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Aggiornamento sull’andamento dei mercati energetici. Gennaio 2024

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Rise in gasoline prices concept with double exposure of digital screen with growing financial chart candlestick and oil pumps on a field

Durante il mese di dicembre abbiamo registrato un andamento decisamente ribassista, infatti sia le quotazioni dell’energia elettrica che quelle del gas hanno subìto una discesa dei prezzi: le previsioni di mercato indicavano il future TTF month-ahead relativo alla consegna di gas naturale intorno a 35 €/MWh, in forte calo rispetto al mese di novembre in cui si era attestato tra 45 e 50 €/MWh e la curva forward per l’energia elettrica, invece, mostrava prezzi poco sopra i 100 €/MWh, in riduzione anche grazie al crollo del costo della CO2.

Rispetto, invece, al conflitto in medio-oriente si è assistito ad un aumento delle preoccupazioni a causa dei continui attacchi del gruppo militante yemenita Houthi, che ostacolavano il commercio marittimo causando lo spostamento di alcune rotte delle principali compagnie di trasporto navali.

Mercati energetici – aggiornamento gennaio 2024

Le quotazioni del gas naturale sul 2024 hanno perso ulteriori 4/5 €/MWh circa rispetto agli scambi di fine 2023. Solamente la consegna Q4 2024 (quarto trimestre 2024) mantiene un certo premio al rischio con i prezzi in zona 35 €/MWh.
I trader sono comunque certi che, anche in caso di prolungate ondate di gelo nei restanti mesi invernali, il sistema europeo potrà reggere senza troppi problemi, grazie soprattutto ai seguenti fattori:

  • stoccaggi che mostrano un livello di riempimento superiore all’80%;
  • idroelettrico e nucleare che stanno garantendo produzioni elevate (minore necessità di gas per la produzione di energia elettrica);
  • principali fonti di importazione stabili, compreso il GNL.

Infine, anche la CO2, grazie ad una abbondanza strutturale dell’offerta, che durerà probabilmente ancora per qualche mese, è scesa in zona 65 €/ton, in forte ritracciamento dopo la breve parentesi a 80 €/ton di fine 2023. La combinazione di queste due commodity ha spinto i prezzi dell’energia elettrica poco sotto i 100 €/MWh.

Breve focus su rotte marittime gas liquefatto (GNL)

In riferimento alle rotte di trasporto navale di gas liquefatto, rileviamo due differenti evoluzioni: da un lato il GNL proveniente dal Golfo Persico e diretto in Europa, a causa di tensioni nel Mar Rosso, rischia di essere dirottato verso altre destinazioni, di contro, osserviamo positivamente che, il GNL americano trova come rotta più conveniente le nostre coste, condizione che si è determinata a seguito di problemi tecnici sul Canale di Panama. Lo stato di fatto di questo contesto, connesso ad una domanda globale di energia estremamente debole, permette di beneficiare di un discreto eccesso di offerta.

Accademia Nazionale di Agricoltura: carne rossa può essere sostenibile

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Il suo consumo equilibrato permette di portare benefici alla salute e l’impatto ambientale degli allevamenti bovini italiani è virtuoso e contribuisce anche all’incremento delle fonti energetiche rinnovabili.”La carne rossa può essere sostenibile a livello salutistico, economico, ambientale ed etico. Il suo consumo equilibrato permette di portare benefici alla salute e l’impatto ambientale degli allevamenti bovini italiani è virtuoso e contribuisce anche all’incremento delle fonti energetiche rinnovabili”. E’ la posizione dell’Accademia Nazionale di Agricoltura emersa in occasione del convegno ‘Carni rosse: economia, salute e società. Una riflessione’, organizzato dall’Accademia presso la Sala Serpieri di Palazzo della Valle, sede di Confagricoltura a Roma. L’incontro è stato l’occasione per fornire uno sguardo approfondito sull’intera filiera della produzione di carne rossa in Italia, partendo dal comparto zootecnico fino ad arrivare alle qualità nutrizionali del prodotto e al suo impatto ambientale, con l’intenzione di fornire corrette informazioni sulla salute-ambiente A livello ambientale, “il comparto zootecnico, in particolare quello bovino, è considerato il maggiore a impatto climalterante e azotato nell’ambito delle filiere agroalimentari ma, per quanto riguarda l’Italia (dati Ispra), le emissioni riferite a tutta la zootecnia sono al 5,9%, di cui solo il 3,5% è rappresentato dalle carni (esclusi latte e uova), contro il 14,5% su scala mondiale (dati Fao) – analizza l’Accademia – In Italia, allo stesso modo, si utilizza per la produzione di carne il 25% d’acqua in meno rispetto alla media mondiale, con un notevole impatto positivo per l’ambiente”

