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QUANDO IL VERDE È GOURMET E CHIC

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La prestigiosa guida Condé Nast Johansens rappresenta il top dell’ospitalità di lusso, sempre alla ricerca di atmosfere e situazioni raffinate. Diverse strutture affiliate in tutta Italia vantano meravigliosi giardini e contesti naturali e propongono momenti conviviali romantici en plein air.

Quando il lusso e la ricercatezza si sposano con scenari naturali bucolici e cibo prelibato, si creano ambienti fiabeschi e un’eleganza rilassata: picnic gourmet, pranzi in mezzo ai vigneti, mise en place impeccabili in angoli romantici del giardino, cene a lume di candela fra gli ulivi, caccia al tartufo…Condé Nast Johansens ne ha per tutti i gusti.

 

Castello Dal Pozzo Resort: picnic nei giardini del castello

Castello Dal Pozzo è un magnifico Resort di lusso a 5 stelle, situato nel villaggio di Oleggio Castello, sovrastante il Lago Maggiore, nella zona più scenica del Piemonte. Il romantico Castello fu originariamente costruito dalla famiglia Visconti ed è stato nella famiglia Dal Pozzo per sei generazioni. Il resort comprende tre edifici: il maestoso Castello, un palazzo del XVIII secolo e le rinnovate Scuderie, che ospitano tutti le 45camere da letto con bagni in marmo e splendide viste sul lago.

L’esperienza gastronomica gourmet offerta al Castello Dal Pozzo, è costituita da un misto di piatti tradizionali con una cucina altamente innovativa. Il resort dispone del pluripremiato ristorante gourmet Le Fief, uno dei più romantici sul Lago Maggiore, del più informale Dan Garden Lounge, immerso nella natura del parco secolare, della sala da ballo Cassiano III, del bistro Folia Life Pool & bar situato a bordo piscina e un American bar sulla Terrazza all’Italiana che propone aperitivi.

Lo stile di Castello Dal Pozzo riflette l’eleganza dell’era neogotica, gli ospiti vengono catapultati in atmosfere del passato, tra il blu scintillante del lago e le colline circostanti lussureggianti. Il portico d’ingresso, la cappella, la massiccia torre quadrata di levante, la piccola torre ottagonale sullo spigolo sud-occidentale, fanno trasparire lo spirito dello stile anglosassone.

 

È circondato da 59 acri di giardini ben curati che si affacciano sul Lago Maggiore. In questo contesto incantevole è possibile fare romantici picnic preparati dal resort. Il Parco di 24 ettari è avvolto da essenze arboree rare di grande interesse botanico.

 

Relais Le due Matote: picnic e caccia ai tartufi

Nelle Langhe, un fienile recuperato del XVI-XVII secolo oggi boutique hotel, rifugio per soli adulti con sole sei suite, ciascuna con un carattere individuale con elementi unici come un letto a baldacchino in cui dormì Napoleone III, un letto a baldacchino inglese del XIX secolo, un camino intagliato a mano e sedie e divani imbottiti in seta. Il tutto si fonde con pezzi di design italiano e grandi vetrate. Il risultato è un’eleganza rilassata, sofisticata e calmante. Il riposo è garantito al Relais Le Due Matote, rilassandosi presso la piscina a sfioro all’aperto o nella piscina terapeutica interna, o con un massaggio ayurvedico, o partecipando a una sessione di degustazione di vini.

Lo Chef del Relais Luca La Peccerella realizza la visione dello chef Roberto Di Pinto (proprietario del Sine by Di Pinto di Milano): una cucina italiana internazionale con un tocco napoletano nel raffinato L’Orangerie by Di Pinto; creative tapas nel Crystal Bar & Lounge e la pizza napoletana al The Pizzeria nota per il suo impasto leggero e digeribile ottenuto dopo un processo di lievitazione di 48 ore.

 

I magnifici dintorni si possono esplorare durante una battuta di caccia al tartufo bianco con trifolau nei boschi e noccioleti delle langhe o con un tour, con picnic incluso, a bordo di una Fiat Spiaggina degli anni ’70 guidata dallo chef del Relais Luca La Peccerella.

 

Tenuta San Masseo: tavoli fra i vigneti e gli ulivi

Tenuta San Masseo è un luxury boutique resort immerso nel panorama umbro, con vista sulla pittoresca Assisi. Ogni istante è vissuto immersi nella natura, in un’atmosfera magica con servizi personalizzati, fra cui una Private Spa. Si può scegliere tra le 8 camere curate nel minimo dettaglio ognuna con un particolare che la rende unica.

 

Il contesto esterno è variegato e molto ampio e sono tanti gli angoli affascinanti immersi nel verde per rendere unici gli eventi: la tenuta è circondata da uliveti, vigne, giardini, un parco botanico di 20.000 mq, una veranda panoramica, una piscina o il Masseo Vista Cube, un’elegante tensostruttura in vetro fino a 300 persone. In queste ambientazioni speciali ospita diverse tipologie di evento conviviale, dalla cena romantica a due con tavolo fra i vigneti, all’elegante matrimonio con pochi invitati, una festa di compleanno o battesimo, un anniversario, festeggiati en plein air.

