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IZU SI EVOLVE CON UN NUOVO CONCEPT MODERNO CHE LO RENDE UNO DEI PIU’ INTRIGANTI RISTORANTI GIAPPONESI FUSION DELLA CITTA’ MENEGHINA!

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Il ristorante IZU, dopo ben 30 anni di storia e successo sulla piazza
di Milano, accoglie i suoi affezionati clienti nel nuovo locale completamente ristrutturato in un ambiente materico, con arredamenti in materiali preziosi, tavoli in legno naturale americano e marmo bianco di Carrara, comode sedute, ed un soffitto impreziosito da 1.250 punti luce sospesi di grande effetto scenografico.
Un ambiente dal tocco zen e contemporaneo, in linea con la filosofia della cucina del suo patron e chef Jin Yue Hu, che dal 1993 crea piatti iconici e innovativi della cucina creativa giapponese, equilibrata in ogni suo aspetto per gusto e benessere, dove si fondono ingredienti di alta qualità e tecniche di ispirazione internazionale.
Il ristorante, situato a Milano in Corso Lodi 27, offre un viaggio culinario unico che fonde tradizione e modernità. Partendo da un successo consolidato, il menù di IZU si compone di grandi classici e di nuovi piatti, che entrano in carta sulla spinta creativa di tutta la brigata, con l’utilizzo di materie prime da tutto il mondo di grande freschezza e rispettose della stagionalità.
Le novità da IZU includono piatti come “trilogia di cheviche”, tre tipi di pesce bianco, beriche rosso (scottato su carbonella) ricciola e spigola in salsa peruviana con tocco orientale, “scarpetta di tonno” con tre qualità di tonno (akami, chu-toro, o-toro) in salsa karashi-miso con chips di alga per un effetto scarpetta che rende omaggio alla tradizione italiana, “nighiri omakase” una rivisitazione audace del celebre sushi secondo l’estro dello chef, “go piemonte tataki” un mix irresistibile di carne tenera di fassona piemontese impreziosita da un’antica tecnica di marinatura di Osaka e scottata su letto di verdure stagionali.
L’offerta in carta è una garanzia, i piatti spaziano dai classici gunkan e uramaki, carpaccio di ricciola e jalapeno ed emulsione allo yuzu, ai ravioli ripieni di maialino con sfoglia di zafferano, oltre a cruditè, tartare e carpacci.
IZU offre un’accoglienza friendly per un’esperienza culinaria di alto livello, ma anche un servizio attento ed un’atmosfera accogliente. Uno staff appassionato e dedicato è pronto ad accogliere gli ospiti sempre con un sorriso e a garantire momenti indimenticabili.
La cantina si è arricchita di nuove etichette, sia italiane che estere fra cui champagne,
bollicine italiane, sakè e whisky giapponese, oltre a numerose referenze di distillati e gin, con l’intento di dare soddisfazione ad un pubblico esigente anche alla carta vini che spazia dai vini tradizionali ai vini naturali.

AI NASTRI DI PARTENZA LA XXXII EDIZIONE DELLA RASSEGNA DEGUSTAZIONE NAZIONALE DEI VINI DA AGRICOLTURA BIOLOGICA E BIODINAMICA DI LEGAMBIENTE