A livello complessivo, dunque, “l’intero settore delle carni italiano (bovino, avicolo e suino) impiega per l’80-90% risorse idriche che fanno parte del naturale ciclo dell’acqua e che sono restituite all’ambiente come l’acqua piovana, mentre solo il 10-20% dell’acqua necessaria per produrre 1 kg di carne viene effettivamente consumata. Infine, una dimensione non trascurabile dell’impatto economico e ambientale di queste filiere è quello del contributo che esse forniscono, sia pure indirettamente, alla fertilizzazione azotata dei campi oltre che al recupero dei residui carboniosi dei reflui sotto forma di fonti di energetiche rinnovabili (biogas e biometano)”.

Il convegno ha visto la partecipazione di numerosi esperti del settore, professori universitari delle università di Bologna, Cattolica del Sacro Cuore, Sassari e Bari, rappresentanti della Società Italiana di Nutraceutica e della Nutrition Foundation of Italy.

“Gli impatti della carne bovina sono in linea con quelli degli altri prodotti animali e vegetale; oltre il 90% degli alimenti inseriti nel ciclo produttivo – ha sottolineato Giuseppe Pulina, Ordinario di Zootecnia Speciale Università di Sassari – del bovino da carne non sono utilizzabili dall’uomo per cui la filiera mostra una efficienza da 0,6 a 1,0 nella valorizzazione delle sostanze azotate vegetali in proteine nobili animali; i 2/3 dei terreni agricoli sono dedicati al pascolamento in quanto non utilizzabili per colture arative. Esistono ampi margini per ridurre le emissioni degli allevamenti e aumentare i sequestri di carbonio delle superfici a pascolo, che secondo i dati Fao ammonterebbero da 1,7 a 3,4 miliardi di tonnellate di CO2 l’anno, e per portare i sistemi produttivi della carne bovina verso il traguardo net zero fissato dagli accordi Cop26 di Glasgow”.

fonte adnkrons.com

LOMBARDIA, PUGLIA ED EMILIA-ROMAGNA SUL PODIO DELLA PRODUZIONE FOTOVOLTAICA

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«La Lombardia passa da 4.037 a 5.462 GWh, la Puglia da 4.580 a 5.006 GWh, l’Emilia-Romagna da 3.333 a 4.249 GWh» puntualizzano gli analisti di EnergRedE.S.Co. impegnata nel sostenere la transizione energetica delle pmi italiane.

Turismo: continuano a crescere gli agriturismi bergamaschi, tra natura e ristorazione

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Continua il trend positivo per gli agriturismi bergamaschi, confermato anche dalle festività natalizie 2023, che hanno visto crescere sempre di più l’interesse per il territorio e i suoi prodotti.

Delle 171 strutture orobiche, il 10% delle 1.700 complessive lombarde, ben 65 realtà forniscono anche il servizio di alloggio, secondo i dati più recenti di Coldiretti, mentre addirittura 150 la parte ristorazione; a livello geografico la fascia centrale della provincia con Bergamo, Ponte San Pietro e i colli di Bergamo conta 54 strutture, alle quali se ne sommano 31 in pianura, 37 dai laghi, 29 nelle valli Brembana e Imagna, e una ventina circa in valle Seriana.

Per quanto riguarda i frequentatori delle strutture, certamente turisti locali, ma non solo, come sottolinea Giovanni Ruggeri, presidente sezione agriturismi di Confagricoltura Bergamo, vicepresidente regionale e già vicepresidente di Agriturist Lombardia, attualmente gestore dell’azienda agricola Casa Martina di Zogno: “Molti arrivi da fuori provincia, in particolare milanesi, ai quali si sommano i turisti stranieri che atterrano al vicino aeroporto Caravaggio, infrastruttura fondamentale per l’incoming. Per il futuro abbiamo grandi margini di miglioramento e in questo senso spero che riusciremo a fare sempre più squadra promuovendo le nostre valli. Dall’estero – conclude Ruggeri – apprezzano molto i nostri prodotti tipici e, nonostante l’azienda agricola mi impedisca di muovermi, grazie ai miei clienti conosco il mondo perché con loro ci scambiamo racconti ed esperienze”.

fonte L’Eco di Bergamo

Milano. Obiettivi e progetti per una città sostenibile

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Milano è una delle città italiane più impegnate nella promozione della sostenibilità ambientale. Gli obiettivi e i progetti per rendere Milano una città sostenibile sono molteplici e ambiziosi. Si stanno implementando politiche volte a ridurre l’inquinamento atmosferico, promuovere la mobilità sostenibile e favorire la costruzione di edifici a basso impatto ambientale. Inoltre, la città sta puntando sull’incremento delle aree verdi e sulla gestione sostenibile delle risorse idriche. Questi sforzi riflettono l’impegno di Milano nel creare un ambiente urbano più sano e eco-friendly per i suoi cittadini.

