La lotta contro il cambiamento climatico è un tema molto attuale e importante, soprattutto dopo il discorso di Greta Thunberg all’ONU. Nonostante alcuni possano sentirsi impotenti di fronte a questa sfida, ognuno di noi può fare la differenza con le proprie scelte quotidiane. Il cambiamento climatico non riguarda solo gli adulti, ma anche le future generazioni e quindi è importante agire ora. Le scelte concrete possono fare la differenza nella lotta al cambiamento climatico. Non è necessario rinunciare a tutte le comodità quotidiane, ma è importante premiare coloro che si impegnano attivamente a combattere l’inquinamento e il riscaldamento globale. Ad esempio, è possibile scegliere di soggiornare in alberghi che utilizzano energie rinnovabili e evitano lo spreco di risorse, oppure preferire agriturismi che producono cibi biologici a chilometro zero, contribuendo così a ridurre l’impatto ambientale delle proprie scelte. Inoltre, viaggiare in località protette e tutelate può permettere di godere di paesaggi mozzafiato a contatto con la natura, contribuendo alla protezione dell’ambiente. Queste sono solo alcune delle azioni concrete che ogni persona può compiere per contribuire alla lotta contro il cambiamento climatico. Inoltre, è importante sottolineare che non è necessario appartenere a una determinata fazione politica o culturale per agire, ma è un dovere di tutti fare la propria parte.
BIOEDILIZIA E IMPATTO ARCHITETTONICO ZERO PER EDIFICI PIÙ SANI E SOSTENIBILI
Gli italiani hanno un forte attaccamento alle proprie case e considerano l’investimento nel mattone come uno dei modi più sicuri e apprezzati a lungo termine. Questo è dimostrato dal fatto che oltre il 70% della popolazione italiana vive in case di proprietà, una percentuale molto più alta rispetto ad altri paesi europei come la Svezia e l’Olanda. Questo attaccamento non riguarda solo l’aspetto economico, ma anche quello emotivo, e spinge gli italiani ad investire nel mercato immobiliare con l’obiettivo di migliorare la vivibilità delle loro abitazioni, l’efficienza energetica e la sostenibilità degli edifici attraverso l’uso di soluzioni di bioedilizia e a impatto architettonico zero. La bioedilizia offre diversi vantaggi, sia per la salute degli occupanti che per la salvaguardia dell’ambiente e delle risorse idriche ed energetiche. Tuttavia, non è ancora diffusa su tutto il territorio nazionale a causa della mancanza di professionisti altamente specializzati e dei costi elevati per la realizzazione degli edifici. Nonostante ciò, c’è un crescente interesse da parte delle persone per i temi della sostenibilità e della riduzione dell’impatto ambientale, il che indica che presto le costruzioni eco-sostenibili potrebbero diventare una realtà molto più diffusa, sia nelle grandi città sia nei piccoli centri urbani.
SVILUPPO DELLA GASTRONOMIA E CULTURA DEL CIBO LOCALE TRA TRADIZIONE E FUTURO
Il cibo e la sua importanza per l’umanità sono evidenti fin dai tempi antichi, quando l’uomo doveva raccogliere e cacciare per sopravvivere. Nel corso dei millenni, la gastronomia e la cultura del cibo hanno subito numerosi sviluppi, passando da tecniche di produzione e cottura primitive a tecnologie sempre più avanzate. Questo percorso storico ha portato all’attenzione attuale verso la qualità degli alimenti e la sostenibilità della produzione. Oggi, nonostante la diffusione di cibi veloci e pratici, cresce l’interesse per alimenti di qualità e per la sostenibilità ambientale della produzione. Questo ha spinto ad una maggiore ricerca di cibi biologici e a chilometro zero, incoraggiando una riflessione critica su ciò che mangiamo e su come viene prodotto. La consapevolezza riguardo all’impatto ambientale della produzione alimentare è diventata un elemento centrale nella scelta dei cibi che consumiamo.Lo sviluppo e l’evoluzione della cultura gastronomica nel corso del tempo è un processo che ha avuto origine circa 10.000 anni fa, quando gli esseri umani sono passati da raccoglitori nomadi a gruppi stanziali, iniziando a coltivare cereali e a cucinare cibi. Questa trasformazione ha reso il cibo più facilmente disponibile e digeribile, e ha portato anche all’allevamento di animali per ottenere latte, formaggi e carne in modo più sicuro rispetto alla caccia. Nel corso dei secoli, l’uomo ha inventato il pane, imparato a insaporire e addolcire i cibi e ha sviluppato contenitori adatti per la cottura. Le antiche civiltà come gli Egizi, i Greci e i Romani hanno sviluppato una cultura del cibo che è diventata un motore economico, con abbondanti produzioni di cereali, verdure, radici, e nuove tecniche di allevamento e macellazione di animali domestici. In seguito, la dieta umana si è arricchita sempre di più, introducendo cibi esotici provenienti da luoghi remoti del mondo. Negli ultimi anni, il rapporto con il cibo è notevolmente cambiato, passando da un semplice bisogno alimentare a una maggiore attenzione per la salute e l’ambiente. Si è sviluppato un approccio più sostenibile, che considera non solo il piacere sensoriale, ma anche l’impatto sulla natura, la salute e l’economia. La condivisione del cibo ha acquisito un nuovo significato simbolico e relazionale, diventando non solo un momento di nutrimento, ma anche un’occasione per relazionarsi, scambiare esperienze e gesti, diventando la manifestazione concreta di una parte importante delle relazioni umane.