 

Cascioni Eco Retreat: picnic fra gli ulivi e cene a lume di candela sotto le stelle

Cascioni Eco Retreat, di recente apertura, è un hotel di lusso sostenibile (certificato Ecolabel) dove la natura selvaggia e il comfort si uniscono in perfetta armonia., nei pressi di Olbia, all’interno di una riserva naturale di 90 acri. Un viaggio lungo le tradizioni contadine della Gallura fra l’impareggiabile bellezza dell’ambiente profumato di erbe, fiori e piante selvatiche. Poche Suite in materiali naturali, ciascuna col suo porticato, il suo giardino, la sua piccola piscina privata.

Nei 45 acri di parco della tenuta si raccolgono moltissimi prodotti tra cui olio d’oliva, verdure e marmellate provenienti dai frutti del frutteto del Ritiro, tutto sapientemente utilizzato dagli chef di Cascioni per dare vita ad una celebrazione dei sapori biologici in piatti tradizionali accompagnati dalla scelta dei vini dell’ampia cantina scelta dal sommelier. L’executive chef di Ulià Restaurant è specializzato nei gusti della cucina vegetariana e nelle leggerezze dei piatti vegani, il cibo semplice e genuino della tenuta e quello della campagna circostante.

 

L’immersione nella natura del parco è l’essenza fondante del soggiorno al Cascioni Eco Retreat, fra laboratori, cene a lume di candela nell’oliveto e picnic in giardino. Passeggiando nel parco si possono imparare i nomi delle piante, le ricette della tradizione in La natura in un vasetto, laboratorio delle confetture dolci e salate o Dall’orto alla padella, iniziativa per vivere la cucina naturale da protagonisti, e si degustano olio nuovo e vini.

Infine si può scegliere l’esperienza Polvere di stelle, cena intima servita sotto le stelle; oppure il Cestino delle meraviglie, picnic esclusivo sotto gli alberi del parco.

 

Nèroli Bio Relais: picnic e cene private fra vigne e uliveti

All’ombra del’Etna, Nèroli Bio Relais nasce come monastero/casa colonica del XVIII secolo di proprietà dei San Placido dell’ordine dei Benedettini. I vigneti e agrumeti circostanti contribuiscono a renderlo un rifugio per quanti cercano un’autentica esperienza siciliana, con camere eleganti e minimaliste progettate con lusso sobrio, colori naturali circondate da calma e tranquillità.

 

Oggi l’azienda agricola biologica di Nèroli Bio Relais si estende su 45 ettari e sta intraprendendo uno storico recupero delle varietà autoctone reintroducendo, accanto all’agrumeto consolidato, uve rosse Frappato, uve bianche Grillo e 400 piante di ulivo della varietà Nocellara Etnea. Fornisce olio d’oliva, uova, frutta, verdura ed erbe aromatiche al ristorante Dispensa Giaretta, dove lo Chef prepara pasta fresca, torte e biscotti con farine di grani antichi macinati localmente, privi di pesticidi e sostanze nocive. La lista dei vini di accompagnamento del ristorante mette in luce una varietà di eccellenti aziende vinicole siciliane, inclusa ovviamente la loro Dei Monaci.

 

La vocazione di Nèroli per il cibo può essere condivisa anche durante corsi di cucina, degustazioni di vini, passeggiate guidate nell’oliveto e picnic o cene private in vigna o nell’oliveto.

 

Condé Nast Johansens

Condé Nast Johansens, degli stessi editori di Vogue, GQ, Tatler, Condé Nast Traveller e Vanity Fair, è la principale guida di riferimento per chi viaggia. Con più di 40 anni di esperienza nell’ispezione e nella consulenza di strutture in tutto il mondo, il team di Condé Nast Johansens di Local Experts dedicati, ispeziona ogni proprietà anno dopo anno. Se consigliano una struttura, ci si può fidare sul fatto che si vivrà un’esperienza eccezionale. Con un pubblico di circa 3.8 milioni di lettori, la distribuzione delle Guide è di 16.100 copie in tutto il mondo.

 

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Terza tappa della campagna nazionale di Legambiente #perunsaltodiclasse: Milano

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I risultati delle analisi termografiche di Legambiente mostrano  inefficienze e dispersioni termiche negli edifici del quartiere Corvetto, partecipa anche il Politecnico di Milano con le sue termografie su Chiaravalle e Maciachini

Terza tappa per la nuova campagna di Legambiente e Kyoto Club #perunsaltodiclasse con un incontro dedicato ai decisori politici organizzato dalle due Associazioni a Milano presso il centro Legambiente di Cascina Nascosta, nel centro di Parco Sempione.

La pioggia ha impedito la ricognizione degli edifici eseguita in diretta con la stampa al seguito, ma la presentazione delle termografie eseguite in precedenza da Legambiente Lombardia ha offerto molti spunti per il dibattito alla presenza rappresentanti politici locali (Pierfrancesco Maran, assessore Casa e Piano quartieri e Francesca Cucchiara, consigliera comunale Europa Verde, Cristian Parolini, assessorato Ambiente e Verde), regionali (presenti Michela Palestra, consigliera regionale Patto Civico e Simone Negri, consigliere regionale PD) e nazionali, (Vinicio Peluffo deputato PD, capogruppo commissione Attività Economiche e Energia).

Presente anche il Dipartimento di Architettura e Studi Urbani (DAStU) del Politecnico di Milano con l’Ing. Andrea Sangalli. Il DAStU è impegnato a sua volta in un progetto di ricerca sul parco edilizio milanese con termocamere avanzate sia terrestri, sia montate su un drone. Le termografie DAStU sono state realizzate su edilizia residenziale pubblica di proprietà del Comune di Milano, dotata di retrofit termico profondo nei quartieri di Chiaravalle e Maciachini. In entrambi i casi, le termografie sono state messe a confronto con le immagini reali degli stessi edifici.