Crescita sostenibile e riduzione delle distanze sociali e territoriali: 600 milioni di euro per l’Emilia-Romagna

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In Regione, Bonaccini e Meloni firmano l’Accordo sui Fondi di sviluppo e coesione.

Seicento milioni di euro per l’ambiente – dal contrasto alla prevenzione del dissesto idrogeologico -, per potenziare la rete ferroviaria e della viabilità, con attenzione particolare ai territori colpiti dall’alluvione dello scorso maggio, per la rigenerazione delle città, con un forte stop al consumo di suolo, e per lo sviluppo delle aree montane e interne. E poi per i giovani: dall’edilizia universitaria alla formazione, dalla ricerca all’attrattività dei talenti, fino agli impianti sportivi.

Questi gli obiettivi principali degli investimenti garantiti dal Fondo sviluppo e coesione (Fsc) 2021-2027. Un piano di interventi strategico e risorse che la Regione Emilia-Romagna – attraverso la programmazione condivisa coi territori – ha deciso di impiegare per lo sviluppo e la crescita sostenibili, rimuovendo il più possibile squilibri economici e sociali.

Questa mattina, a Bologna, nella sede dell’Amministrazione regionale, la firma dell’Accordo FSC tra la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, presente il ministro per gli Affari europei, le Politiche di coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto.

Dei fondi complessivi attribuiti alla Regione (588 milioni), 107,7 milioni sono già stati assegnati a titolo di anticipazione a fine 2021 e sono già stati destinati al finanziamento di interventi con immediato avvio dei lavori per l’ammodernamento della rete ferroviaria regionale, la manutenzione della rete stradale provinciale e il contrasto al dissesto idrogeologico. Queste risorse, attraverso il meccanismo del cofinanziamento, hanno già attivato investimenti complessivi pari a oltre 195 milioni. 

La quota maggiore di risorse Fsc, pari a 480,6 milioni di euro, servirà ora per ulteriori interventi sul fronte del contrasto e della prevenzione del dissesto idrogeologico, per il potenziamento delle infrastrutture viarie, il rafforzamento dell’edilizia universitaria, la realizzazione di spazi per la formazione terziaria, la qualificazione degli impianti sportivi, la rigenerazione urbana, lo sviluppo sostenibile delle città e delle aree montane e interne. Parte della dotazione sarà inoltre utilizzata per cofinanziare gli investimenti e le azioni dei Programmi europei, sui quali la Regione Emilia-Romagna sta procedendo speditamente. Scelte coerenti con la programmazione strategica regionale, condivisa con il Patto per il Lavoro e per il Clima, che si pongono in una logica di integrazione e di complementarità da una parte con i programmi regionali finanziati dai fondi europei e dall’altra con le opportunità offerte dal Piano nazionale di ripresa e resilienza.

L’Accordo individua interventi puntuali, come quelli rivolti alla sicurezza del territorio, e altre linee di azione da attuare attraverso procedure negoziali, bandi e manifestazioni di interesse rivolti agli Enti locali. Sulla base dei cofinanziamenti attualmente previsti, la risorse FSC complessivamente programmate attiveranno investimenti per un minimo di 800 milioni di euro.

Che cos’è la legge sui sistemi alimentari sostenibili?

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Nell’ambito della strategia europea Farm to Fork, la Commissione europea dovrebbe pubblicare per settembre 2023 una proposta di legge quadro sui sistemi alimentari sostenibili. Si tratta di un’occasione unica nella vita per migliorare il nostro sistema alimentare.

Oltre che stabilire obblighi giuridicamente vincolanti per favorire la transizione verso sistemi alimentari sostenibili, la legge affronterà le molteplici dimensioni e sfide del nostro sistema alimentare.

Se scritta correttamente, potrebbe integrare la sostenibilità in tutti i settori legati all’alimentazione come la salute, l’ambiente, il commercio e l’agricoltura, affrontando al contempo problemi come la disuguaglianza nell’accesso al cibo sano e a prezzi giusti, le pratiche agricole non sostenibili e la concentrazione di potere e ricchezza da parte dell’industria alimentare.

Tuttavia, dopo la pubblicazione delle strategie Farm to Fork e Biodiversità, chi ha interesse a mantenere lo status quo ha iniziato ad attaccare le politiche alimentari sostenibili. Un’opera di resistenza tanto più evidente nelle diffuse campagne allarmistiche che fanno leva su affermazioni infondate secondo cui l’aumento degli standard di sostenibilità minerebbe la sicurezza alimentare dell’Europa.