PICCOLI GESTI QUOTIDIANI PER UNO STILE DI VITA PIÙ GREEN E RESPONSABILE
Vivere in modo sostenibile è diventata una necessità a livello mondiale. Questa scelta è importante per ridurre lo spreco delle risorse, limitare l’inquinamento, proteggere la natura e rendere il nostro stile di vita più ecocompatibile e responsabile. I governi di molti Paesi stanno intraprendendo azioni per ridurre le emissioni di gas serra, promuovere fonti di energia rinnovabile e proteggere l’ambiente, ma è importante sottolineare che anche le azioni individuali possono fare la differenza. Le azioni quotidiane, anche le più piccole, possono contribuire in modo significativo a proteggere l’ambiente. È importante che ognuno di noi sviluppi queste abitudini fin da bambino, in modo da crescere consapevoli e responsabili nei confronti del pianeta. In questo modo si formeranno cittadini più attenti e rispettosi dell’ambiente. È importante anche sensibilizzare le persone su come le azioni individuali possono influenzare l’ambiente e promuovere comportamenti sostenibili. Anche se le azioni dei governi sono fondamentali, è cruciale che ognuno di noi si impegni attivamente a vivere in modo sostenibile.
- Risparmiare acqua è un dovere
L’acqua è una risorsa preziosa e, sebbene non ce ne rendiamo conto, non è infinita. Aprire il rubinetto e avere l’acqua che scorre abbondante è ormai una consuetudine normale, ma in molti Paesi del mondo questa risorsa scarseggia ormai da tempo e non è raro doverla ricercare, scavando pozzi profondi o percorrendo molti chilometri lontano da casa.
Il bagno e la cucina sono i luoghi dove si utilizza più acqua e dovremmo imparare a razionalizzarne i consumi, riducendo gli sprechi. Innanzitutto, quando non è necessario, è bene utilizzare l’acqua fredda, in modo da limitare il consumo di energia per riscaldarla. Inoltre, quando si lavano i denti o i piatti è consigliabile non lasciarla scorrere inutilmente. Si può anche “riciclare” l’acqua di cottura della pasta che, contenendo amido, è ottima per sgrassare i piatti con pochissimo detersivo.
- Illuminare la casa in modo responsabile
Usare le lampadine a risparmio energetico riduce gli sprechi di energia e soprattutto fa risparmiare in bolletta! Il costo iniziale delle lampadine è sicuramente più elevato rispetto a quelle ad incandescenza, ma, soprattutto quelle a LED, possono tagliare i consumi di energia elettrica fino all’80% e ridurre in modo significativo la percentuale di CO2 emessa in atmosfera.
Anche la scelta dell’operatore a cui affidarsi ha la sua importanza. Pertanto è meglio scegliere aziende che garantiscano la produzione di energia elettrica solo da fonti rinnovabili come l’eolico o da pannelli fotovoltaici.
Oltre a ciò, non bisogna mai dimenticarsi di spegnere la luce quando si esce da una stanza ed è bene insegnarlo sin da subito anche ai più piccoli.