L’obiettivo era di “far toccare con mano” i principali problemi di un edificio ‘disperdente’, che portano ad un aggravio delle bollette energetiche oltre ad incidere in maniera importante sulle emissioni inquinanti e climalteranti.

La problematica più ricorrente rilevabile dalle termografie è quella dei cosiddetti ‘ponti termici’, ovvero dove l’energia termica passa più facilmente, tipicamente osservabili intorno agli infissi dei balconi e delle finestre.

 

“La transizione energetica ha un alleato fondamentale nella trasformazione del patrimonio edilizio,” commenta Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia. “Con la chiusura del Superbonus 110%, bisogna recuperare la fiducia in azioni sistemiche, trovando gli ambiti di applicazione che massimizzino l’impegno economico e il conseguente risparmio energetico. Milano, come tutta la Lombardia, ha un patrimonio edilizio formato per oltre il 50% da edifici in classe G e F. Un lavoro immenso da affrontare anche alla luce della direttiva sulle Case Green di prossima approvazione. Agire per una riqualificazione profonda degli stabili garantisce un risparmio energetico che può superare il 70%”

 

Le indagini termografiche rappresentano ad oggi la tecnica più rapida e flessibile per questo tipo di monitoraggi. Con l’utilizzo di una termocamera, infatti, vengono rilevate le variazioni di temperatura delle superfici degli oggetti, determinando ponti termici, inefficienze e dispersioni che rappresentano non solo un inutile spreco di energia termica, ma anche lo stato di non comfort abitativo, costringendo milioni di famiglie a spendere molto di più per riscaldare gli ambienti, portando i costi delle bollette a valori decisamente notevoli. Questo strumento, infatti, misura la radiazione infrarossa emessa dalle superfici inquadrate, che varia in base alla temperatura, e i risultati vengono presentati all’operatore come un’immagine di differenti colori, ciascuno dei quali rappresenta diverse temperature superficiali. Le termografie evidenziano una significativa dispersione di calore in diverse strutture, sia pubbliche sia private. Un fenomeno che contribuisce all’aumento dei consumi energetici e comporta un impatto negativo sull’ambiente: non a caso il patrimonio edilizio è uno dei principali settori responsabili delle emissioni climalteranti con la sua forte dipendenza dalle fonti fossili, con particolare riguardo al gas: oltre il 40% del gas fossile consumato nel nostro Paese, infatti, viene proprio dal settore edilizio.

 

Diverse le misure che potrebbero essere adottate a livello nazionale e locale per migliorare la situazione – ha dichiarato Katiuscia Eroe, Responsabile Energia Legambiente – a partire da una riforma degli incentivi del settore edilizio accessibili a tutti in base alle prestazioni e al reddito – solo nel 2022 si sono spesi oltre 17 miliardi di euro in sussidi ambientalmente dannosi tra la promozione di caldaie a gas e sconti di IVA che rendono il patrimonio edilizio vetusto e inefficiente – passando per l’isolamento termico negli edifici, incoraggiando l’installazione di materiali innovativi e sostenibili per ottenerlo, finestre ad alte prestazioni energetiche, fonti rinnovabili per decarbonizzare i sistemi di riscaldamento e raffrescamento, comunità energetiche e configurazioni di autoconsumo collettivo.

 

Il settore residenziale è secondo solamente a quello dei trasporti in termini di consumi finali di energia. L’Italia, dopo le modifiche al Superbonus e l’affossamento della cessione del credito, necessita di politiche incisive e accessibili alle famiglie a medio e basso reddito. L’approvazione della EED e la discussione di quella sulle Case Green, che non sta andando nella direzione sperata, rappresenterebbero non la soluzione al problema, ma un punto di partenza nel percorso di decarbonizzazione del nostro patrimonio edilizio, ancora altamente climalterante.

 

A livello nazionale gli obiettivi possono essere decisamente più ambiziosi: abbassare entro il 2030 i consumi degli edifici residenziali, riducendo al tempo stesso il loro impatto emissivo, e uscire definitivamente dalla dipendenza dal gas nel 2035. Nello studio “La decarbonizzazione dei sistemi di riscaldamento” condotto da Elemens per Legambiente e Kyoto Club, nel modello “Gas reduction 2030”, si va oltre gli obiettivi proposti dalla direttiva EED che stima per l’Italia una diminuzione di appena 6,1 miliardi di smc di gas fossile per il riscaldamento domestico rispetto ai consumi 2020, con una riduzione pari al solo 37% in meno. È importante che l’Italia riveda al rialzo gli obiettivi minimi di risparmio fissati dalla direttiva europea entrata in vigore a settembre 2023 per raggiungere almeno il 2% di riduzione annuo dei consumi nel 2024-2025 (+ 0,7% rispetto al limite europeo pari a 1,3%); il 3% nel 2026-2027 (il doppio di quanto stabilito dalla direttiva EED, pari ad 1,5%) ed il 4,5% nel 2028-2030 (+ 2,6 rispetto di quanto stabilito dalla direttiva EED, pari a 1,9%);  occorre mettere in campo una serie di interventi strutturali non più rimandabili, eliminando incentivi e sussidi alle tecnologie a fonti fossili, migliorando gli strumenti di monitoraggio, modificando l’attuale sistema di detrazioni con l’introduzione di un sistema premiante proporzionale ai risultati ottenuti, e reintroducendo la cessione del credito per tutti gli interventi di miglioramento delle prestazioni energetiche. Inoltre, a partire dal 2025, è necessario vietare l’installazione di tecnologie che impiegano fonti fossili e introducendo un Fondo dedicato alle famiglie a medio e basso reddito per la copertura dei costi non sostenuti dal sistema incentivante.