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Negli ultimi anni, le produzioni di vini biologici sono cresciute esponenzialmente e, stando anche ai risultati dell’utlimo Vinitaly, il trend italiano non registra battute d’arresto Gentili (responsabile agricoltura Legambiente): “Lo Stivale si conferma tra i leader mondiali in fatto di produzione vitivinicola bio. Un risultato importante a cui devono seguire altri traguardi ambiziosi.”
Il tradizionale evento dedicato ai migliori vini da agricoltura biologica e biodinamica d’Italia sta per tornare. Per il trentaduesimo anno, Legambiente dà appuntamento a Rispescia (Gr), nella storica sede in cui ogni anno trova casa Festambiente – manifestazione nazionale dell’associazione ambientalista – per la rassegna degustazione nazionale dei vini da agricoltura biologica e biodinamica.
Occasione prestigiosa finalizzata a mettere al centro le produzioni biologiche e biodinamiche dello Stivale, la rassegna degustazione tornerà ad accendere i riflettori sulla necessaria e irrimandabile transizione ecologica del settore agricolo, strategica per il futuro dell’intero Paese. Vinitaly 2024 ha dimostrato che il vino bio è un prodotto maturo e capace di attirare sempre di più l’interesse dei consumatori. Negli ultimi anni, le produzioni di vini biologici sono cresciute esponenzialmente e da Nord
a Sud dello Stivale non sembrano registrarsi battute d’arresto all’orizzonte.
“I numeri del vino bio – ha dichiarato Angelo Gentili, responsabile agricoltura di Legambiente – ci danno ancora una volta ragione. Le politiche di sensibilizzazione messe in campo anche attraverso la nostra rassegna degustazione nazionale hanno dato il loro frutti. Qualche decennio fa, anche solo a parlare di vini biologici si correva il rischio di essere considerati visionari. Oggi, una grande fetta di mercato va in questa direzione. Il fatto che il nostro Paese sia tra i leader mondiali nella produzione di
vino biologico è un risultato importante, entusiasmante e stimolante. Un traguardo che ci piace pensare anche in parte frutto della resilienza della nostra rassegna degustazione che dà ragione ai sacrifici di uno tra i settori più esposti ai cambiamenti climatici e che, nell’immediato, ha necessità di significativi investimenti per adattarsi alla crisi climatica. L’agricoltura sostenibile – ha spiegato Gentili – deve essere
sostenuta. La crisi climatica morde e le sue conseguenze sono sotto gli occhi di tutti. Siccità ed eventi estremi sono solo due tra le tante difficoltà che ogni giorno i nostri agricoltori si trovano ad affrontare. Valorizzare le loro produzioni significa anche creare un ponte tra opinione pubblica, istituzioni e produzioni affinché la richiesta di sostegni e risorse a governo centrale ed Europa trovi sponda.” Questi e molti altri i temi al centro del dibattito che accompagnerà la rassegna degustazione organizzata
in collaborazione con l’Università di Pisa e con la mediapartnership de La Nuova Ecologia. Le aziende che verranno selezionate nell’ambito dell’iniziativa nelle diverse sessioni previste (vini bianchi, rosati, rossi giovani e affinati, vini dolci, spumanti, vitigni autoctoni) riceveranno una targa che verrà consegnata in occasione di una cena-evento che si terrà a Rispescia (Gr) l’8 giugno a cui parteciperanno ospiti illustri oltre ai rappresentanti delle aziende viti-vinicole nazionali che hanno partecipato alla rassegna. Le aziende che intendono partecipare alla rassegna degustazione devono far pervenire per ogni vino partecipante la domanda di partecipazione compilata e firmata nonché nr. 6 bottiglie da 75 cl per ogni vino partecipante entro e non oltre l’8 maggio 2024 presso la segreteria organizzativa di Festambiente, Loc. Enaoli SNC, 58100 – Rispescia (GR) COD.FISC. 92021360539 P.IVA
01071430530. Sul cartone di vino deve essere riportata ben visibile la dicitura: “RASSEGNA VINI BIO
2024’’.
Per informazioni: www.festambiente.it/rassegnadegustazionenazionale

