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IMPIANTI FOTOVOLTAICI, PREVISTI 35 GW PER IL 2024: ECCO LA «GEOGRAFIA ENERGRED» DEL FOTOVOLTAICO

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«Per potenza installata, la graduatoria 2024 del fotovoltaico vede il sorpasso della Puglia da parte del Veneto e dell’Emilia-Romagna» mettono in evidenza gli analisti di EnergRed, considerata oggi la “Ferrari del fotovoltaico”, la prima E.S.Co. in Italia a fornire impianti fotovoltaici nella modalità “Care&Share” che —contrariamente alle proposte dei suoi competitor— non prevede alcuna esposizione finanziaria da parte del cliente per l’acquisto o la gestione dell’impianto (costo zero).

Le proiezioni sono di EnergRed che, basandosi sul Rapporto statistico solare fotovoltaico di aprile 2023 del Gestore Servizi Energetici (GSE) e sugli ulteriori dati del GSE e di Terna di cui al rapporto “Infovoltaico” al 30 settembre 2023, ha calcolato la situazione al 31 dicembre 2023 ed ha poi stimato il trend 2024 calcolando la probabile situazione al 31 dicembre 2024.

Sul podio di quest’anno per potenza installata troviamo dunque la Lombardia che al 31 dicembre 2024 conterà con una potenza installata stimata in 5.114 MW, il Veneto (3.957 MW) e l’Emilia Romagna (3.568 MW); a seguire Puglia (3.548 MW), Piemonte (3.091 MW), Sicilia (2.323 MW), Lazio (2.186 MW), Sardegna (1.542 MW), Marche (1.502 MW) e Toscana (1.484 MW).

E poi ancora Campania (1.474 MW), Friuli-Venezia Giulia (1.120 MW), Abruzzo (1.120 MW), Calabria (844 MW), Trentino-Alto Adige (843 MW), Umbria (705 MW), Basilicata (497 MW), Liguria (235 MW), Molise (229 MW) e Valle d’Aosta (41 MW).

«Si può risparmiare dal 50 all’80%, per questo un numero sempre maggiore di aziende e di privati opta per gli impianti fotovoltaici» spiega Moreno Scarchini, ceo di EnergRed.

La metodologia EnergRed prevede un contratto di PPA (Power Purchase Agreement) della durata di 12 anni, durante i quali il cliente è libero di auto-consumare l’energia a chilometri zero, prodotta dall’impianto, pagandola ad un costo fisso molto inferiore rispetto a quello della rete. Poi, alla fine del contratto, l’impianto fotovoltaico viene ceduto gratuitamente al committente, che potrà continuare la sua attività senza pensieri, senza aver investito nulla.

«È come se vi regalassero un’automobile, con la possibilità di avere il carburante ad un prezzo basso e fisso, prezzo che dopo 12 anni si azzera. Inoltre, non si tratta di un’auto qualsiasi, ma di una Ferrari, dato che i nostri impianti sono realizzati a regola d’arte, con materiali di altissima qualità e con attenzione alle esigenze dell’utilizzatore» conclude l’ingegnere Moreno Scarchini, fondatore e CEO di EnergRed.

Realacci: Nel 2024 green e coesione per rilanciare l’economia e non lasciare indietro nessuno. Già 3,2 milioni i green jobs.

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La COP28 di Dubai è andata meglio di come molti temevano. L’intesa raggiunta è nel solco degli accordi di Parigi e per la prima volta pone esplicitamente il problema dei combustibili fossili. È giusta la scelta dell’Europa di puntare su coesione, transizione verde e digitale per costruire un’economia più a misura d’uomo e per questo più forte. Dopo Dubai tocca oltre che ai governi, alla società e all’economia. L’Italia può dare un forte contributo se fa l’Italia e incrocia la green economy con la qualità, l’innovazione, la bellezza.

Realacci: Nel 2024 green e coesione per rilanciare l’economia e non lasciare indietro nessuno. Già 3,2 milioni i green jobs.