- Fare la raccolta differenziata per ridurre gli sprechi
Differenziare i rifiuti è un’ottima pratica per favorirne il riciclo e limitare l’inquinamento. Quando si ricicla correttamente si risparmia energia, materie prime, CO2 e anche denaro. Infatti, il semplice gesto di riporre i rifiuti nel giusto contenitore permette di recuperare materie prime preziose come carta, vetro, alluminio e plastica, evitando che vengano disperse nell’ambiente o in discarica.
- Tenere sotto controllo le temperature
Il riscaldamento d’inverno e l’aria condizionata d’estate consumano notevoli quantità di energia e combustibili. Pertanto, per vivere sostenibile, è sempre consigliabile tenere sotto controllo le temperature, in modo da evitare un caldo eccessivo d’inverno e troppo freddo d’estate.
Regolare il termostato del riscaldamento intorno ai 20 gradi, rende la casa accogliente e sufficientemente calda d’inverno, mentre d’estate la temperatura ideale si può aggirare tra i 22 e i 25 gradi, anche quando fuori fa molto caldo. Per ogni grado in meno, si può arrivare ad un risparmio fino al 7% in bolletta.
Se in casa ci sono i termosifoni, non andrebbero mai coperti con indumenti o copritermosifoni, perché ne limitano l’efficienza e aumentano i consumi, e se si sta ristrutturando il proprio appartamento è utile valutare sistemi di riscaldamento ad alta efficienza, come gli impianti a pavimento o le caldaie a condensazione.
- Spegnere gli stand-by fa risparmiare energia
I dispositivi elettronici lasciati in stand-by consumano parecchia energia, anche se non vengono utilizzati. Spegnerli completamente fa risparmiare fino al 10% e per farlo è sufficiente utilizzare una semplice presa con l’interruttore. Un modo semplice ed efficace per non sprecare energia quando non è necessaria.
- Utilizzare l’auto solo quando necessario e in compagnia
Per i brevi tragitti in città, fare la spesa vicino a casa, portare i bambini a scuola o andare al lavoro, l’auto non è sempre indispensabile ed è utile condividere, quando possibile, il tragitto con qualcuno.
Se non si vuole utilizzare l’auto, si possono prendere in considerazione molte ottime alternative, decisamente più ecologiche e sostenibili. I mezzi pubblici sono perfetti per i tragitti casa-lavoro in molte città, perché si riduce l’inquinamento, non si hanno problemi di parcheggio e si può comunque raggiungere la destinazione desiderata in modo efficiente. Se si preferisce una maggiore autonomia, si può scegliere di utilizzare la bicicletta o andare a piedi. Pedalare o camminare sono anche un buon modo per tenersi in forma a costo zero, ma possono anche essere un modo ecologico, lento e sostenibile per viaggiare, scoprire posti nuovi e vivere il territorio da un punto di vista totalmente nuovo e originale.
- Vivere sostenibile nei piccoli centri abitati di montagna
Negli ultimi anni, in controtendenza a ciò che accadeva in passato, sempre più persone stanno iniziando a spostare la propria residenza in piccoli centri abitati e in montagna, dove i ritmi di vita sono più sostenibili, si può stare a contatto con la natura e si possono sviluppare nuovi progetti lavorativi.
Nonostante sia un cambio di vita radicale e comporti anche evidenti difficoltà, la vita nei piccoli centri e in montagna offre notevoli vantaggi, sia dal punto di vista sociale sia economico. Infatti, per combattere il progressivo spopolamento, molte regioni italiane e diversi comuni propongono incentivi e finanziamenti a chi vuole trasferirsi o aprire attività nei piccoli paesi, offrendo anche servizi innovativi e all’avanguardia.
- Acquistare in modo responsabile e a chilometro zero
La spesa di tutti i giorni gioca un ruolo fondamentale, quando si sceglie di vivere sostenibile. L’acquisto di prodotti locali, incentiva le aziende del territorio a sviluppare una filiera a chilometro zero, dove i trasporti sono ridotti al minimo, la freschezza dei prodotti è sempre assicurata e gli imballaggi sono ecocompatibili e biodegradabili.
Per quanto riguarda l’abbigliamento, se si scelgono fibre naturali come il cotone, il lino, la lana o il bambù, ci si può vestire in modo assolutamente ecologico e rispettoso dell’ambiente, perché si tratta di materiali totalmente biodegradabili, che non danneggiano la salute delle persone e del Pianeta.