Mobilità green e neutralità tecnologica, il convegno dell’ACI Milano

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La Lombardia, prima regione manifatturiera d’Italia – tra le prime in Europa – sta per assumere la guida dell’Alleanza Europea delle Regioni Automotive. Al vertice di questo organismo sarà Guido Guidesi, Assessore allo Sviluppo Economico di Regione Lombardia. Il passaggio avverrà dopo l’insediamento della nuova Commissione Ue. Nel momento in cui è in corso un ripensamento generale sulle decisioni ideologiche prese a suo tempo e che hanno dato vita al piano “Fit for 55”, il fatto che sarà la Lombardia a guidare l’Alleanza, determinerà un ulteriore impulso verso le alternative green alla sola auto elettrica: ovvero i biocarburanti – dove l’Italia primeggia – i carburanti sintetici e l’idrogeno. Dell’Alleanza fanno parte 34 Regioni del Vecchio Continente che rappresentano il 31 per cento del prodotto interno lordo. Formatasi nel 2022, l’Alleanza ha avuto un ruolo determinante nel palesare gli impatti negativi della transizione verso la sola mobilità elettrica, dal 2035, sull’occupazione e l’industria Automotive. Da qui l’importanza di stabilire le strategie del nuovo percorso dell’Alleanza.Il convegno, moderato da Pierluigi Bonora, Direttore di ACI Radio, è stato organizzato per capire – interfacciandosi con importanti realtà del territorio – il presente e il futuro delle motorizzazioni sostenibili. Occorre insomma esaminare la necessità di ridurre le emissioni, l’evoluzione di veicoli e carburanti, le prestazioni dei motori, gli assetti normativi. E anche i rischi di discriminazione sociale causati dai costi ancora eccessivi dell’elettrico. Una mobilità caratterizzata da motori a combustione interna alimentati da low carbon fuels può invece affiancare la mobilità elettrica nel trasporto stradale in modo efficace, garantendo soluzioni accessibili a tutti i cittadini. Attraverso i biocarburanti, che già oggi rappresentano il 10 per cento di energia rinnovabile sulla domanda totale di energia nei trasporti, sarebbe quindi possibile ridurre con effetto immediato la carbon intensity dei combustibili liquidi.

Alla tavola rotonda sono intervenuti Guido Guidesi, Assessore allo Sviluppo Economico di Regione Lombardia; Geronimo La Russa, Presidente di Automobile Club Milano; Mariarosa Baroni, Presidente di NGV Italy; Simonpaolo Buongiardino, Presidente Federmotorizzazione; Marco D’Aloisi, Responsabile Comunicazione e Stampa UNEM; Saverio Gaboardi, Presidente CLM – Cluster Lombardo della Mobilità; Francesco Giunti, Responsabile iniziative integrate e attività regolatorie Eni; Massimo Tentori, Delegato per i Veicoli Industriali Federauto; Fabrizia Vigo, Responsabile Area Relazioni Istituzionali ANFIA.
L’assessore regionale Guido Guidesi ha sottolineato che l’intento è di arrivare alla piena neutralità tecnologica. “In che modo? Con una pluralità di trazioni per la mobilità che ci possa consentire di avere una mobilità impatto zero, senza subire conseguenze devastanti dal punto di vista sia economico sia sociale. Quello che dicevamo due anni e mezzo fa purtroppo si sta verificando. Quindi è necessario convincere coloro i quali in questo tentativo di transizione hanno commesso degli errori, che si può arrivare all’obiettivo di una mobilità a impatto zero e di una mobilità green attraverso una pluralità di trazioni, compreso il motore endotermico. Tutto questo attraverso
l’innovazione, la ricerca e ciò che mettono le nostre aziende sono capaci di mettere in campo”.
“La promozione della mobilità green tramite la neutralità tecnologica e l’uso dei biocarburanti sono componenti cruciali per una transizione verso un sistema di trasporto più sostenibile”, ha affermato Geronimo La Russa, presidente di Automobile Club Milano. “I biocarburanti offrono un’alternativa rinnovabile ai combustibili fossili, contribuendo a ridurre le emissioni di gas serra e a mitigare l’impatto ambientale del settore dei trasporti. Inoltre, la neutralità tecnologica permette di esplorare e adottare una varietà di soluzioni, come veicoli elettrici, ibridi, a idrogeno e a biocarburanti, garantendo flessibilità e adattabilità alle diverse esigenze e condizioni locali. Questo approccio favorisce una transizione graduale verso una mobilità più sostenibile, promuovendo allo stesso tempo l’innovazione e lo sviluppo tecnologico nel settore dei trasporti”, ha concluso La Russa.

La conservazione delle foreste

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I meccanismi di conservazione delle foreste basati sul mercato non funzionano. Né per l’ambiente, né per le persone. Serve un “ripensamento radicale” degli strumenti e della loro governance. In grado di rendere più trasparenti – e quindi misurabili – i risultati. Sia per quanto riguarda il sequestro di CO2 e i benefici per la biodiversità, sia per le ripercussioni socio-economiche sulla popolazione locale.