Qual è il problema del nostro sistema alimentare?

Nell’ultimo anno, i cittadini europei hanno dovuto far fronte a un’impennata senza precedenti dei prezzi dei prodotti alimentari, e al contempo i costi di produzione degli alimenti sono saliti alle stelle. Attualmente sono circa 38 milioni le persone in Unione europea in condizioni di insicurezza alimentare. Una tendenza che dal 2015 è in costante aumento a causa degli accadimenti globali.

Oltre a queste debolezze economiche e sociali, un altro dato è allarmante: i nostri attuali sistemi alimentari stanno causando danni incalcolabili al pianeta su cui viviamo. La produzione agricola sempre più intensa, che include l’uso prolungato e addirittura aumentato di input sintetici dannosi, ha gravemente degradato il suolo europeo e decimato la biodiversità.

Gli attuali modelli su cui si basa la nostra produzione alimentare non sono equi. Mentre le agroindustrie e la grande distribuzione realizzano profitti record, la maggior parte delle persone è in difficoltà e molti agricoltori di piccola scala sono costretti a chiudere le proprie attività.

La realtà è chiara: i cittadini europei sono consapevoli delle crisi che stiamo affrontando e vogliono essere parte della soluzione. Come consumatori abbiamo un potere, che tuttavia è compromesso perché le nostre scelte alimentari sono pesantemente influenzate e orientate verso l’acquisto di alimenti non sostenibili.

L’Unione europea è a un bivio. Da un lato un pericolo reale, concreto, dall’altro una grande opportunità di poter cambiare. La nostra opportunità è una transizione verso sistemi alimentari sostenibili in cui tutti i cittadini abbiano accesso a cibi sani e sostenibili e in cui, dal campo alla tavola, siamo dalla parte della natura e non contro di essa. Una legge europea ambiziosa sui sistemi alimentari sostenibili può e deve guidare questa transizione.

I cittadini europei chiedono sistemi alimentari migliori

La coalizione europea Good Food Good Farming (Gfgf), di cui Slow Food è parte, ha lanciato all’inizio dell’anno una campagna per difendere e promuovere l’urgente necessità di una transizione verso sistemi alimentari sostenibili in Europa.

Lo scorso maggio, 11 diverse organizzazioni in tutta Europa tra cui Slow Food, hanno organizzato i Food for Talk: iniziative, incontri e visite per ascoltare le istanze di tutti i diversi attori della catena alimentare sui sistemi alimentari sostenibili. Dai mercati in Lettonia alle mense in Germania, dai produttori agricoli serbi ai pescatori tedeschi agli attivisti italiani, tante voci hanno scambiato i propri punti di vista sul cibo e sull’agricoltura.

Insieme, hanno elaborato le richieste da rivolgere ai nostri decisori politici europei. Il messaggio è chiaro: vogliamo un futuro in cui il cibo buono e sostenibile sia un diritto per tutti, non un privilegio per pochi.

Come consumare meno energia elettrica a casa

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Vuoi sapere come ridurre i consumi elettrici in casa? Vai in giro per la casa al buio, aiutandoti con le mani all’inizio, e dopo un po’ i tuoi occhi si abitueranno all’oscurità. Sto scherzando dai, mi sentirei troppo in colpa, per tutta la gente rotolata giù per le scale, e per tutte le volte che battereste il mignolino del piede. Come possiamo fare quindi a ridurre i nostri consumi e non tornare alla vita del ‘700?

Quanto consumiamo?

Innanzitutto, possiamo dirvi che in Italia il consumo di energia elettrica pro -capite è di 4703 kwh. È poco o è tanto? Considerando che un cittadino Indiano ne consuma in media 857, possiamo dire che è tanto. Quindi sì, dobbiamo ridurre i nostri consumi, e dobbiamo farlo in fretta, perché, come dicono gli scienziati, per il pianeta “non c’è più tempo”.

Il 41.7% delle emissioni totali di gas serra viene emesso dalla produzione di energia.

Cosa fare per ridurre queste emissioni?

Per ridurre questa componente delle emissioni di gas serra esistono almeno 3 modi:

  • Scegliere una fornitura energetica proveniente da fonti rinnovabili. Questo porta a un cambiamento nella domanda, che alla lunga spinge il mercato a utilizzare solo fonti rinnovabili.
    In Italia vi sono diversi produttori che utilizzano energie rinnovabili.
  • Ridurre i nostri consumi, in modo che non sia più necessario produrre tutta questa energia, e facendo così in modo che le attuali fonti rinnovabili soddisfino la domanda. Così renderemmo superflua la produzione di energia da fonti inquinanti.
  • Il settore industriale è uno dei più energivori. Attraverso un acquisto consapevole e informato, possiamo pilotare il mercato verso quelle industrie che fanno uso di green energy.