- Abbellire la casa e i luoghi di lavoro con le piante
Le piante d’appartamento non sono solo un abbellimento per la casa e i luoghi di lavoro, ma un modo utile ed ecologico per purificare l’aria, riducendo la quantità di inquinanti. Le piante filtrano i gas nocivi e producono ossigeno, indispensabile per una vita sana. Tra le piante migliori per purificare l’aria si possono citare il falangio o clorofita, lo Spathiphyllum e le Palme di bambù.
10.Arredare la casa con mobili e materiali riciclati
Come tutti i prodotti usa e getta, anche i mobili di bassa qualità possono essere fonte di spreco di risorse ed energia.
Utilizzare mobili usati di qualità è un buon modo per arredare la propria casa in modo sostenibile e responsabile. Inoltre, può capitare che un mobile restaurato costi molto meno di uno nuovo, realizzato con materiali decisamente di qualità più bassa e non del tutto ecologici. I negozi e i mercatini dell’usato sono ormai diffusi ovunque e si possono trovare delle vere occasioni, anche a prezzi contenuti e per tutte le tasche.
In altri casi, si possono acquistare mobili realizzati con materiali riciclati, provenienti dall’industria, da scarti di lavorazione o riciclo, come ad esempio librerie ricavate da cassette della frutta o divani costruiti con i pallets. Se si ha un po’ di manualità e creatività, con costi bassissimi si può arredare tutta la casa in modo sostenibile, fantasioso e divertente.
MODI PER RISPARMIARE ACQUA E AIUTARE IL PIANETA
L’acqua è essenziale per la vita sulla Terra, essendo il 80% del nostro corpo composto da acqua. Questo sottolinea l’importanza vitale di questo elemento per la nostra sopravvivenza. Inoltre, l’acqua svolge un ruolo fondamentale nel controllo delle temperature terrestri grazie alla presenza di fiumi, mari e oceani, che aiutano a prevenire il surriscaldamento eccessivo. Tuttavia, l’acqua è minacciata dall’inquinamento e dagli sprechi, che stanno mettendo a rischio le riserve di questa preziosa risorsa. Gli effetti sono già visibili in modo catastrofico, come lo scioglimento dei ghiacciai, l’innalzamento del livello del mare e la desertificazione di molte regioni. Nonostante questa situazione critica, esistono opportunità per agire e ridurre gli sprechi di acqua. Anche piccoli cambiamenti nei nostri comportamenti possono contribuire a preservare questa risorsa vitale.
Cosa fare per ridurre gli sprechi
Innanzitutto, bisogna tenere conto che solamente l’1% della quantità d’acqua presente sul Pianeta è accessibile per le nostre necessità: infatti, più del 90% è acqua salata, circa il 70% è contenuta nei ghiacciai e nelle nevi perenni, mentre il 30% si trova nel sottosuolo ed è del tutto inaccessibile.
Un bene di questa importanza, gioca anche un ruolo di primaria importanza dal punto di vista economico, non solo per quanto riguarda le bollette, ma soprattutto per le attività umane, dall’agricoltura all’industria.
Pertanto, imparare ad averne maggiore rispetto e a ridurre i consumi è una dimostrazione di grande civiltà verso l’ambiente e verso tutti gli altri abitanti della Terra.
Un atteggiamento più consapevole e responsabile può avere effetti positivi anche sul proprio bilancio familiare e soprattutto sulla vita di ogni essere vivente.
Di seguito, potrete trovare alcuni semplici suggerimenti per limitare il consumo di acqua e gli sprechi inutili di questa importante risorsa:
1. Chiudere l’acqua quando non è necessaria
Quando ci si lava i denti, ci si rade o si lavano i piatti, non è necessario lasciar scorrere continuamente l’acqua nel lavandino. Se si tiene aperto il rubinetto solo nel momento in cui è veramente necessario, si possono risparmiare circa 6 litri al minuto, ovvero circa 2500 litri all’anno. Una bella differenza sia in bolletta sia per quanto riguarda la riduzione dei consumi.
2. Usare i miscelatori d’aria
Il gesto di aprire e chiudere il rubinetto è talmente automatico, da non essere in grado di sapere quante volte viene compiuto nell’arco di una giornata. I miscelatori d’aria o frangigetto consentono di mantenere il flusso d’acqua sempre costante e con la stessa pressione, ma permettono di ridurre i consumi anche fino a 600 litri l’anno per una famiglia di sole tre persone.