Lo afferma la più completa valutazione globale dell’efficacia delle iniziative di conservazione delle foreste in tutto il mondo mai svolta finora, coordinata dall’International Union of Forest Research Organizations (IUFRO) e condotta da 15.000 scienziati di 120 paesi.

Cosa non funziona nella conservazione delle foreste oggi

I successi di questi strumenti nel rallentare la deforestazione restano limitati e spesso difficili da misurare. Qualche passo avanti si registra nella conservazione delle foreste tropicali, ma in generale il quadro è fatto più di ombre che di luci. Il problema principale è la spina dorsale del sistema che si sta affermando: un ventaglio disordinato e senza coordinamento internazionale di strumenti che seguono leggi di mercato.

Questa “mercificazione” delle foreste per il loro valore come pozzi di carbonio, spiega il rapporto, è deleteria. “La crescente urgenza della crisi climatica ha influenzato la mercificazione delle foreste per il loro potenziale di sequestro del carbonio. Ciò ha portato alla nascita di nuovi mercati per il carbonio e la biodiversità che spesso si concentrano sui guadagni economici a breve termine piuttosto che sulla sostenibilità e sulla giustizia a lungo termine”, sottolinea Nelson Grima, vice coordinatore del gruppo di lavoro che ha prodotto lo studio.

Il rapporto sottolinea che è necessario valutare lo stato di conservazione delle foreste con un metro di giudizio che non si limiti al tasso di deforestazione. Da questo punto di vista i progressi ci sono: dai 13 mln di ettari l’anno del 2010 si è scesi a livello mondiale ai 10 mln del 2020. Ma il boom di strumenti bilaterali e unilaterali e l’emergere di sistemi (come il REDD+) che usano come bussola le richieste del mercato hanno creato danni su altri fronti“Né il numero di ettari, né il tasso di deforestazione consentono affermazioni incentrate sugli effetti ecologici, economici o sociali” della governance internazionale delle foreste, sottolinea il rapporto.

Effetti, questi, che è difficile far rientrare nell’equazione se continuerà la tendenza alla finanziarizzazione delle foreste. Le iniziative finanziarie che danno peso alle esigenze delle popolazioni locali – le iniziative filantropiche, o quelle guidate dalle comunità locali – restano quanto mai rare. Altrettanto importante è cambiare il discorso attorno all’importanza delle foreste. Oggi, secondo il rapporto, viviamo una “climatizzazione” delle risorse forestali: vengono cioè valutate per il loro potenziale di mitigazione della crisi climatica. Lasciando ben poco spazio alle altre dimensioni sociali, economiche e di giustizia.

Questa forma di mercificazione, conclude il rapporto, “depoliticizza le questioni e sposta i discorsi politici in un’arena economica dove benefici e guadagni governano” la gestione internazionale delle foreste, seguendo una “logica win-win che spesso promette efficacia in termini ecologici, economici e sociali”. Ma questi benefici multipli, rimarcano gli autori, sono “messi in discussione da una moltitudine di studi e dalle parti interessate”.

Protocollo d’intesa e studi di fattibilità – Bergamo sud scalo ferroviario

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Programma di rigenerazione urbana e territoriale che definisce obiettivi di grande importanza e  complessità  che consiste nella dimessa a disposizione delle aree oggi interessate dai binari dello scalo ferroviario dettate dalle dismissioni dal funzionamento dell’esercizio ferroviario.

Il progetto e l’attività promosse da FSSU e coordinate dal Comune sono tese a rendere compatibili e integratele esigenze di natura urbanistica e ambientale con quelle trasportistiche volte a configurare un futuro polo della intermodalità di livello multiscalare (città–hinterland–regione).

 

Contrallo di Quartiere di Grumello al Prato

E’ stato allestito un programma di rigenerazione urbana per rivitalizzare un quartiere localizzato ai margini del vecchio nucleo di Grumello del Piano che, attestato sull’antica strada per Milano, si pone come estrema soglia di accesso alla città di Bergamo. Nonostante la recente edificazione lungo la direttrice di penetrazione verso il centro cittadino e la vicinanza al quartiere Grumellina, il nucleo di Grumello presentava alcune debolezze in termini di qualità dell’abitare, dotazione di servizi e spazi aperti pubblici che sono stati posti come Assi di intervento cofinanziati da Regione Lombardia. Si è posto come vero  e proprio Programma di sviluppo locale.