 

Per un salto di classe è la nuova campagna di advocacy di Legambiente e Kyoto Club che nasce per sensibilizzare Amministratori politici nazionali, regionali e locali, cittadine e cittadini ma anche progettisti e condomini sull’importanza per il nostro Paese di avere una seria e lungimirante politica di riqualificazione energetica del patrimonio edilizio, a partire dalla decarbonizzazione dei sistemi di riscaldamento e raffrescamento e dalla riduzione delle emissioni di carbonio incorporato che caratterizza la filiera delle costruzioni e delle riqualificazioni edilizie.

 

Milano ospita la 10a edizione del workshop nazionale sul volontariato aziendale

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Una crescita costante quella del volontariato aziendale con Legambiente, che vede protagonisti i dipendenti, manager e collaboratori di piccole e grandi aziende che, durante le ore di lavoro, dedicano il loro tempo alla tutela dell’ambiente e alla sostenibilità dei territori, coniugando la responsabilità sociale d’impresa e il benessere della comunità. In dieci anni dal workshop del volontariato aziendale con Legambiente, le aziende coinvolte sono passate da 20 a 241 (nel 2023) . Sempre nel 2023, alle attività di volontariato, che contribuiscono al raggiungimento degli Obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, hanno partecipato 14.086 collaboratori registrando un incremento di ben 950 volontari (nel 2022 erano 13.136). Crescono anche le aree riqualificate, 260 contro le 223 della scorsa edizione. Per un totale di 16.300 kg di rifiuti raccolti (di cui 168 kg sono mozziconi di sigarette ). Sono state ben 91 (lo scorso anno 70) le “Carte d’Identità del volontariato aziendale di Legambiente” rilasciate come riconoscimento personalizzato per le imprese coinvolte nelle attività di riqualificazione dei territori, in cui si certifica il tempo, l’impegno e il percorso attraverso le iniziative svolte.

Questi, in estrema sintesi, i dati di bilancio sulle attività di volontariato aziendale registrate nel 2023, presentati da Legambiente oggi presso la Diamond Tower di Milano nel corso della X edizione del workshop “Sinergie: Creare valore con Legambiente” quest’anno dal titolo ispirato al XII Congresso Nazionale di Legambiente “Innovare – Includere – Riconvertire” . Proprio i temi del Congresso, che si è svolto a Roma dal 1 al 3 dicembre scorso, hanno infatti guidato le nuove proposte progettuali per il 2024: nel cuore delle attività offerte alle aziende sempre più citizen science ed economia circolare, ma anche una maggiore collaborazione con altre associazioni che si occupano di sociale, unendo valenza ambientale e sociale; il rafforzamento della promozione e custodia della biodiversità; lo sviluppo del tema fast fashion, con attività laboratoriali di recupero di indumenti, organizzate in sinergia con soggetti e associazioni che operano in questa filiera e che si occupando di sociale, per educare e sensibilizzare verso scelte sempre più sostenibili.

Tra le iniziative organizzate nel corso del 2023 dal Cigno verde e che hanno visto il protagonismo delle aziende, molte hanno riguardato, in tutto il Paese, la riqualificazione dai rifiuti degli spazi verdi urbani e delle spiagge; con la possibilità di vivere esperienze di citizen science, censendo la quantità e la tipologia dei rifiuti dispersi con i monitoraggi Beach Litter Park Litter. In totale sono stati 38 le spiagge e 57 i parchi urbani che hanno ospitato queste attività, rispettivamente in 36 e 15 città. E ancora 11 le iniziative di “Bimbi in Ufficio”780 bambine e bambini (3-14 anni) che, visitando gli uffici dei propri genitori, hanno partecipato ai laboratori organizzati dagli animatori di Legambiente su numerosi temi come il riciclo creativo della plastica, la corretta alimentazione, l’importanza degli alberi e della mobilità sostenibile. Inoltre, 6 gli appuntamenti formativi (in presenza e online) che hanno coinvolto 360 collaboratori aziendali, con attività di sensibilizzazione sull’adozione di stili di vita e comportamenti sostenibili: dalla corretta raccolta differenziata alle energie rinnovabili fino all’economia circolare.

“Un’alleanza per il futuro che si dimostra sempre più vincente, quella tra le aziende e il Terzo settore – ha commentato il direttore generale di Legambiente, Giorgio Zampetti –. Dalla pulizia delle aree verdi urbane e spiagge, ai webinar formativi fino ai laboratori sull’economia circolare rivolti ai più piccoli: tutte occasioni straordinarie per informarsi, educare, condividere, apprendere come assumere comportamenti più sostenibili, non solo nel lavoro ma nella vita quotidiana. Tasselli fondamentali nel perseguimento degli obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030, con un’importante ricaduta sulle comunità, migliorando la qualità di vita dei cittadini e facendo qualcosa di concreto per i territori.”