3. Controllare le perdite
Un rubinetto che gocciola 24 ore su 24 per moltissimo tempo può causare una perdita di circa 21.000 litri all’anno, quasi senza che ce ne accorgiamo. Chiedere l’intervento di un idraulico richiede invece pochissimi minuti e il problema può essere facilmente risolto con una spesa tutto sommato contenuta. Inoltre, è bene tenere sotto controllo i consumi, verificando regolarmente il contatore per individuare per tempo eventuali perdite nell’impianto idrico di casa e chiudere il rubinetto centrale quando non si è in casa per lunghi periodi di tempo.
4. Preferire la doccia alla vasca da bagno
Un bagno rilassante in una vasca piena d’acqua calda e con tante bollicine è sicuramente piacevole, ma purtroppo richiede ben 150 litri d’acqua, che andranno poi dispersi una volta terminato il momento di relax. La doccia ha un impatto sull’ambiente decisamente più contenuto, infatti bastano circa 20 litri d’acqua, a patto che si stia attenti al tempo utilizzato per lavarsi e si tenga conto che per ogni minuto passato sotto il getto d’acqua vengono consumati dai 6 ai 10 litri.
5. Controllare le cassette di scarico e le perdite del water
Le cassette di scarico tradizionali hanno una capacità standard di 12 litri, ma i modelli più recenti permettono di scegliere se scaricarne 6 o 12 litri a seconda delle necessità, ottenendo così un risparmio di circa il 50%, ovvero ben 26.000 litri all’anno. Inoltre, è consigliabile riparare il water quando perde, perché il lento fluire quasi impercettibile, può causare una perdita di circa 52.000 litri all’anno.
6. Lavare le verdure tenendole a mollo
Le verdure vanno sempre lavate prima di essere consumate, ma non è necessario sciacquarle sotto il getto dell’acqua corrente. Per una pulizia accurata, è sufficiente lasciarle a bagno per un po’ di tempo e successivamente risciacquarle piuttosto velocemente con un considerevole risparmio d’acqua, che può arrivare anche a 4.500 litri all’anno.
7. Riutilizzare l’acqua
L’acqua con cui si sono lavate le verdure o della vaschetta dei pesci può essere tranquillamente riutilizzata per annaffiare le piante, le aiuole o l’orto, evitando di prelevarne di nuova e pulita per questi scopi. Inoltre, si otterrà un effetto fertilizzante del tutto naturale, che gioverà alla bellezza del giardino e del terrazzo. Se in casa si utilizzano deumidificatori o condizionatori, si potrà usare l’acqua per il ferro da stiro, prolungandone la vita perché priva di calcare.
8. Utilizzare la lavatrice e la lavastoviglie sempre a pieno carico
La lavatrice e la lavastoviglie consumano notevoli quantità d’acqua ed energia. Utilizzarle a pieno carico e con programmi eco, permetterà di risparmiare in modo significativo sia dal punto di vista idrico sia energetico. In più, se si acquistano nuovi elettrodomestici a risparmio energetico, si potrà regolare il consumo d’acqua in base all’effettivo carico presente all’interno.
9. Lavare la macchina con il secchio, anziché con il getto d’acqua
Per lavare un’automobile ci vogliono all’incirca 30 minuti e se non si pretende che sia sempre splendente, si è calcolato che si può ridurre il volume di consumo di ben 130 litri, utilizzando il secchio, anziché il getto dell’acqua.
10. Coprire la piscina all’aperto quando non viene utilizzata
Nella bella stagione, non c’è nulla di meglio che un bel bagno rinfrescante in piscina. Per evitare un’eccessiva evaporazione causata dalle alte temperature, è bene ricordarsi di coprirla con una coperta galleggiante, in questo modo non andranno dispersi dai 1000 ai 4000 litri d’acqua al mese, che potrà anche rimanere più a lungo pulita per i prossimi bagni.
Mobilità sostenibile
Spostarsi in bicicletta o in monopattino (e, se possibile, a piedi), preferire l’auto ibrida o elettrica a quella a benzina, utilizzare il trasporto pubblico, ricorrere alla condivisione di veicoli (bici, scooter, autovetture) ma anche poter usare in modo integrato vari mezzi per il percorso quotidiano in un percorso fluido, conveniente e senza ostacoli di sorta: sono alcuni dei comportamenti che caratterizzano la mobilità sostenibile nelle città, un concetto di cui si è cominciato a parlare negli anni Novanta e che è sempre più d’attualità. Anche perché i centri urbani sono sempre più congestionati e inquinati. E in Italia il settore dei trasporti è responsabile di circa un quarto delle emissioni in grado di alterare il clima.