 

Accordo di valorizzazio ne luogo notevole Carmine Sant’Agata

Il “Programma Speciale per la valorizzazione strategica e lo sviluppo culturale del complesso storico Carmine -S. Agata”, finalizzato al trasferimento al Comune di Bergamo di un bene culturale di proprietà dell’Agenzia del Demanio mediante sottoscrizione di apposito accordo di valorizzazione tra gli Enti coinvolti. Tale programma è stato redatto in attuazione del D. Lgs. 85/2010 relativo al federalismo demaniale e, in particolare, al trasferimento dei beni culturali appartenenti al demanio storico-artistico agli Enti territoriali di livello locale interessati alla loro valorizzazione strategica e al loro sviluppo culturale nell’ambito di specifici accordi di valorizzazione e dei conseguenti programmi e piani strategici di sviluppo culturale.

Il Luogo Notevole Carmine -S. Agata, inteso nella sua organica unità, costituisca un elemento storico-culturale, oltre a rappresentare un luogo urbano fondamentale per operare il rilancio strategico del versante settentrionale di Bergamo Alta, con straordinari benefici per il ruolo territoriale dell’intera città. Una grande occasione per ridare lustro e prestigio culturale a due luoghi della memoria storica, artistica e archeologica (non solo a scala locale) e per valorizzare importanti contenitori storici dismessi appartenenti al patrimonio pubblico. Ma anche e soprattutto un programma strategico che sappia tradursi in un esempio virtuoso di riqualificazione urbana, attraverso un progetto di intervento concreto, funzionalmente efficace ed economicamente sostenibile, sia nella fase di realizzazione, sia nella successiva fase di attuazione e gestione.

A ciò si è più recentemente aggiunto il progetto riuso dell’ex convento del Carmine in partnership con il Teatro Tascabile di Bergamo attraverso una forma  di crowdfunding che sfrutta le facilitazioni del cd « Art bonus» che consente la detrazione dalle imposte fino al 65% dell’importo donato, a chi effettua erogazioni liberali a sostegno del patrimonio culturale pubblico.

 

Accordo di Programma “Astino”

Obiettivo dell’Accordo di Programma, sottoscritto da Comune di Bergamo, Regione Lombardia, Provincia di Bergamo, Parco dei Colli di Bergamo, Fondazione Congregazione della Misericordia Maggiore di Bergamo e società Val d’Astino s.r.l., è la definizione di un programma di interventi che consentano il recupero funzionale del complesso immobiliare sito in Valle d’Astino, finalizzato all’insediamento una scuola di alta formazione per la ristorazione e la ricettività alberghiera, oltre all’insediamento di attività culturali e per il tempo libero, di peso urbanistico contenuto ecocmpatibili con le caratteristiche urbane, ambientali e viabilistiche del luogo. Il progetto prevede in oltre il completamento della nuova sezione dell’Orto botanico di Bergamo (realizzata in occasione di EXPO2015) e la conservazione delle aree agricole (mantenendo i segni dei lotti e il reticolo idrografico con funzione anche di reticolo ecologico lungo l’intera valle), con forme integrate per la gestione e valorizzazione dei fondi agricoli del compendio, sulla scorta di un progetto condiviso di valorizzazione agro-ambientale.

 

Accordo di Programma “nuovo ospedale” (sede storica Largo Barozzi)

Obiettivo dell’Accordo di Programma, sottoscritto da Regione Lombardia, Comune di Bergamo, ASST Papa Giovann iXXIII, Provincia di Bergamo, Guardia di Finanza, Agenzia del Demanio e CDP Investimenti SGR, è la riqualificazione e la riconversione funzionale della sede storica degli Ospedali Riuniti di Bergamo, per l’insediamento della nuova se de del Comando Provinciale e dell’Accademia della Guardia di Finanza.

Leazioni intraprese hanno la finalità di realizzare servizi di qualità a scala locale e territoriale in una logica di rete urbana nella quale le attrezzature urbane di interesse comune risultino connesse attraverso una rete ecologica integrata a forme di mobilità dolce fruibili dai cittadini e dall’utenza temporanea.