“Siamo molto fieri dei numeri che presentiamo oggi in occasione della X edizione del workshop – ha dichiarato Ida La Camera, responsabile nazionale volontariato aziendale di Legambiente –. Per il futuro, i temi del XII Congresso Nazionale “L’Italia cantiere. Innovare – Includere – Riconvertire” ci faranno da bussola, cercando di accompagnare sempre più le aziende verso percorsi di responsabilità sociale, offrendo loro sempre più possibilità. Tra le novità che introdurremo ci saranno le attività sul tema della promozione e custodia della biodiversità e del fast fashion, sensibilizzando agli impatti ambientali e sociali e educando a scelte sempre più sostenibili”.

Per citare solo alcune delle aziende protagoniste delle giornate di volontariato con Legambiente, Capgemini che in tutte le sedi italiane ha fatto scendere in campo i dipendenti e le famiglie per la riqualificazione di aree verdi urbane e spiagge e per i relativi monitoraggi Beach e Park litter, censendo la quantità e la tipologia dei rifiuti dispersi. Protagonisti dell’attività di citizen sciencePark Litter e Beach Litter di Legambiente anche i dipendenti e i manager di Enel , impegnati in tutta Italia nella pulizia di aree verdi urbane e spiagge. E ancora Hilti che in tutte le sedi in Italia ha organizzato iniziative rivolte ai dipendenti e aperte anche ai più piccoli, riguardanti temi dell’economia circolare e del recupero creativo, donando anche strumenti utili alle attività di volontariato ai circoli locali di Legambiente. Essity che, nella sede di Legnano, ha organizzato il “Family Experience Day”, dedicato ai dipendenti e alle loro famiglie, con l’obiettivo di mettere in luce comportamenti sostenibili da adottare in ufficio e nella vita quotidiana. Esperienza affine è quella di Alstom con “Ti presento Alstom”: open day rivolto alle famiglie dei dipendenti per scoprire l’azienda e le sue attività, che ha previsto – nell’ambito del format di Legambiente “Bimbi in ufficio” – laboratori sulla sostenibilità per i bambini dai 3 ai 14 anni.

Al X workshop hanno preso parte:

Giorgio Zampetti, Direttore Generale Legambiente; Ida La Camera , Responsabile nazionale volontariato aziendale Legambiente;  Philippe Desgeans, Country Manager di BNP Paribas Leasing Solutions Italy;  Riccardo Taverna, Chairman WeGlad; Annalisa Corrado, Responsabile sviluppo progetti innovativi AzzeroCO2; Antonio Nicoletti, Responsabile nazionale Aree protette e Biodiversità Legambiente; Davide Caocci, Sustainability Manager in Gioda Consulting; Alessandro Ciani, BNL BNP Paribas ESG COE Expert; Alessandra Miata, CSR Head Italy Capgemini; Fernanda Panvini, Sustainability Italy Head of Sustainability Initiatives and Circular Economy Enel Italia; Maria Laura Deni, Communications Manager Italy Group Function Communications Essity; Tiziana dell’Orto, Segretario Generale, EY Foundation Onlus Director, EY Corporate Responsibility & Sustainability; Massimo Fortunato, Sustainable Development Manager Birra Peroni; Alice Matteucci, Southern Europe Sustainability Manager Hilti; Elvira Viteritti, Teamlead Communication Cosnova. Sergio Capelli, Direttore Legambiente Piemonte; Piero De Candia, Direttore Legambiente Veneto; Andrea Causo, Direttore Legambiente Lombardia; Antonio Gallozzi , Responsabile volontariato aziendale Legambiente Campania; Federico Borromeo, Direttore Legambiente Liguria; Roberto Scacchi, Presidente Legambiente Lazio.

Hanno moderato: Francesco Loiacono, Direttore La Nuova Ecologia e Iris Corberi, Direttrice BioEcoGeo.

Dalla Sicilia all’Europa: L’Agrivoltaico Come Modello di Sostenibilità

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Eos Investment Management Group ha acquisito da Lightsource bp 6 impianti agrivoltaici in Sicilia per un investimento totale di 300 milioni di euro. Questi impianti, che genereranno complessivamente 294 MW, sono in fase di autorizzazione finale o già autorizzati, e la loro costruzione inizierà entro i prossimi 12 mesi per diventare operativi dal 2025. L’obiettivo è promuovere l’integrazione della produzione di energia fotovoltaica con l’agricoltura, supportando coltivazioni come miele, ulivi, pistacchi, aranci e altre colture locali, nonché il pascolo ovino.

Lightsource bp, che possiede già impianti per oltre 1 GW in Italia, vede in questo accordo un’opportunità per accelerare la transizione energetica. Eos Im, da parte sua, annuncia che questi impianti agrivoltaici rappresenteranno più della metà dei 600 MW in pipeline in Italia, sottolineando l’importanza dell’investimento agricolo e la volontà di contribuire alla sostenibilità e alla ripresa di terreni incolti, nonostante le sfide burocratiche.

Cosa sono e come funzionano gli impianti agrivoltaici?

Un impianto agrivoltaico avanzato combina la produzione di energia fotovoltaica con la preservazione delle attività agricole e pastorali.

Questo tipo di impianto, impiega tecnologie innovative che includono il montaggio dei moduli fotovoltaici elevati da terra e, in alcuni casi, la loro rotazione, per non interferire con l’agricoltura. Permette anche l’uso di agricoltura digitale e di precisione. Prevede inoltre l’installazione di sistemi di monitoraggio per valutare l’impatto dell’installazione sulle colture, sull’uso dell’acqua, sulla produttività agricola, sulla continuità delle operazioni agricole, sul recupero della fertilità del suolo, sul microclima e sulla resilienza ai cambiamenti climatici.