 

Consigli per ridurre i consumi

 

ridurre consumi elettrici casa  -lampadina che stacca da sola

 

In questo articolo ci occuperemo di come ridurre i consumi elettrici nella nostra abitazione e nella nostra routine. Ricordiamoci, però, che anche i fattori sopra elencati sono importanti.

Ecco a voi 10 consigli, per ridurre i nostri consumi energetici:

  1. Spegni!
    Abituati a spegnere tutto quello che non usi. Spegni tutto quello che non ti serve in quel momento, dalla lampadina del soggiorno se sei in cucina, alla televisione che nessuno sta guardando. So che è facile dimenticarsene o non prestarci attenzione, ma dobbiamo impegnarci. Installa sensori di movimento nelle aeree comuni, o in quelle meno utilizzate, così le luci resteranno accese solo quando c’è qualcuno.
  2. Spegni quando vai in ferie
    Se parti per una vacanza ricordati di spegnere tutto. Finisci quello che c’è in frigo e in freezer, per poterli svuotare e spegnere, perché consumano molta energia. Adesso non dico di farti un’indigestione il giorno prima delle ferie, però organizzati per tempo.
    Stacca la spina di tutti gli elettrodomestici, perché consumano anche quando sono in standby. Prometto, che vengo io a ripristinarti il modem, se non parte più.
  3. Usa la luce naturale
    Quando puoi utilizza la luce del sole. Solleva le tapparelle e fai entrare la luce naturale. Posiziona la scrivania vicino a una finestra e utilizza colori chiari per colorare i muri, così daranno più luminosità all’ambiente. Quando realizzi casa, informati per un buon progetto di illuminotecnica.
  4. Passa al led
    Cambia le tue vecchie lampadine con quelle a led. Giuro che non sono pagato dalla Philips per dirlo, ma consumano molto meno e durano molto di più. Costeranno un po’ di più, ma ti faranno risparmiare in bolletta, e nel lungo periodo spenderai meno anche perché dovrai cambiarle più raramente.
  5. Usa la luce giusta
    Non usare una lampada troppo potente perché “tanto le prendo tutte uguali che va bene”. Ogni stanza ha bisogno solo della giusta quantità di luce. Non serve tenere gli occhiali da sole nel ripostiglio perché è stata montata una luce troppo potente.
  6. Verifica quanto consumi
    Leggi la bolletta energetica e verifica se gli sforzi che stai compiendo ti stiano facendo consumare meno. Se è così, festeggia pure, pensando che stai aiutando il pianeta e che stai risparmiando. Se non stessi consumando meno, valuta su cosa potresti migliorare.
  7. Scegli elettrodomestici efficienti
    Quando acquisti un nuovo elettrodomestico, verifica la classe energetica a cui appartiene e prediligi quelli in classe energetica A+++. Consumano molto meno, e anche se gli avrai pagati di più, alla fine, avrai un ritorno economico in bolletta.
  8. Usa il meno possibile il condizionatore
    Eh la fai facile tu, mi direte, che vivi in montagna al fresco. Se l’afa si fa insopportabile, e si rende necessario il condizionatore, non farti prendere la mano cercando di ricreare il clima artico in soggiorno. Utilizzalo solo quando sei in casa e spegnilo quando esci. Un miglioramento dell’isolamento termico della casa potrebbe aiutarti, sia per la gestione del caldo che del freddo.
  9. Utilizza bene gli elettrodomestici
    Usa la lavatrice solo a pieno carico, e prediligi lavaggi a basse temperature. Fai il prelavaggio manuale delle stoviglie e utilizza la lavastoviglie a pieno carico. Utilizza sempre i programmi ECO se sono presenti. Evita l’asciugatrice quando possibile e piuttosto stendi i panni, così facendo gli allungherai anche la vita. Non aprire il frigorifero per poi tenerlo aperto un quarto d’ora mentre cerchi l’ispirazione per il piatto perfetto. L’ambiente interno si riscalderà e il frigo consumerà molta più energia per tornare in temperatura.
  10. Usa in maniera efficace il forno
    Non potrei pensare di fare a meno del forno, perché anche se consuma parecchio, è quel luogo magico dove nasce la pizza. Utilizza però la funzione ventilata, che ridistribuisce meglio il calore e accorcia i tempi di cottura. Evita di aprire lo sportello ogni tre secondi per vedere se è cotto, perché il forno perderà calore.

 

Questi sono solo una parte delle soluzioni che potreste adottare per ridurre i consumi. Col tempo ve ne verranno in mente altre, e potreste quasi ritrovarvi ad aspettare con ansia la bolletta, per vedere quanto siete stati bravi quel mese.