 

Accordo di Programma “ex Caserme Montelungo-Colleoni”

Obiettivo dell’Accordo di Programma, sottoscritto da Comune di Bergamo, Università degli Studio di Bergamo e CDP Investimenti SGR, è la definizione di un programma di interventi rivolto ad attuare il recupero delle ex caserme Montelungo-Colleoni, per l’insediamento di servizi universitari, oltre a funzioni residenziali e terziario/commerciali. L’intervento prevede inoltre la realizzazione di sottopasso ciclo-pedonale di via San Giovanni di connessione tra il Parco Suar di e i nuovi spazi aperti di uso pubblico interni al comparto, oltre adinterventi di riqualificazione degli spazi aperti pubblici circostanti il compendio.

 

Accordo di Programma “nuovo palazzetto dello sport” (ex OTE)

L’Accordo di Programma, sottoscritto da Comune di Bergamo, Regione Lombardia, Provincia di Bergamo, TEB S.p.A.e società Grupedils.r.l., per segue obiettivi di riqualificazione ambientale, urbanistica, territoriale e infrastrutturale di preminente interesse generale ,mediante un intervento sinergico pubblico/privato che-ispirando sia i principi di rigenerazione urbana e di contenimento del consumo di suolo-prevede, nell’ambito della riqualificazione di un’area industriale dismessa e degradata, l’attuazione di un intervento di ristrutturazione urbanistica, con la realizzazione di una nuova struttura polivalente di interesse pubblico di scala territoriale e le adeguate opere infrastrutturali connesse, volte a risolvere le criticità del sistema di accessibilità del quadrante nord-est della città, valorizzando al contempo la fruibilità del sistema di trasporto pubblico su rotaia.

 

Piano Attuativo “Stadio Atalanta”

Il Piano Attuativo approvato prevede la riqualificazione e rinnovo dello stadio nella sua storica e attuale collocazione urbana in viale Giulio Cesare, per consolidarne il ruolo di attrezzatura per lo spettacolo e l’intrattenimento sportivi, come opportunità di identità per innovamento del contesto urbano.

Obiettivo è migliorare la qualità urbana, architettonica, funzionale, percettiva degli spazi pubblici e privati, esistenti e di progetto, promuovendo un progetto di elevata qualità urbana e vivibilità sostenibile sotto i profili ambientale, sociale ed economico. Il progetto prevede inoltre l’attivazione di politiche di mobilità sostenibile di accesso allo stadio, risolvendo i problemi di traffico, sosta e ordine pubblico.

Lago Bianco: il comune di Valfurva (SO) stralcia le opere di presa d’acqua, Ora serve l’impegno per ripristinare l’ecosistema

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Una delibera di giunta rimedia al rischio di perdita di biodiversita in ambiente montano
Legambiente: “Si chiude bene un capitolo preoccupante, adesso bisogna lavorare su rinaturazione e promozione di questo importante ecosistema.”