Impianti agrivoltaici in Italia

Nel 2021, in Italia, la superficie occupata dagli impianti fotovoltaici a terra era di 152,1 km², ovvero solo lo 0,05% del territorio nazionale, un impatto marginale rispetto alla copertura del suolo da strade, che è di 9.200 km² (3%).

Questa comparazione evidenzia quanto sia limitato l’impatto dei pannelli fotovoltaici sull’uso del suolo, specialmente considerando i benefici che offrono.

Nonostante il consumo di suolo per coperture artificiali sia di circa 21.500 km² in Italia, per raggiungere gli obiettivi del piano PNIEC relativi al fotovoltaico a terra sarebbero necessari soltanto 405 km² di pannelli, meno di un terzo dell’estensione del Comune di Roma.

 

La panoramica degli impianti agrivoltaici in Europa

Il fotovoltaico in Europa ha registrato una crescita significativa, con un aumento del 50% nel 2022, evidenziando che 25 dei 27 paesi dell’UE hanno fatto notevoli investimenti in energia solare.

La Germania guida la classifica con 7,9 GW installati, seguita dalla Spagna con 7,5 GW. Altre nazioni rilevanti includono la Polonia (4,9 GW), i Paesi Bassi (4,0 GW), la Francia (2,7 GW) e l’Italia (2,6 GW). Nonostante l’espansione, il mercato europeo del fotovoltaico affronta la concorrenza della Cina, risultando in una prevista perdita di quote di mercato dall’18,5% al 17,1%, a causa dell’avanzamento cinese nello sviluppo di nuove tecnologie.

Secondo un report di Solar Power Europe, l’utilizzo del fotovoltaico è in crescita in Europa, con i principali paesi che hanno investito molto negli ultimi anni in questa tecnologia. Vediamo infatti, a conferma di ciò, il confronto in termini di produzione di GW attraverso questa tecnologia tra il 2021 e il 2022:

europa gw

L’incentivo all’utilizzo dell’agrovoltaico in Italia

 

Il decreto firmato il 21 dicembre 2023 dal ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, rappresenta un punto di svolta per l’agrivoltaico in Italia, con l’obiettivo di installare almeno 1,04 Gigawatt di impianti entro il 2026, finanziato con circa 1,7 miliardi di Euro, di cui 1,1 miliardi dal PNRR e il resto da fondi nazionali.

Questo decreto, approvato dopo un processo iniziato ad aprile 2023 e finalizzato con l’approvazione della Commissione Europea, punta a incrementare la sostenibilità e ridurre i costi di produzione nell’agricoltura, assegnando 300 MW di impianti agrivoltaici di massimo 1 MW per aziende agricole e 740 MW per associazioni temporanee di imprese, con incentivi che includono un contributo in conto capitale del 40% e una tariffa incentivante per 20 anni, variabile in base alla zona geografica. Gli imprenditori agricoli godranno di condizioni favorevoli rispetto alle associazioni temporanee di imprese, essendo esenti dall’obbligo di riduzione sulla tariffa incentivante.

Mobilità scolastica sostenibile

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Mobilità scolastica sostenibile: i numeri del progetto Pedibus a Milano evidenziano i vantaggi di un’attività utile e formativa per tutte le generazioni

Autonomia, indipendenza e conoscenza del territorio, oltre alla sostenibilità, sono i concetti chiave per una città sicura e accessibile per tutte le età, le abilità e i generi

Le associazioni coinvolte: “Il nostro vademecum è a disposizione per la continuità di questa bellissima esperienza”

“Let’s break it up! Milan, the greening city”

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Comune di Milano e Green City Italia insieme per una rinnovata strategia di depaving in città

Un convegno a MyPlant&Garden analizzerà i progetti di depavimentazione, per riconnettere i milanesi alla natura nel nome della resilienza e della sostenibilità urbana.

Comune di Milano e Green City Italia presentano a MyPlant&Garden gli aggiornamenti condivisi e gli sviluppi della strategia di depavimentazione avviata l’anno scorso. In conformità con le indicazioni del Green Deal Europeo e della Taskforce per Nature-positive cities del World Economic Forum, il convegno in programma giovedì 22 febbraio alle 9.30 intende guidare una riflessione sulle recenti iniziative del Comune di Milano e su alcune testimonianze virtuose sia italiane che estere.

Nella cornice della più importante fiera professionale dell’orto-florovivaismo, del garden e del paesaggio in Italia, il capoluogo lombardo si pone come best practice a livello nazionale e internazionale, con l’obiettivo di mitigare il cambiamento climatico e facilitare la transizione verso città nature-positive sempre più resilienti e sostenibili, in grado di garantire una migliore qualità della vita ai cittadini.

Ad esporre a professionisti, esperti del settore e giornalisti le linee guida d’intervento sul suolo attraverso progetti mirati di depaving saranno Elena Grandi, Assessore al Verde e all’Ambiente del Comune di Milano, e Andreas Kipar, presidente e fondatore di Green City Italia.