Principali forme di mobilità sostenibile
Come detto , ci sono vari modi di muoversi in modo sostenibile, cioè evitando comportamenti inquinanti e limitando, o annullando del tutto, le emissioni di CO2. Ecco alcuni dei principali:
- Camminata a piedi (detta anche “mobilità dolce”)
- Passeggiata a cavallo (detta anche “mobilità dolce”)
- Utilizzo della bicicletta (standard, elettrica, a pedalata assistita ecc. ecc.)
- Utilizzo di mezzi della micromobilità (monopattini elettrici, segway, hoverboard)
- Trasporto pubblico
- Car sharing
- Car pooling
fonte.
Lenticchie e zafferano nell’agrivoltaico di Colfiorito
In Umbria a Colfiorito, abbiamo avviato un nuovo progetto agrivoltaico, che combina la coltura di lenticchie e zafferano con il fotovoltaico, ottenendo energia rinnovabile, prodotti agricoli e un importante beneficio per il territorio e il Pianeta, il risparmio di acqua.
A Colfiorito in Umbria, presso l’azienda agricola La Valletta, è entrato in funzione il primo di cinque siti dimostrativi nell’ambito dell’iniziativa italiana “Agrivoltaico Open Labs” di Enel Green Power, che mira a creare laboratori a cielo aperto, distribuiti in tutta Italia, per testare, insieme a diversi partner scientifici, enti di ricerca, startup e aziende agricole, l’integrazione tra produzione di energia solare, agricoltura e salvaguardia della biodiversità.
Agricoltura e tecnologia tra i pannelli
L’impianto agrivoltaico pilota di Colfiorito, con una potenza massima di 44kWp (kilowatt picco), ha una tecnologia sviluppata dalla start-up italiana Sentnet, con moduli fotovoltaici bifacciali che hanno una struttura fissa verticale, quindi a minimo ingombro, disposti in modo da non creare ombreggiamenti alle file di pannelli parallele. Questo tipo di tecnologia promuove un’integrazione massiva delle attività agricole con superficie coltivabile maggiore del 90%.
Tra i pannelli solari non solo si produce energia, ma crescono lenticchie e zafferano, prodotti perfettamente integrati con il business dell’azienda che si occupa di queste colture da anni, e ora lo fa insieme alla produzione di energia rinnovabile. L’impianto rispetta le esigenze delle singole colture, tutte le lavorazioni agricole sono effettuate con macchine standard. Il primo raccolto è arrivato ad agosto per le lenticchie e ad ottobre ci sarà quello dello zafferano.
Non solo, la tecnologia installata ha anche diversi vantaggi: rende semplice manutenzione e pulizia (per la posizione verticale), ma soprattutto beneficia della presenza di una rete di sensori per monitorare la produzione di energia, il microclima tra i filari dell’impianto, le condizioni del suolo ed il consumo di acqua, attraverso il ciclo fenologico delle colture selezionate, agevolando anche il dosaggio di fertilizzanti ed ottimizzando le fasi di lavorazione agricola, con un conseguente vantaggio diretto sulla produzione.
Cos’è il reshoring e quali sono i suoi effetti
Sentiamo e leggiamo sempre più spesso su quotidiani e web la parola reshoring. Ma cosa significa e perché è diventato così urgente nel settore energetico avere una filiera autonoma e indipendente? Proviamo a spiegare quali sono le ragioni che hanno reso tanto popolare questo termine.
Dall’estrazione dei materiali alla costruzione dei componenti: il reshoring, ovvero il fenomeno di rientro a casa delle diverse fasi della produzione, sarà fondamentale per lo sviluppo delle energie rinnovabili in Europa, consentendo di diventare indipendenti dall’estero e autonomi nell’approvvigionamento delle materie prime.
Il reshoring ha bisogno di competenze in loco
Fonti naturali, come vento e sole, non sono però le uniche cose di cui hanno bisogno gli impianti di energia rinnovabile.
Servono, infatti, competenze tecnologiche, efficienza nella produzione di componenti chiave, i materiali con cui costruirli.