Il Comune di Valfurva (SO) mette la parola fine a una delle maggiori ipoteche pendenti sull’ambientemontano lombardo: l’utilizzo delle acque del Lago Bianco, a oltre duemilaseicento metri sul livello del mare, per innevare artificialmente le piste da sci in difetto di precipitazioni per la crisi climatica.
L’assetto naturale del Lago Bianco, ecosistema particolarmente unico nel suo genere per la presenza di un rock glacier che alimenta rare specie vegetali, era stato sconvolto da opere di presa e canalizzazione delle acque che avevano minacciato la sua integrita , rendendolo un “Lago da Cannoni”: da neve, naturalmente.
Decisiva l’opposizione dell’Osservatorio Parco dello Stelvio, composto da Legambiente, CAI, Pro Natura, Italia Nostra, LIPU, Mountain Wilderness, Touring Club Italiano, WWF, il coordinamento ha sostenuto la vertenza per scongiurare la distruzione dell’ecosistema e abbandonare una strategia economica ormai fuori dalla storia, sollecitando tutte gli enti competenti, compreso il Parco dello Stelvio, a prendere una decisione.
La parola fine e arrivata con una delibera di giunta del Comune di Valfurva (n° 35 del
26/04/2024), con lo stralcio in corso d’opera delle opere di presa d’acqua dal Lago Bianco e di un pozzo con relativa elettropompa nei pressi della confluenza della roggia Plaghera con il torrente Frodolfo dalla convenzione in atto con la ditta operante.
Scongiurato il pericolo, resta il problema della rinaturazione del sito, ovvero il ripristino allo stato prima degli sbancamenti, e di una sua ulteriore conservazione e valorizzazione. “Con questo atto amministrativo chiude il capitolo della captazione delle acque del Lago Bianco per l’innevamento delle piste da sci”, dichiara Barbara Meggetto, presidente Legambiente Lombardia.
“In questi mesi, con le associazioni dell’Osservatorio Parco dello Stelvio, abbiamo fatto le giuste pressioni agli enti interessati affinche si potesse arrivare a mettere la parola fine ad un intervento datato e sbagliato. Ora e necessario lavorare per il ripristino dei luoghi, per ridare nuova linfa ad un luogo unico nel suo genere. Per questo chiederemo al Comune di Valfurva, e ancor piu al Parco dello Stelvio, di lavorare per arrivare in tempi brevi in questo senso. Un grazie va anche a chi della societa
civile ha sollecitato questo risultato.”

Cascina Nascosta è uno spazio ibrido, aperto alla città, dedicato alla sostenibilità ambientale e alla promozione sociale

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La Cascina Nascosta si trova all’interno del parco Sempione, la più grande area verde nel centro di Milano, e si estende dal Castello Sforzesco. È una struttura risalente ai primi del ‘900 che ricorda una vecchia cascina lombarda con la sua forma a ferro di cavallo. Per mantenere la sua natura nascosta, la cascina è protetta da due terrapieni, rendendola non visibile da chi sta nel parco. È situata sotto la Torre Branca, tra la Triennale e l’Arco della Pace. Per raggiungerla, è consigliabile entrare nel parco da viale Alemagna 14. All’interno della Cascina Nascosta, ci sono varie iniziative e progetti che promuovono uno stile di vita sostenibile. Ad esempio, il ristorante La Latteria propone piatti con ingredienti provenienti da filiere corte, promuovendo l’agricoltura locale. Gli orti urbani sono un’altra attività presente, che permette agli interessati di coltivare ortaggi e promuovere l’autoproduzione. La Ciclofficina promuove la mobilità lenta, offrendo strumenti e conoscenze per la manutenzione delle biciclette, incoraggiando l’uso di mezzi di trasporto eco-sostenibili. Inoltre, ci sono laboratori educativi rivolti ad adulti, adolescenti e bambini per insegnare pratiche sostenibili come il riciclo, il riuso, la raccolta differenziata e l’uso di energie rinnovabili. La falegnameria promuove la cultura del riciclo e recupero di materiali, incoraggiando pratiche eco-sostenibili. Globlalmente, la Cascina Nascosta si propone di sensibilizzare sul tema della sostenibilità e dell’ecologia attraverso varie iniziative e attività offerte all’interno della struttura.

Autogrill e la lotta allo spreco alimentare

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Many foods in the package.

La lotta allo spreco alimentare è un obiettivo importante per Autogrill in tutti i Paesi in cui opera. Questo perché lo spreco di cibo rappresenta un danno per l’ambiente e comporta costi elevati per l’azienda stessa, oltre a essere considerato eticamente sbagliato. Secondo l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO), circa un terzo di tutti gli alimenti prodotti nel mondo va perso o sprecato lungo la filiera alimentare. Questo corrisponde a una quantità enorme di cibo, circa 931 milioni di tonnellate, e contribuisce significativamente alle emissioni di gas serra. Autogrill si impegna a contrastare lo spreco alimentare adottando diverse strategie. Per esempio, l’azienda lavora costantemente sull’ideazione di ricette e processi che permettano un uso ottimale delle materie prime. Inoltre, studia e implementa strategie innovative per ridurre al minimo le eccedenze di prodotti invenduti, pianificando gli acquisti in base ai volumi di traffico previsti. Nel caso in cui vi siano comunque eccedenze, Autogrill si impegna a ridistribuire il cibo in eccesso attraverso collaborazioni con associazioni no profit. Nel corso del 2022, Autogrill ha rinforzato il suo impegno nella lotta allo spreco alimentare, agendo su diversi fronti e promuovendo il lavoro di squadra. Questo impegno si riflette nelle azioni dell’azienda che mirano a ottimizzare i processi di lavorazione, migliorare la gestione delle materie prime e ridurre gli sprechi di cibo in tutte le fasi della filiera alimentare. Grazie a queste iniziative, Autogrill cerca di contribuire a una riduzione significativa dello spreco alimentare a livello globale, promuovendo anche una maggiore consapevolezza sull’importanza di combattere questa problematica