“Il Comune di Milano è impegnato per la transizione verso una città più sostenibile in cui tutti possiamo essere sempre più a contatto con la natura e vivere in una città più sana, attraverso azioni concrete di depavimentazione di intere porzioni di asfalto a favore di superfici naturali e permeabili. Questa è una delle azioni in cui crediamo per mitigare gli effetti del cambiamento climatico per adattarci a condizioni sempre più estreme. Depavimentare suoli asfaltati e renderli permeabili, verdi, accoglienti, serve anche a contrastare le isole di calore che rendono sempre più invivibili i nostri spazi urbani”, dichiara l’Assessore Elena Grandi.

“Oggi è l’inizio di un percorso destinato a cambiare il volto della città, che ci vedrà unire le forze e lavorare ancor più in sinergia con il Comune di Milano”, aggiunge Andreas Kipar. “Con la strategia ‘Let’s break it up! Milan, the greening city’, concepita in un’ottica di replicabilità su scala globale, Green City Italia alimenta la propria vocazione per la ‘divulgazione verde’ e la propria presenza capillare in città come ente promotore di iniziative green. ‘Apriamo la strada’ a un cambiamento destinato a rendere Milano la prima Nature-positive city italiana”.

Andrea Corsaro, sindaco di Vercelli, racconterà i vantaggi del depaving riscontrati in una città considerata modello virtuoso per interventi futuri anche su una scala urbana più ampia. L’architetto Marina De Matteis, Responsabile Unità Programmazione e Gestione Opere Pubbliche del Comune, traccerà un quadro dell’attuale situazione milanese sul tema della depavimentazione. Le testimonianze dall’estero saranno di Philipp Sattler, amministratore delegato di Die Grüne Stadt, associazione tedesca che insieme a Green City Italia fa parte del network europeo delle Green Cities, e di Markus Reiter, Sindaco del distretto Neubau di Vienna, la cui “Zona Fresca” ha cambiato il volto di un intero quartiere con spazi pubblici più aperti e vivibili. “Le città verdi apportano benefici al clima, ai rapporti di buon vicinato, alla coesione sociale, alla cultura, alla democrazia e all’economia” afferma Reiter.

La Moda Sostenibile sfila in conferenza il 21 febbraio a Milano.

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Unisciti a noi il 21 febbraio a Milano per la Conferenza sulla Moda Sostenibile!

L’evento si terrà presso il Centro Culturale di Milano, Largo Corsia dei Servi, 4 – 20122 Milano dalle ore 14 alle 18 circa.

Dalle 14.00 la sala principale sarà il palcoscenico per diversi marchi certificati che presenteranno le loro collezioni sostenibili. Sarà una passerella che sposa stile e sostenibilità, un’opportunità per immergersi in un mondo di moda consapevole.

La giornata sarà arricchita da una serie di interventi di professionisti del settore ed esperti di sostenibilità. Paolo Bray, direttore della World Sustainability Organization, descriverà il mondo delle certificazioni ambientalimentre altri relatori approfondiranno temi come riciclo, upcycling e produzione etica, fornendo aggiornamenti ed approfondimenti ispiratori per i partecipanti alla conferenza.

 

Dopo gli interventi dei relatori, l’evento si sposterà in una sessione di networking (dalle 16.00 alle 18.00), un’opportunità per connettersi tra ospiti e relatori in un ambiente vivace e stimolante.

La Milano Sustainable Fashion Conference rappresenta una sinfonia di stile e sostenibilità, riflettendo la convinzione che la moda può essere un catalizzatore per il cambiamento positivo.

Segna la data e partecipa a una settimana di celebrazioni in cui arte, innovazione e sostenibilità si fondono.

Unisciti a noi per celebrare la creatività consapevole e per contribuire a plasmare un futuro in cui moda e responsabilità convivono armoniosamente.

Per ulteriori dettagli e iscrizioni, contattaci via e-mail a press@wsogroup.org

o via Whatsapp al numero +39 3441580067

La sostenibilità per ristoranti e bar: aperta la consultazione pubblica per il nuovo eLabel! di settore

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Sono oltre 11.000 i ristoranti e bar presenti a Milano: un numero importante che rende fondamentale il loro contributo al raggiungimento degli obiettivi climatici e di qualità dell’aria della città. A tal fine KyotoClub, in collaborazione con il Comune di Milano e AMAT, ha aperto una consultazione pubblica del Rapporto di Prodotto “Servizi di ristorazione e caffetteria” che durerà fino a fine dicembre 2023.

Cos’è un Rapporto di Prodotto?

È un documento emesso dall’Organismo Competente (in questo caso Kyoto Club) per l’etichettatura in cui sono identificati i criteri ambientali e sociali da valutare in riferimento a un determinato prodotto (nel senso più ampio del termine)

Cos’è la multietichetta eLabel!

La multietichetta eLabel! è un’etichetta ambientale “parlante” (ossia di Tipo I secondo lo standard UNI EN ISO 14024) che certifica l’eccellenza del prodotto/servizio a cui si riferisce.

Fornisce informazioni dettagliate e approfondite sulla performance ambientale del prodotto, e consente di comunicare chiaramente al consumatore i valori aggiunti delle scelte produttive.

Qual è l’obiettivo dell’eLabel!?

L’obiettivo dell’etichetta è di permettere al consumatore la comparazione tra prodotti o servizi simili che la possiedono e di valutarne le performance ambientali in modo autonomo e immediato. L’etichetta indica i prodotti qualificati ed elenca i criteri che hanno dovuto soddisfare per meritare tale qualificazione e quali valori sono stati misurati.