 

“La COP28 di Dubai è andata meglio di come molti temevano. L’intesa raggiunta è nel solco degli accordi di Parigi e per la prima volta pone esplicitamente il problema dei combustibili fossili. È giusta la scelta dell’Europa di puntare su coesione, transizione verde e digitale per costruire un’economia più a misura d’uomo e per questo più forte. Dopo Dubai tocca oltre che ai governi, alla società e all’economia. L’Italia può dare un forte contributo se fa l’Italia e incrocia la green economy con la qualità, l’innovazione, la bellezza. Accelerare gli investimenti nella transizione verde e nelle energie rinnovabili aumenta la stabilità finanziaria come dimostrano gli studi della BCE e della Banca D’Italia, dà forza al made in Italy, riduce i costi a medio termine per famiglie e imprese, rafforza la nostra indipendenza energetica. Secondo il rapporto GreenItaly realizzato da Fondazione Symbola e Unioncamere già un terzo delle imprese italiane (510mila) hanno investito negli ultimi 5 anni nella green economy. Sono imprese che in tutti i campi innovano di più, esportano di più, producono più posti di lavoro. Sono già oggi 3,2 milioni i green jobs. L’Italia è il Paese europeo con il più alto tasso di riciclo sul totale dei rifiuti speciali e urbani (83,4%), un valore superiore alla media europea (53,8%) e a quello di Germania (70%). Un risultato che determina una riduzione annuale delle emissioni pari a 23 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio e a 63 milioni di tonnellate equivalenti di CO2”.

 

Lo ha dichiarato Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola.

Osservatorio economia circolare e transizione energetica

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L’Osservatorio per l’economia circolare e la transizione energetica è un tavolo di confronto istituzionale, istituito ad ottobre 2018, per la condivisione degli obiettivi strategici delle politiche regionali per il clima e per la sostenibilità dell’uso delle risorse con tutti gli attori del territorio. La partecipazione al dibattito istituzionale è aperta a tutte le associazioni di categoria, alle organizzazioni sindacali, alle università e agli enti di ricerca, alle associazioni degli enti locali, alle associazioni ambientaliste, alle associazioni dei consumatori.

L’Osservatorio è organizzato in tavoli di coordinamento permanenti che definiscono gli indirizzi, gli obiettivi e i risultati attesi del processo di costruzione comune delle politiche e strategie regionali per l’ambiente e il clima – il coordinamento tecnico è in capo alla Segreteria Tecnica e il coordinamento istituzionale al Tavolo Istituzionale – e in tavoli tematici che elaborano specifici contributi da integrare nei nuovi piani e programmi regionali. Ai tavoli tematici sono invitati, oltre ai membri formali dell’Osservatorio, enti, organizzazioni ed esperti con specifica esperienza e competenza nel settore e nei temi oggetto di confronto tecnico.

Ad oggi sono stati attivati i seguenti tavoli tematici:
  • Area Economia Circolare
    • Fanghi da depurazione
    • Rifiuti da costruzione e demolizione
    • Scorie di fusione
    • Spreco alimentare
    • Plastiche – Progetto Plasteco
    • Progetto Circe
  • Area Transizione Energetica
    • Efficienza energetica
    • Fonti energetiche rinnovabili

Ecco i 17 obiettivi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile

Scopri il Protocollo sviluppo sostenibile 2023 – 2027 di Regione Lombardia

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È disponibile online il documento del Protocollo sviluppo sostenibile 2023 – 2027 di Regione Lombardia.

Si tratta della seconda edizione, avviata con l’inizio della XII Legislatura di Regione Lombardia e valida fino al suo termine, del memorandum con cui Regione e gli attori del territorio si impegnano a perseguire gli obiettivi di Agenda 2030 declinati nella Strategia regionale per lo sviluppo sostenibile e acquisiti nel Programma Regionale di Sviluppo Sostenibile – PRSS.

Al Protocollo possono aderire tutti i soggetti portatori di interessi pubblici e collettivi, come associazioni di categoria e della società civile, enti no profit, fondazioni.

Anche in questa seconda edizione, l’adesione al Protocollo comporta la presentazione di un programma di coinvolgimento dei soggetti tramite una serie di impegni.