L’idrogeno green

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L’interesse per l’idrogeno pulito è in costante crescita nonostante non sia più al centro delle discussioni sulla transizione energetica. I progetti legati all’idrogeno pulito stanno aumentando, ma ci sono ancora molte sfide da affrontare per accelerare la diffusione di questa tecnologia. Uno dei principali problemi è la mancanza di un quadro normativo stabile e di una definizione chiara di cosa sia l’idrogeno verde, insieme alla lentezza delle autorizzazioni e all’incertezza sul finanziamento. Il rapporto Hydrogen Insights 2023 dell’Hydrogen Council evidenzia che sebbene ci siano molti progetti legati all’idrogeno pulito in fase di sviluppo, la maggior parte di essi si trova ancora nelle fasi iniziali, con solo una piccola percentuale che ha effettivamente ricevuto l’approvazione finale per gli investimenti. In Europa, ad esempio, ci sono numerosi progetti legati all’idrogeno pulito ma solo una piccola percentuale ha superato la fase decisionale per gli investimenti effettivi. Due aspetti cruciali per lo sviluppo di progetti legati all’idrogeno pulito sono la firma di accordi di offtake e il raggiungimento della chiusura finanziaria. Questi sono cruciali sia nel settore dell’energia rinnovabile che in quello dell’idrogeno. Le aziende devono superare diverse sfide per arrivare a questo punto, ma è importante affrontarle una per una per garantire il successo del progetto. Infine, è fondamentale lavorare su una definizione chiara di idrogeno verde, oltre a semplificare i processi autorizzativi e a garantire maggiore sicurezza sui finanziamenti per accelerare la diffusione dell’idrogeno pulito e contribuire alla transizione verso un’economia più sostenibile.

Transizione Ecologica Milano

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La transizione ecologica è diventata un tema centrale a livello globale, con l’Unione Europea che ha lanciato il Green Deal come iniziativa volta a garantire una crescita economica sostenibile e rispettosa dell’ambiente. Questo si riflette anche nel Piano Nazionale di Transizione Ecologica (PTE), che si propone di implementare misure sociali, ambientali, economiche e politiche per raggiungere obiettivi come la neutralità climatica, la riduzione dell’inquinamento, l’adattamento ai cambiamenti climatici e il ripristino della biodiversità. Il PTE è stato stilato in coerenza con le linee guida del Piano di Ripresa e Resilienza (PNRR) e prevede di raggiungere pienamente gli obiettivi entro il 2050, seguendo la Long Term Strategy nazionale. Le tematiche affrontate nel Piano spaziano dalla decarbonizzazione alla promozione dell’economia circolare, includendo la mobilità sostenibile, il miglioramento della qualità dell’aria, la tutela del mare e molto altro. Il processo di approvazione del Piano è stato segnato da tappe significative, come l’approvazione da parte del CITE il 8 marzo 2022 dopo l’invio della bozza alle istituzioni competenti. Successivamente, il Ministro Cingolani ha firmato il Decreto di costituzione dei Gruppi di Lavoro il 27 aprile 2022, i quali sarebbero stati incaricati di seguire l’attuazione del Piano. Le azioni concrete per la transizione ecologica stanno procedendo, con il CITE che ha approvato una Relazione sullo stato di attuazione il 6 luglio 2022 per valutare i progressi compiuti fino a quel momento. Questo impegno mostra la volontà di promuovere uno sviluppo sostenibile e di proteggere l’ambiente per le generazioni future, in linea con le sfide globali e le politiche comunitarie.

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