Ognuno troverà il giusto compromesso tra quello che dovrebbe fare e quello che potrà fare. Ci sarà quello che correrà in giro per la casa a spegnere le luci di tutta la famiglia, non potendo però rinunciare a tenere il condizionatore a 19 gradi in piena estate. Ma va bene, purché qualcosa si sia fatto.

Cicloturismo

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Sembra strano dire di usare la bicicletta per scoprire un nuovo modo di viaggiare. La bicicletta è il più antico mezzo di trasporto personale a trazione non animale. Negli anni però, è passata da mezzo di trasporto a un modo per mantenersi in forma o fare sport. L’automobile e gli altri mezzi a motore ne hanno soppiantato il ruolo. Ma negli ultimi anni il trend sta cambiando, si registrano incrementi sia nella vendita di biciclette che nella pratica del cicloturismo.

Un settore in crescita

Nell’ultimo anno l’aumento di vendite di biciclette ed e-bike, in Italia, è stato del 20%1. Non è stato solo merito del cosiddetto bonus bici, perché anche negli anni precedenti il settore ha avuto una forte rialzo.

I cicloturisti, nell’ultimo anno, sono aumentati del 26%, e del 41% dal 2013 al 20182. Le strutture cosiddette bike friendly – che offrono particolari servizi a supporto del cicloturista –sono in crescita, ed è sempre più facile organizzare il proprio viaggio in bicicletta. Esistono tour organizzati, oppure tantissimi itinerari già predisposti per il cicloturismo.

Perché dovrei pensare di viaggiare in bicicletta?

Va bene, l’anno scorso ho tirato fuori la bici dalla cantina a maggio, e mi è piaciuto andarci, ma perché dovrei viaggiarci? Ho la macchina e un volo in aereo costa meno di una cena al ristorante, non ne vedo il motivo. La bicicletta va bene, mi piace fare un giretto con la famiglia, o un allenamento con gli amici, ma finisce li. Quando vado in vacanza ci voglio arrivare in fretta e poi rilassarmi, altro che stare lì a pedalare e sudare. In più dai, in viaggio ce ne è sempre una, piove, oppure fa caldo, e poi sono sfortunato chissà quante volte forerò.

È questo quello che tanti di noi, e anche io in passato, potrebbero pensare quando parliamo di cicloturismo. Vorrei, però, proporvi delle riflessioni che potrebbero farvi cambiare idea, o darvi la spinta decisiva per partire e scoprire questo meraviglioso modo di viaggiare.

Una vacanza per tutti

Non sono un atleta super allenato, e non ho molta esperienza in bici, che posso fare? Non c’è nessun problema, non occorre essere allenati, o fare 200 km al giorno per godersi il cicloturismo. Si può decidere di viaggiare leggeri, fare pochi chilometri al giorno in tutta tranquillità, godersi semplicemente il paesaggio, o andare all’avventura. Possiamo partire da soli – fidatevi io l’ho fatto ed è stato bellissimo -, in famiglia, o con un gruppo di amici.

Non dobbiamo neanche necessariamente partire in bicicletta dal garage di casa. Ormai esistono molti treni o autobus di linea che, con un piccolo supplemento, ti lasciano portare a bordo la tua bicicletta. Io mi sono fatto Trento-Roma, con la mia bici caricata sull’autobus, con 20 euro. Vorresti pedalare per le colline toscane ma abiti in Piemonte? Carica la tua bici in treno e parti.

bicicletta riscoprire bellezza viaggio
signora che pedala

Il viaggio dentro al viaggio

Se la parte migliore del viaggiare fosse il viaggio in sé, anziché la destinazione? Se ci stessimo perdendo qualcosa cercando sempre il modo di viaggiare più veloce? Ok scusate, forse sto filosofeggiando, ma volevo solo spiegare come possano esserci delle alternative all’attuale sistema di turismo. Non esiste solo il modello attuale del visita il più possibile, nel minor tempo possibile, o fai le foto più belle e poi torna a casa a far invidia agli amici.

Gli attuali mezzi di trasporto svolgono efficacemente il loro compito, e in poco tempo ci portano a destinazione. Alle volte però, varrebbe la pena prendersi un po’ più tempo per il viaggio, e godersi il tragitto. Il viaggiare lento, che sia in bicicletta o a piedi, aiuta a farci davvero scoprire l’essenza di un territorio, come il finestrino di un’auto o di un aereo non riescono a fare.

Spesso viviamo il tragitto verso la nostra meta di vacanza come una seccatura necessaria, che cerchiamo di fare durare il meno possibile. È questo il punto! Il tragitto verso la destinazione può essere il momento migliore del nostro viaggio.