Le sottoscrizioni al nuovo Protocollo sviluppo sostenibile 2023 – 2027 si sono aperte il 26 ottobre 2023, quando l’intera Giunta regionale ha aderito al Protocollo insieme ad associazioni e rappresentanze di categoria.

Da qui in avanti, il Protocollo permetterà di tenere aperto un dialogo continuo tra Regione e gli attori territoriali, per scambiare informazioni, coordinare le attività e monitorarne l’attuazione.

Le azioni dei firmatari del Protocollo saranno pubblicate da Regione a gennaio.

Consulta il Protocollo sviluppo sostenibile 2023 – 2027 e scaricalo dal sito di Sviluppo sostenibile a questo link.

Dieci consigli per praticare uno stile di vita più sostenibile

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Bastano pochi e semplici gesti quotidiani per rendere il nostro modo di vivere più ecologico e rispettoso del pianeta.

  1. Consumare prodotti locali: il trasporto di prodotti da lontano fa consumare petrolio e aumentare l’effetto serra.
  2. Usare al meglio gli elettrodomestici: lo “stand-by” della televisione o del pc consuma, quindi inquina. Ideale sarebbe anche usare lavastoviglie e lavatrice a pieno carico: si usa la stessa quantità d’acqua che con un carico ridotto. Lo stesso dicasi per la temperatura di lavaggio: un ciclo a 30 gradi richiede 80 litri, a 90 il doppio.
  3. Regolare la temperatura interna della casa a non più di 18 gradi: ogni grado in meno consente un risparmio di circa il 7% sulle spese di riscaldamento.
  4. Usa e getta? No grazie. Per esempio, usando pile ricaricabili che si possono ricaricare fino a 500 volte. E contro i sacchetti di plastica, l’ideale sono le borse in cotone.
  5. Mangiare frutta e verdura (se biologiche, meglio): la produzione di carne bovina è fra le principali responsabili delle emissioni mondiali di gas serra, oltre a favorire, per il suo sfruttamento intensivo, la deforestazione.
  6. Far durare il più a lungo gli oggetti. Ogni cosa che noi usiamo prima o poi diventerà infatti un rifiuto. Molti prodotti sono un rifiuto già sullo scaffale del supermercato, come per esempio gli imballaggi.
  7. Differenziare i rifiuti. Differenziare consente di riconvertire e recuperare l’80% di ciò che buttiamo. Imparare a riconoscere ciò che buttiamo, responsabilizza anche a fare acquisti consapevoli.
  8. Usare il meno possibile l’auto, o condividerla con più persone (car- sharing o car pooling). E, appena possibile, alimentarle con combustibili poco inquinanti (metano e gpl): il costo di installazione di un impianto oscilla tra i 900 e i 2000 euro, ma l’ammortamento è molto rapido. Un vantaggio immediato.
  9. Fare attenzione all’acqua che si consuma: quando si lavano i denti si può arrivare a gettare anche 30 litri d’acqua; 3 minuti di doccia corrispondono a 40 litri d’acqua, 10 minuti a 130 litri.
  10. Informarsi con intelligenza: l’attenzione verso il mondo dell’ecologia e della sostenibilità è la prima forma di consapevolezza e di risparmio. Senza sprecare la carta.

Sostenibilità ambientale: lo sviluppo che rispetta il Pianeta

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Cosa s’intende per sostenibilità ambientale

Con sostenibilità ambientale si identifica un sistema capace di coniugare la produzione di beni e servizi con la tutela dell’ambiente.

La sostenibilità ambientale oggi è considerata un punto di partenza imprescindibile per definire un nuovo approccio operativo ai modelli di business. Un’evoluzione che contempla oltre mezzo secolo di storia, dai primi movimenti ambientalisti alla definizione dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 dell’ONU.

Il concetto di sostenibilità ambientale è legato intrinsecamente a quello di tutela dell’ambiente, ma negli ultimi anni ha vissuto una profonda evoluzione: si è partiti da una visione centrata quasi esclusivamente sugli aspetti ecologici, per approdare a un significato più ampio che considera, oltre alla dimensione ambientale, anche quella economica e sociale.

