Le piccole e medie imprese italiane stanno facendo sforzi minori rispetto alle grandi imprese per adottare pratiche di sostenibilità e responsabilità sociale. Recentemente, il Network italiano del Global Compact delle Nazioni Unite ha avviato un percorso chiamato ‘La sostenibilità per le piccole e medie imprese: sfide, strumenti e opportunità’ per aiutare queste imprese a potenziare le competenze in sostenibilità aziendale. Questo è particolarmente importante considerando che le PMI in Italia rappresentano una parte significativa del tessuto imprenditoriale, generando un’importante percentuale del fatturato del Paese. I dati dell’ISTAT mostrano che solo il 46,7% delle piccole imprese italiane si impegna attivamente in pratiche sostenibili, mentre le grandi imprese risultano molto più attive, con il 90,9% di loro che adotta azioni di sostenibilità. Anche la ricerca condotta da Ipsos e UNGCN Italia conferma che le imprese più grandi tendono ad essere più coinvolte nella lotta al cambiamento climatico. La Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) dell’Unione Europea, entrata in vigore di recente, renderà obbligatoria la rendicontazione sulla sostenibilità per le PMI quotate a partire dal 2027, evidenziando ulteriormente l’importanza di coinvolgere le PMI in queste pratiche. Inoltre, le piccole e medie imprese dovranno affrontare l’implementazione della Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDDD), che è stata approvata dal Parlamento europeo. Questa direttiva avrà l’obiettivo di garantire che le imprese, comprese le PMI, adottino una diligente attenzione alla sostenibilità lungo l’intera catena del valore. È chiaro che le PMI italiane dovranno concentrarsi sempre di più sulla sostenibilità e sulla responsabilità sociale per adeguarsi alle normative in evoluzione e rispondere alle esigenze del mercato e della società.