Il Consiglio di Stato dà ragione al Comune di Milano: in Area B e C i veicoli pesanti senza dispositivi di sicurezza potranno essere sottoposti a limitazioni della circolazione
Legambiente: “Vince il buon senso e la correttezza, Milano pioniera in una scelta di pubblico interesse che ora dovrà essere confermata dal governo. Un pensiero va alle vittime del tragico anno appena trascorso.”
Alla fine, Milano la spunta: il governo non può più ignorare l’ultimo grado di giudizio amministrativo espresso dal Consiglio di Stato che ha accolto il ricorso della città contro la cancellazione del TAR. I mezzi pesanti che entrano a Milano saranno meno pericolosi, ‘esportando’ inoltre gli stessi provvedimenti a tutela delle persone anche nelle città che ancora non se ne sono ancora dotate.
Torna quindi in effetto la delibera di Giunta 1260 del 21 settembre scorso, ma il Consiglio di Stato ha prescritto che “le apparecchiature di rilevamento della presenza di pedoni e ciclisti dovranno essere omologate e conformi alla normativa vigente, anche europea, applicabile”. Il messaggio principale è rivolto al governo nazionale, che dovrà mettere finalmente mano a un provvedimento inequivocabile, prendendo spunto dalle esperienze europee.
Il risultato della sentenza è tanto più opportuno quanto si pensi alla elevata cantierizzazione della città, dove ricadono novantaquattro interventi finanziati con fondi PNRR per quasi un miliardo di euro di valore, trecento milioni dei quali da spendere solo nel 2024, con oltre quaranta cantieri da aprire. Conciliare lo sviluppo economico con la sicurezza e la qualità della vita delle persone è una sfida che la città può vincere solo se le strade saranno in sicurezza.
“Una notizia incoraggiante, che sostiene il ricordo delle vittime delle recenti collisioni tra biciclette e mezzi pesanti sofferte dalla città,” commenta Federico Del Prete, responsabile mobilità e spazio pubblico di Legambiente Lombardia. “Adesso è il tempo della responsabilità di tutti, in primis del governo. Milano ha fatto la sua parte, ora tocca al parlamento dimostrare di non essere ideologico, ma di tutelare l’interesse pubblico.”