Viaggiare in bici per l’ambiente

Circa il 60% delle emissioni del settore dei trasporti in Europa sono dovute alle autovetture private3. Inevitabilmente, una parte di questi viaggi è effettuato a scopo ricreativo, o per andare in ferie. Il cicloturismo, o in generale la mobilità in bicicletta, possono ridurre di molto l’impatto ambientale del trasporto privato. Non è solo un modo divertente e suggestivo per spostarsi, ma alle volte, soprattutto nei centri urbani, può risultare anche più rapido.

Sei stufo di cercare parcheggio a lungo per poi finire lontano dalla tua destinazione, e dover pagare un salasso al parchimetro? Arrivaci in bicicletta e parcheggiala nelle apposite rastrelliere, ne avrai guadagnato in serenità e portafoglio.

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biciclette parcheggiate

La bicicletta per volerci bene

Giovenale, un poeta romano, circa due millenni fa diceva mens sana in corpore sano, e aveva proprio ragione. Il ciclismo fa star bene sia nel corpo che nella mente. Rinforza i muscoli, migliora il sistema cardiocircolatorio riducendo l’insorgenza di possibili malattie legate ad esso, e aiuta a controllare il diabete. Ovviamente vi sono numerosi altri effetti benefici, sia a livello fisico che mentale.

Voler bene a noi stessi vuol dire anche farci vivere esperienze emozionanti, e aiutarci a eliminare lo stress. Su questi fattori il cicloturismo funziona perfettamente, poche cose mi hanno mai dato un senso di pace così grande come pedalare sulle tranquille colline toscane, o attraverso i bellissimi paesaggi dello Stivale. In questa società moderna è difficile eliminare totalmente i pensieri, e rilassarsi completamente, sovraccarichi come siamo di stimoli e informazioni. Pedalare tutto il giorno, e vivere seguendo dei ritmi tutti tuoi, può aiutarti a trovare quella pace che ricerchi in una vacanza. Ma non è solo questo, in base a come organizzi il tuo viaggio, potresti vivere avventure che ti mettono alla prova, o scoprire aspetti di te che non conoscevi.

Scoprire il territorio e le sue persone

Se vuoi veramente scoprire il territorio che desideri visitare, fallo dal sellino di una bicicletta. Ti accorgerai che, mentre stai passando da quel piccolo paesino in cima alla montagna, e arrancando in salita ti guarderai attorno, tutti i dettagli ti appariranno più nitidi. Vedrai che dopo un po’ di tempo in bici da solo, avrai voglia di scambiare due chiacchiere con i passanti, o con gli avventori del bar di paese, e magari fermarti a bere un bicchiere di vino locale – solo uno mi raccomando, non vi voglio sulla coscienza. Vedrai che dopo una bella pedalata i paesaggi davanti a te avranno un diverso sapore.

E la fatica?

È inutile negare che la bicicletta sia anche spesso fatica, ma dove sta scritto che la fatica sia una cosa che vada evitata a tutti i costi? Personalmente penso che un po’ di fatica nobiliti l’esperienza e gli dia un senso particolare. Non vi dico di arrivare alla fine della tappa e crollare a terra davanti alla porta dell’albergo. Ognuno può rapportare l’esperienza alle sue possibilità e desideri. Non cercate di fare cose troppo sopra alle vostre possibilità, perché potreste trasformare l’esperienza in un incubo.

Iniziate con calma e ascoltate il vostro corpo, se non siete abituati al ciclismo.

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ciclisti

Oltre il cicloturismo

Una volta che avrai iniziato a viaggiare in bicicletta, capirai come, oltre che ecologico e salutare, sia anche applicabile alla vita di tutti i giorni. Prova a spostarti in bicicletta più spesso nella vita quotidiana. Inizia da piccoli tragitti – ad esempio per andare a prendere il pane -, e valuta anche le differenze di tempo. Vai al lavoro in bici, casomai fai una prova un giorno che non lavori, per verificare il tempo impiegato e non rischiare di arrivare in ritardo. Non sempre il viaggio per andare al lavoro deve essere sinonimo di noia e frustrazione.

Provare per credere

Non sei ancora convinto che il cicloturismo sia la tipologia di vacanza giusta per te? Sali in sella e prova, non comprare tutto il materiale necessario, se hai già una bicicletta usa quella – a patto che non sia quella vecchissima Graziella della nonna -, non servono bici particolari per la prima esperienza di cicloturismo.

Se non vuoi subito fare un viaggio troppo impegnativo, anche un weekend può andare bene per farti un’idea. All’inizio basta uno zainetto, o ancor meglio una borsa da bicicletta, pochi vestiti, e tanta voglia di mettersi in gioco. Parti da solo, o trova qualcuno che vuole condividere questa esperienza con te, e attento, perché una volta iniziato è difficile smettere.