Nel mondo scientifico, infatti, con il termine sostenibilità ambientale si indica quell’insieme di meccanismi, condizioni e buone pratiche – economiche, produttive, sociali – in grado di coniugare lo sviluppo di beni e servizi con la tutela dell’ambiente. In quanto è da quest’ultimo che dipendono non solo le nostre attività, ma anche la nostra vita, è necessario trattarlo con rispetto e cura, pensando al soddisfacimento delle necessità del presente in una prospettiva capace di garantire che anche le generazioni future possano godere delle stesse opportunità e risorse.

Il termine “sostenibilità” è stato introdotto nel corso della prima Conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente del 1972, per poi essere codificato nel 1987, con la pubblicazione del cosiddetto rapporto Brundtland. Il documento definisce come sostenibile un modello di sviluppo in grado di soddisfare i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri. Una definizione nata dalla presa di coscienza che le risorse del Pianeta non sono infinite, vanno preservate con cura, senza sprechi, rispettando ecosistemi e biodiversità.

Perché è importante la sostenibilità ambientale?

La sostenibilità ambientale mira a proteggere gli ecosistemi e le risorse naturali per assicurare la salute e il benessere delle persone, nel presente e nel futuro.

Per questo, intorno al concetto di sostenibilità ambientale gravitano numerose dinamiche e un’ampia gamma di elementi attraverso cui, da una parte, si vuole raggiungere un armonioso rapporto tra ambiente ed economia, e che dall’altra arrivano ad abbracciare i concetti di pace e inclusione sociale, di uguaglianza e rispetto delle diversità, di innovazione tecnologica ed educazione civica.

Il significato di sostenibilità ambientale indica quindi uno degli aspetti chiave del concetto più ampio di sviluppo sostenibile, dal quale nascono tutte le azioni che possono essere inaugurate da istituzioni, aziende, singole persone.

Tipi di sostenibilità

È possibile individuare tre tipologie di sostenibilità: ambientale, economica e sociale.

La sostenibilità ambientale si basa sull’utilizzo responsabile delle risorse naturali. La sostenibilità economica verte sulla capacità di accrescere il benessere materiale delle persone. La sostenibilità sociale, infine, mira a creare un modello di convivenza civica fondato su sicurezza, salute e giustizia.

Dalla sostenibilità ambientale, insomma, dipendono anche la sostenibilità economica e sociale. Le ragioni dell’ambiente non sono in contraddizione con quelle dell’economia: anzi, stimolare lo sviluppo sostenibile della società significa diffondere benessere a un numero maggiore di persone, creare nuove opportunità di crescita e sicurezza in termini occupazionali, aumentare l’accesso a beni, servizi e consumi.

Poiché l’economia gioca un ruolo fondamentale nel determinare il grado di sicurezza e fiducia con cui i cittadini guardano a un modello di convivenza civica, la sostenibilità ambientale diviene anche uno strumento dirimente per contrastare fenomeni come la povertà energetica, la discriminazione, l’emarginazione e l’esclusione sociale.

Ambiente, economia, società: quando si parla di sostenibilità, è impossibile operare una distinzione netta tra queste categorie – anzi, la sostenibilità ambientale nasce con il preciso scopo di inglobare questi concetti in un circolo virtuoso, dove idealmente sono messi nella condizione di progredire in parallelo: non una competizione ma una collaborazione proattiva, dove i traguardi raggiunti da un settore divengono occasione per veicolare nuove modalità di progresso trasversale e condiviso anche negli altri.

Aggiornamento sull’andamento dei mercati energetici. Gennaio 2024

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Rise in gasoline prices concept with double exposure of digital screen with growing financial chart candlestick and oil pumps on a field

Durante il mese di dicembre abbiamo registrato un andamento decisamente ribassista, infatti sia le quotazioni dell’energia elettrica che quelle del gas hanno subìto una discesa dei prezzi: le previsioni di mercato indicavano il future TTF month-ahead relativo alla consegna di gas naturale intorno a 35 €/MWh, in forte calo rispetto al mese di novembre in cui si era attestato tra 45 e 50 €/MWh e la curva forward per l’energia elettrica, invece, mostrava prezzi poco sopra i 100 €/MWh, in riduzione anche grazie al crollo del costo della CO2.