Perchè un eLabel! per i bar e i ristoranti  di Milano?

Il Comune di Milano, nell’ambito del Piano Aria e Clima, ha deciso di promuovere un’etichettatura per il settore per stimolare gli esercenti a rendere i loro locali più sostenibili dal punto di vista ambientale e sociale, valorizzare il loro impegno e permettere al settore di contribuire al raggiungimento degli obiettivi climatici della città.

Fino al 30 dicembre è possibile accedere alla consultazione pubblica del Rapporto di Prodotto “Servizi di ristorazione e caffetteria” ed inviare il proprio feedback per contribuire alla costruzione di uno strumento in grado di migliorare sempre di più le prestazioni degli esercizi della nostra città!

Milano tra città con peggiore qualità d’aria al mondo

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La Pianura Padana è avvolta da un’eccessiva dose di inquinamento che mette a rischio la salute delle persone. Le scarse precipitazioni e le temperature elevate hanno peggiorato la situazione, creando un’aria stagnante. La città di Milano impressiona ancora di più per i dati negativi sull’aria.

Secondo il sito svizzero IQAir, che utilizza l’indice americano Aqi (Air Quality Index), domenica l’aria milanese si è classificata come la terza peggiore al mondo con un indice di 193, superata solo da Dacca in Bangladesh, Lahore in Pakistan e Delhi in India.

La qualità dell’aria di Milano è classificata come “non salutare”. Il sito svizzero segnala che la concentrazione di PM2,5 a Milano è attualmente 29,7 volte superiore al valore annuale di riferimento della qualità dell’aria indicato dall’OMS.

In questo periodo di smog, è importante seguire alcuni consigli per proteggere la tua salute, come limitare l’uso dell’auto, preferire i mezzi pubblici o le biciclette, e non svolgere attività all’aperto nelle ore di punta. Facciamo tutti la nostra parte per lottare contro l’inquinamento atmosferico e preservare la nostra salute e quella del nostro pianeta.

Per proteggere la tua salute dai livelli elevati di inquinamento nell’aria, evita di fare attività all’aperto, chiudi le finestre della tua dimora, indossa una maschera di protezione e investi in un purificatore d’aria. Secondo le rilevazioni eseguite dall’ARPA Lombardia, l’inquinamento da PM2.5 ha raggiunto una media di 76 μg/m³, mentre il PM10 ha superato i 50 μg/m³ con una media di 100 μg/m³. Fortunatamente, i livelli di biossido di azoto e ozono si mantengono al di sotto della soglia di allarme. Se vivi in Emilia-Romagna, Veneto o Piemonte, adotta queste precauzioni per garantirti una buona qualità dell’aria che respiri e proteggere il tuo benessere.

I dati riguardanti le zone di pianura mostrano poche variazioni. Ma quali sono le ragioni? La Pianura Padana è posizionata in un’area geografica e climatica particolarmente avversa. Circondata da Alpi e Appennini su tre lati, la zona risente di una scarsa ventilazione e circolazione dell’aria. In periodi di clima come quelli di queste ultime settimane – alta pressione e temperature oltre le medie stagionali – l’aria più fredda stagna nelle pianure e, oltre a causare nebbie mattutine e notturne, impedisce il ricambio dell’aria con la conseguente accumulazione di sostanze inquinanti. Inoltre, la Pianura Padana ha una delle densità di popolazione maggiori in Europa, una condizione che porta a un alto numero di veicoli in circolazione e di abitazioni che emettono gas per il riscaldamento. Infine, ma non meno importante, la zona è caratterizzata da importanti allevamenti intensivi e coltivazioni agricole che impiegano sistemi di produzione che prevedono un ampio utilizzo di fertilizzanti, che producono ossidi di azoto.

Secondo Greenpeace, gli allevamenti intensivi sono maggiori responsabili di smog rispetto alle autovetture.

Sapevate che il 54% del Pm2.5 nell’aria non è imputabile alle automobili? Contrariamente a quanto molti credono, le principali fonti di inquinamento atmosferico sono il riscaldamento domestico e gli allevamenti. Adesso avete la risposta al perché la qualità dell’aria nella pianura padana sia tanto scadente in questi giorni – paradossalmente, superiore anche a quella dei Paesi dell’Est europeo che fanno largo uso del carbone nei processi di riscaldamento e produzione elettrica.

Spreco alimentare

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Gli italiani hanno acquisito maggiore sensibilità sul tema dello spreco alimentare, forse anche per l’aumento dei prezzi al consumo. Si spreca meno cibo rispetto al passato ma si può ancora migliorare, visto che un terzo del cibo prodotto viene scartato e il 5 febbraio-Giornata nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare è l’occasione per fare il punto e adottare comportamenti utili, anche nel nostro piccolo.

Dal 2020 la lotta agli sprechi alimentari è diventata una parte fondamentale della strategia europea (“Farm to Fork” e “Green Deal”) con l’obiettivo di dimezzare lo spreco alimentare a livello di vendita al dettaglio e da parte dei consumatori entro il 2030.

Cosa puoi fare concretamente: oltre alla predisposizione di un menu settimanale e alla lista della spesa, se puoi privilegia filiere corte e produttori locali. Infatti secondo l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), le filiere corte e locali sono in grado di abbattere i livelli di scarti e sprechi tra 5 e 9 volte.

A questa pagina puoi trovare i mercati degli agricoltori nella tua provincia.

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