Europea per la produzione di acciaio da forno elettrico e il primo tra i Paesi del G7 per la produzione pro-capite di acciaio da forno elettrico. Gli investimenti nel settore siderurgico italiano sono orientati verso l’efficienza, la digitalizzazione, la tutela dell’ambiente e la sicurezza. Circa l’80% degli investimenti attivati dalle aziende siderurgiche si concentra su questi temi prioritari. È anche importante notare che il settore ha ridotto le proprie emissioni di CO2 del 60% dal 1990 e i consumi energetici del 33% dal 2000 ad oggi. La siderurgia italiana si contraddistingue per la sua ridotta intensità di carbonio ed elevata efficienza energetica, con performance superiori del 40% rispetto alla media europea. Il riciclo del rottame ferroso è un elemento chiave per la produzione di acciaio in Italia, contribuendo in modo significativo alla circolarità e alla decarbonizzazione del settore. Le acciaierie italiane sono leader in Europa per i volumi di riciclo, con oltre il 76% dei rifiuti prodotti dai processi siderurgici che vengono inviati a recupero. Il Rapporto di Sostenibilità di Federacciai raccoglie le performance di sostenibilità delle aziende associate, che volontariamente rendicontano le proprie attività. Circa il 90% della produzione nazionale di acciaio proviene da imprese che adottano strumenti di rendicontazione trasparente, come bilanci sociali e di sostenibilità o dichiarazioni non finanziarie conformi agli standard europei e internazionali. Le aziende siderurgiche stanno sempre più adottando strategie di sostenibilità per garantire un impatto positivo sull’ambiente e sulla società.

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