Rispetto, invece, al conflitto in medio-oriente si è assistito ad un aumento delle preoccupazioni a causa dei continui attacchi del gruppo militante yemenita Houthi, che ostacolavano il commercio marittimo causando lo spostamento di alcune rotte delle principali compagnie di trasporto navali.

Mercati energetici – aggiornamento gennaio 2024

Le quotazioni del gas naturale sul 2024 hanno perso ulteriori 4/5 €/MWh circa rispetto agli scambi di fine 2023. Solamente la consegna Q4 2024 (quarto trimestre 2024) mantiene un certo premio al rischio con i prezzi in zona 35 €/MWh.
I trader sono comunque certi che, anche in caso di prolungate ondate di gelo nei restanti mesi invernali, il sistema europeo potrà reggere senza troppi problemi, grazie soprattutto ai seguenti fattori:

  • stoccaggi che mostrano un livello di riempimento superiore all’80%;
  • idroelettrico e nucleare che stanno garantendo produzioni elevate (minore necessità di gas per la produzione di energia elettrica);
  • principali fonti di importazione stabili, compreso il GNL.

Infine, anche la CO2, grazie ad una abbondanza strutturale dell’offerta, che durerà probabilmente ancora per qualche mese, è scesa in zona 65 €/ton, in forte ritracciamento dopo la breve parentesi a 80 €/ton di fine 2023. La combinazione di queste due commodity ha spinto i prezzi dell’energia elettrica poco sotto i 100 €/MWh.

Breve focus su rotte marittime gas liquefatto (GNL)

In riferimento alle rotte di trasporto navale di gas liquefatto, rileviamo due differenti evoluzioni: da un lato il GNL proveniente dal Golfo Persico e diretto in Europa, a causa di tensioni nel Mar Rosso, rischia di essere dirottato verso altre destinazioni, di contro, osserviamo positivamente che, il GNL americano trova come rotta più conveniente le nostre coste, condizione che si è determinata a seguito di problemi tecnici sul Canale di Panama. Lo stato di fatto di questo contesto, connesso ad una domanda globale di energia estremamente debole, permette di beneficiare di un discreto eccesso di offerta.

Accademia Nazionale di Agricoltura: carne rossa può essere sostenibile

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Il suo consumo equilibrato permette di portare benefici alla salute e l’impatto ambientale degli allevamenti bovini italiani è virtuoso e contribuisce anche all’incremento delle fonti energetiche rinnovabili.”La carne rossa può essere sostenibile a livello salutistico, economico, ambientale ed etico. Il suo consumo equilibrato permette di portare benefici alla salute e l’impatto ambientale degli allevamenti bovini italiani è virtuoso e contribuisce anche all’incremento delle fonti energetiche rinnovabili”. E’ la posizione dell’Accademia Nazionale di Agricoltura emersa in occasione del convegno ‘Carni rosse: economia, salute e società. Una riflessione’, organizzato dall’Accademia presso la Sala Serpieri di Palazzo della Valle, sede di Confagricoltura a Roma. L’incontro è stato l’occasione per fornire uno sguardo approfondito sull’intera filiera della produzione di carne rossa in Italia, partendo dal comparto zootecnico fino ad arrivare alle qualità nutrizionali del prodotto e al suo impatto ambientale, con l’intenzione di fornire corrette informazioni sulla salute-ambiente A livello ambientale, “il comparto zootecnico, in particolare quello bovino, è considerato il maggiore a impatto climalterante e azotato nell’ambito delle filiere agroalimentari ma, per quanto riguarda l’Italia (dati Ispra), le emissioni riferite a tutta la zootecnia sono al 5,9%, di cui solo il 3,5% è rappresentato dalle carni (esclusi latte e uova), contro il 14,5% su scala mondiale (dati Fao) – analizza l’Accademia – In Italia, allo stesso modo, si utilizza per la produzione di carne il 25% d’acqua in meno rispetto alla media mondiale, con un notevole impatto positivo per l’ambiente”

A livello complessivo, dunque, “l’intero settore delle carni italiano (bovino, avicolo e suino) impiega per l’80-90% risorse idriche che fanno parte del naturale ciclo dell’acqua e che sono restituite all’ambiente come l’acqua piovana, mentre solo il 10-20% dell’acqua necessaria per produrre 1 kg di carne viene effettivamente consumata. Infine, una dimensione non trascurabile dell’impatto economico e ambientale di queste filiere è quello del contributo che esse forniscono, sia pure indirettamente, alla fertilizzazione azotata dei campi oltre che al recupero dei residui carboniosi dei reflui sotto forma di fonti di energetiche rinnovabili (biogas e biometano)”.