Diversi di questi fattori sono oggi concentrati in aree del mondo lontane dall’Europa. Per questo, agli investimenti in nuovi impianti solari ed eolici si accompagna un importante sforzo di reshoring: il trasferimento della lavorazione di materiali e componenti “in casa” oppure, nel caso del nearshoring, la rilocalizzazione in un Paese più vicino possibile a quello in cui ha sede l’azienda.
Le mosse dell’Europa e il Critical Raw Materials Act
Le rinnovabili che usano principalmente materie prime critiche come litio, nickel e silicio sono presenti per lo più in paesi latino-americani (Cile e Argentina o nei Paesi asiatici).
L’Unione Europea si sta muovendo per assicurare la fornitura dei minerali indispensabili per la filiera dell’energia verde e per quella del digitale.
Il Critical Raw Materials Act, la proposta di legislazione UE sulle materie prime critiche presentata a marzo del 2023, ha l’obiettivo, entro il 2030, di:
- riciclare e recuperare almeno il 15% delle materie prime critiche;
- estrarre da miniere europee almeno il 10% delle stesse;
- riportare in Europa almeno il 40% della lavorazione delle materie prime critiche.
Nel complesso, quindi, entro il 2030 il consumo annuale di ciascuna materia prima strategica in ogni fase di lavorazione non dovrà provenire da un unico Paese terzo per più del 65%.
Gli obiettivi tecnologici dell’UE
L’autonomia dei materiali è il presupposto su cui costruire l’autonomia delle tecnologie.
Sempre nel 2023, l’Unione ha presentato il programma ‘Net Zero Industry Act’ (NZIA), che ha l’obiettivo di rafforzare la capacità produttiva europea di tecnologie rinnovabili e renderla più competitiva.
È in questa direzione che si muove l’esperienza della Gigafactory 3Sun di Enel Green Power a Catania, che a regime produrrà 3 GW all’anno di pannelli solari sviluppando inizialmente moduli fotovoltaici bifacciali
basati su tecnologia HJT e, successivamente, con la tecnologia Tandem produrrà celle fotovoltaiche ancora più efficienti e competitive.
Impianti di produzione di grandi dimensioni, come 3Sun, sono fondamentali per innescare le economie di scala necessarie a rendere sostenibile la filiera europea. Un ottimo esempio di reshoring!
L’Innothon di Enel Green Power, un hackaton per i giovani che innovano le rinnovabili con la robotica
Arriva al traguardo Innothon, la challenge tecnologica per lo sviluppo di applicazioni robotiche innovative per le rinnovabili, creata da Enel Green Power (EGP) e aperta ai giovani europei, tra i 18 ed i 28 anni.
Ci siamo quasi: il 6 dicembre, presso l’Innovation Lab EGP di Catania, la giuria si pronuncerà, scegliendo quali, tra i progetti presentati dai 4 team selezionati, si aggiudicheranno il premio di diecimila dollari destinato alla soluzione più promettente.
La challenge è iniziata con la raccolta delle proposte, che potevano essere indirizzate alle diverse tecnologie rinnovabili, solare, idroelettrico, eolico, geotermia e BESS, Battery Energy Storage Systems, e finalizzate all’automazione delle operazioni più comuni dei nostri impianti (es. ispezione visiva, modellazione e manutenzione).
La soluzione sviluppata dai team doveva rispondere ad alcuni requisiti di base: garantire l’autonomia nell’esecuzione dei compiti, e quindi delle singole missioni; interfacciarsi con un software open source per la gestione e pianificazione degli interventi; utilizzare funzionalità di Intelligenza Artificiale (AI) per l’analisi di base dei dati, sincronizzati con un software di supervisione per fornire un rapporto finale di ogni missione.
Questi gli obiettivi della challenge, proposti ai partecipanti sulla piattaforma Enel Open Innovability® che ha ricevuto 13 proposte, inviate dai 21 proponenti (età media 25 anni), prevalentemente dall’Italia.
Si è avviato poi un percorso di selezione, che ha portato all’individuazione delle soluzioni più interessanti: a questi team EGP ha reso disponibile, tramite accesso al catalogo online di un fornitore dedicato, la componentistica necessaria per la realizzazione del progetto.