Per me, ciclista da pochi anni, la scoperta del cicloturismo è stata una vera e propria svolta nel modo di concepire il viaggiare.

Anche attraverso il trekking si riescono a vivere bellissime emozioni, riscoprire il territorio e noi stessi. Quindi cosa stai aspettando? Inforca la bici, oppure carica in spalla lo zaino, e parti, forse ci incontreremo su qualche sentiero, o bella strada, tra le meraviglie del nostro paese.

fonte viviamosostenibile.it

PlayEnergy: il gioco dell’energia diventa social

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Si presenta ricca di novità la quarta edizione di PlayEnergy, il nostro progetto dedicato ai giovani per incoraggiarli, attraverso il gioco, a adottare comportamenti virtuosi e sostenibili, in particolare nell’uso dell’energia.

 

Quarta edizione: cosa cambia e cosa resta

La novità più significativa è la dimensione social: da quest’anno la piattaforma su cui si gioca sarà integrata con i principali social network (come Facebook, X, LinkedIn, Instagram, TikTok), per favorire il coinvolgimento individuale e aumentare la visibilità del lavoro dei partecipanti. Fra le altre novità, i premi che saranno elargiti in gift-card che i partecipati potranno “acquistare” sul portale in qualsiasi momento, utilizzando i punti accumulati.

Inoltre il focus si sposta sul cuore della sostenibilità, cioè sugli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite (Sustainable Development Goals – SDG), e in particolare su quelli che il nostro Gruppo ha preso come punto di riferimento per misurare le proprie prestazioni: SDG 13 (Lotta contro il cambiamento climatico), SDG 7 (Energia pulita e accessibile), SDG 9 (Imprese, innovazione e infrastrutture) e SDG 11 (Città e comunità sostenibili).

Si amplia poi la fascia di età coinvolta: possono partecipare i giovani dai 14 ai 25 anni (e non più solo fino ai 20 anni): un modo per intercettare anche il segmento cruciale degli studenti universitari e di chi è già entrato nel mondo del lavoro. Per quanto riguarda gli studenti, si conferma che riceveranno supporto da parte dei loro docenti.

L’approccio è sempre quello improntato alla gamification, con l’adozione dei meccanismi tipici del gioco: classifiche, medaglie, livelli. Resta immutata anche l’ambientazione, quella di un fumetto fantascientifico, sempre molto amata soprattutto dai giovani. Con l’intervento dell’intelligenza artificiale, poi, quest’anno la fantascienza incontra la scienza.

 

Le regole del gioco

Ogni giocatore parte da un punteggio che rappresenta le emissioni di anidride carbonica prodotte procapite annualmente e che, ai fini del gioco, viene convertito in un indicatore di fantasia, i KGI, ovvero i kilogrammi di ignoranza: lo scopo del gioco è arrivare a zero. Da qui il nome della piattaforma di gioco: Road to 0.

Per cogliere l’obiettivo si devono compiere missioni che hanno per tema i quattro SDG selezionati e che possono essere di vario tipo: per esempio, rispondere a domande dopo un video o dopo aver letto un documento, risolvere quiz, creare un contenuto e postarlo sui social, mettere like e condividere post, invitare altri utenti a registrarsi alla piattaforma e a completare almeno una missione a loro volta.

Man mano che un giocatore riduce i KGI, ottiene delle medaglie, con le quali può avanzare di livello: si va da quello iniziale (Eco Explorer) fino al sesto e ultimo (Zero Champions).

 

Riassunto delle puntate precedenti

Le prime tre edizioni di Play Energy hanno fatto registrare complessivamente oltre 28.000 partecipanti. Il focus è stato posto di volta in volta su diversi aspetti della sostenibilità: per esempio, nel 2021 il tema era l’economia circolare e in particolare la progettazione delle città circolari del futuro.

L’edizione del 2022 invece è stata incentrata sul tema dell’elettrificazione, per sensibilizzare le nuove generazioni su un pilastro fondamentale della transizione energetica ancora troppo poco presente nella percezione comune.

 

Come partecipare

La quarta edizione, che inizia il 30 ottobre 2023 e termina il 15 marzo 2024, è aperta ai giovani di quattro Paesi: Italia, Brasile, Colombia e Cile.

Per partecipare, si può raggiungere la piattaforma “Road to zero” dalla landing page playenergy.enel.com oppure dai singoli domini divisi per lingua: roadtozeroplayenergy.it per l’Italia, pt.roadtozeroplayenergy.it per il Brasile, es.roadtozeroplayenergy.it per Cile e Colombia.

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