Il convegno ha visto la partecipazione di numerosi esperti del settore, professori universitari delle università di Bologna, Cattolica del Sacro Cuore, Sassari e Bari, rappresentanti della Società Italiana di Nutraceutica e della Nutrition Foundation of Italy.

“Gli impatti della carne bovina sono in linea con quelli degli altri prodotti animali e vegetale; oltre il 90% degli alimenti inseriti nel ciclo produttivo – ha sottolineato Giuseppe Pulina, Ordinario di Zootecnia Speciale Università di Sassari – del bovino da carne non sono utilizzabili dall’uomo per cui la filiera mostra una efficienza da 0,6 a 1,0 nella valorizzazione delle sostanze azotate vegetali in proteine nobili animali; i 2/3 dei terreni agricoli sono dedicati al pascolamento in quanto non utilizzabili per colture arative. Esistono ampi margini per ridurre le emissioni degli allevamenti e aumentare i sequestri di carbonio delle superfici a pascolo, che secondo i dati Fao ammonterebbero da 1,7 a 3,4 miliardi di tonnellate di CO2 l’anno, e per portare i sistemi produttivi della carne bovina verso il traguardo net zero fissato dagli accordi Cop26 di Glasgow”.

fonte adnkrons.com

LOMBARDIA, PUGLIA ED EMILIA-ROMAGNA SUL PODIO DELLA PRODUZIONE FOTOVOLTAICA

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«La Lombardia passa da 4.037 a 5.462 GWh, la Puglia da 4.580 a 5.006 GWh, l’Emilia-Romagna da 3.333 a 4.249 GWh» puntualizzano gli analisti di EnergRedE.S.Co. impegnata nel sostenere la transizione energetica delle pmi italiane.

Turismo: continuano a crescere gli agriturismi bergamaschi, tra natura e ristorazione

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Continua il trend positivo per gli agriturismi bergamaschi, confermato anche dalle festività natalizie 2023, che hanno visto crescere sempre di più l’interesse per il territorio e i suoi prodotti.

Delle 171 strutture orobiche, il 10% delle 1.700 complessive lombarde, ben 65 realtà forniscono anche il servizio di alloggio, secondo i dati più recenti di Coldiretti, mentre addirittura 150 la parte ristorazione; a livello geografico la fascia centrale della provincia con Bergamo, Ponte San Pietro e i colli di Bergamo conta 54 strutture, alle quali se ne sommano 31 in pianura, 37 dai laghi, 29 nelle valli Brembana e Imagna, e una ventina circa in valle Seriana.

Per quanto riguarda i frequentatori delle strutture, certamente turisti locali, ma non solo, come sottolinea Giovanni Ruggeri, presidente sezione agriturismi di Confagricoltura Bergamo, vicepresidente regionale e già vicepresidente di Agriturist Lombardia, attualmente gestore dell’azienda agricola Casa Martina di Zogno: “Molti arrivi da fuori provincia, in particolare milanesi, ai quali si sommano i turisti stranieri che atterrano al vicino aeroporto Caravaggio, infrastruttura fondamentale per l’incoming. Per il futuro abbiamo grandi margini di miglioramento e in questo senso spero che riusciremo a fare sempre più squadra promuovendo le nostre valli. Dall’estero – conclude Ruggeri – apprezzano molto i nostri prodotti tipici e, nonostante l’azienda agricola mi impedisca di muovermi, grazie ai miei clienti conosco il mondo perché con loro ci scambiamo racconti ed esperienze”.

fonte L’Eco di Bergamo

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