I team selezionati hanno potuto così dedicarsi – nei mesi successivi – alla costruzione e all’addestramento dei loro robot e delle loro AI, completando i prototipi con il supporto dei tutor e dei webinar gestiti da team trasversali di Innovazione e della gestione impianti di EGP.
Ora siamo alla stretta finale: tra il 4 e il 6 dicembre le quattro squadre saranno ospiti di EGP all’lnnovation Lab di Catania. Potranno seguire gli InnoLearn Maker e confrontarsi con gli esperti di Innovazione EGP, con uno sguardo al mondo esterno grazie a Jakidale, influencer tecnologico, che racconterà le innovazioni più interessanti da lui esplorate recentemente.
L’evento sarà anche occasione di coinvolgimento e confronto con i giovani e le scuole del territorio – il 4 dicembre – per i circa 40 studenti del corso di robotica dell’Università di Catania; il 5 dicembre sarà poi il turno degli 80 studenti dell’ITIS Cannizzaro di Catania e dell’Istituto tecnico industriale Archimede. Per loro saranno organizzate delle sessioni ad hoc, gli InnoLearn, per condividere le prospettive di robotica per innovazione EGP e raccogliere spunti dai giovani appassionati della materia.
Ma soprattutto, il 6 dicembre, dopo l’Inspirational speech di Salvatore Bernabei, CEO di Enel Green Power, e di Nicola Rossi, responsabile Innovazione Enel, ci sarà la presentazione dei prototipi alla giuria: ogni squadra potrà mostrare all’opera (in video) le capacità e l’innovazione del robot proposto. Sarà poi il momento della commissione di valutazione composta dal management di EGP che decreterà il o i vincitori del contest.
Un percorso che ha portato i giovani dell’Innothon – sulle ‘zampe’ dei loro robot – passando dall’ideazione, alla realizzazione e alla prova in campo, al compimento di questa challenge, a dimostrazione della loro inventiva e
Albedo, questo sconosciuto. Una spinta green per impianti fotovoltaici
Gli impianti fotovoltaici utilizzano sempre più spesso i moduli bifacciali che permettono di sfruttare la luce solare sui due lati del modulo, sia sul fronte (front) che sul retro (back), aumentando la produzione di elettricità, raccogliendo quindi non solo la radiazione diretta, ma anche quella riflessa dal terreno.
Ecco quindi che, tra i parametri che determinano la resa dei pannelli fotovoltaici, come la localizzazione dell’impianto, il layout (la disposizione cioè dei pannelli e delle file) e l’altezza da terra, compare l’albedo, ossia la percentuale di radiazione solare riflessa dal terreno.
Per ottimizzare l’operatività del fotovoltaico e sfruttare a pieno i vantaggi dell’innovazione tecnologica, è necessario dunque aumentare il più possibile anche l’albedo, così da permettere anche al retro del modulo di assorbire più energia possibile.
L’albedo e il suo ruolo nello sviluppo delle rinnovabili
L’albedo è in sostanza il potere riflettente di una superficie, ed è espressa di solito in frazione o in percentuale: un corpo perfettamente riflettente avrebbe un’albedo uguale a 1 (100% riflessione), mentre uno perfettamente assorbente, che quindi non riflette affatto la luce, ha albedo pari a zero. Quindi un’albedo del terreno pari al 10% significa che, se l’irraggiamento solare ricevuto dal suolo è di 1 kilowatt, la quantità riflessa è 100 Watt.
La grandezza dell’albedo è determinata da diversi fattori, caratteristici della superficie a cui è riferito: il colore, prima di tutto, ma anche la rugosità, le sue irregolarità e la presenza di polveri o acqua.
A oggi l’albedo naturale del terreno negli impianti solari è compreso tra il 10% e il 30%, in linea con quello delle coperture vegetali. In particolari condizioni, però, questo valore può subire variazioni più o meno rilevanti: per esempio nel caso di copertura con neve può arrivare addirittura al 50%, mentre una certa variabilità risulta anche tra un terreno arato o compattato dalle piogge, come anche a seconda dell’inclinazione dei raggi solari e delle condizioni atmosferiche.
L’albedo dell’acqua invece è prossimo allo zero, quindi nel caso dei pannelli solari floating (galleggianti) che si stanno diffondendo a parziale copertura di vasche e piccoli bacini artificiali – con il vantaggio collaterale di ridurre l’evaporazione e conservare le risorse idriche – l’impiego dei moduli bifacciali è poco indicato.