I risultati delle analisi termografiche di Legambiente mostrano inefficienze e dispersioni termiche negli edifici del quartiere Corvetto, partecipa anche il Politecnico di Milano con le sue termografie su Chiaravalle e Maciachini
Terza tappa per la nuova campagna di Legambiente e Kyoto Club #perunsaltodiclasse con un incontro dedicato ai decisori politici organizzato dalle due Associazioni a Milano presso il centro Legambiente di Cascina Nascosta, nel centro di Parco Sempione.
La pioggia ha impedito la ricognizione degli edifici eseguita in diretta con la stampa al seguito, ma la presentazione delle termografie eseguite in precedenza da Legambiente Lombardia ha offerto molti spunti per il dibattito alla presenza rappresentanti politici locali (Pierfrancesco Maran, assessore Casa e Piano quartieri e Francesca Cucchiara, consigliera comunale Europa Verde, Cristian Parolini, assessorato Ambiente e Verde), regionali (presenti Michela Palestra, consigliera regionale Patto Civico e Simone Negri, consigliere regionale PD) e nazionali, (Vinicio Peluffo deputato PD, capogruppo commissione Attività Economiche e Energia).
Presente anche il Dipartimento di Architettura e Studi Urbani (DAStU) del Politecnico di Milano con l’Ing. Andrea Sangalli. Il DAStU è impegnato a sua volta in un progetto di ricerca sul parco edilizio milanese con termocamere avanzate sia terrestri, sia montate su un drone. Le termografie DAStU sono state realizzate su edilizia residenziale pubblica di proprietà del Comune di Milano, dotata di retrofit termico profondo nei quartieri di Chiaravalle e Maciachini. In entrambi i casi, le termografie sono state messe a confronto con le immagini reali degli stessi edifici.
L’obiettivo era di “far toccare con mano” i principali problemi di un edificio ‘disperdente’, che portano ad un aggravio delle bollette energetiche oltre ad incidere in maniera importante sulle emissioni inquinanti e climalteranti.
La problematica più ricorrente rilevabile dalle termografie è quella dei cosiddetti ‘ponti termici’, ovvero dove l’energia termica passa più facilmente, tipicamente osservabili intorno agli infissi dei balconi e delle finestre.
“La transizione energetica ha un alleato fondamentale nella trasformazione del patrimonio edilizio,” commenta Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia. “Con la chiusura del Superbonus 110%, bisogna recuperare la fiducia in azioni sistemiche, trovando gli ambiti di applicazione che massimizzino l’impegno economico e il conseguente risparmio energetico. Milano, come tutta la Lombardia, ha un patrimonio edilizio formato per oltre il 50% da edifici in classe G e F. Un lavoro immenso da affrontare anche alla luce della direttiva sulle Case Green di prossima approvazione. Agire per una riqualificazione profonda degli stabili garantisce un risparmio energetico che può superare il 70%”
Le indagini termografiche rappresentano ad oggi la tecnica più rapida e flessibile per questo tipo di monitoraggi. Con l’utilizzo di una termocamera, infatti, vengono rilevate le variazioni di temperatura delle superfici degli oggetti, determinando ponti termici, inefficienze e dispersioni che rappresentano non solo un inutile spreco di energia termica, ma anche lo stato di non comfort abitativo, costringendo milioni di famiglie a spendere molto di più per riscaldare gli ambienti, portando i costi delle bollette a valori decisamente notevoli. Questo strumento, infatti, misura la radiazione infrarossa emessa dalle superfici inquadrate, che varia in base alla temperatura, e i risultati vengono presentati all’operatore come un’immagine di differenti colori, ciascuno dei quali rappresenta diverse temperature superficiali. Le termografie evidenziano una significativa dispersione di calore in diverse strutture, sia pubbliche sia private. Un fenomeno che contribuisce all’aumento dei consumi energetici e comporta un impatto negativo sull’ambiente: non a caso il patrimonio edilizio è uno dei principali settori responsabili delle emissioni climalteranti con la sua forte dipendenza dalle fonti fossili, con particolare riguardo al gas: oltre il 40% del gas fossile consumato nel nostro Paese, infatti, viene proprio dal settore edilizio.
Diverse le misure che potrebbero essere adottate a livello nazionale e locale per migliorare la situazione – ha dichiarato Katiuscia Eroe, Responsabile Energia Legambiente – a partire da una riforma degli incentivi del settore edilizio accessibili a tutti in base alle prestazioni e al reddito – solo nel 2022 si sono spesi oltre 17 miliardi di euro in sussidi ambientalmente dannosi tra la promozione di caldaie a gas e sconti di IVA che rendono il patrimonio edilizio vetusto e inefficiente – passando per l’isolamento termico negli edifici, incoraggiando l’installazione di materiali innovativi e sostenibili per ottenerlo, finestre ad alte prestazioni energetiche, fonti rinnovabili per decarbonizzare i sistemi di riscaldamento e raffrescamento, comunità energetiche e configurazioni di autoconsumo collettivo.
Il settore residenziale è secondo solamente a quello dei trasporti in termini di consumi finali di energia. L’Italia, dopo le modifiche al Superbonus e l’affossamento della cessione del credito, necessita di politiche incisive e accessibili alle famiglie a medio e basso reddito. L’approvazione della EED e la discussione di quella sulle Case Green, che non sta andando nella direzione sperata, rappresenterebbero non la soluzione al problema, ma un punto di partenza nel percorso di decarbonizzazione del nostro patrimonio edilizio, ancora altamente climalterante.
A livello nazionale gli obiettivi possono essere decisamente più ambiziosi: abbassare entro il 2030 i consumi degli edifici residenziali, riducendo al tempo stesso il loro impatto emissivo, e uscire definitivamente dalla dipendenza dal gas nel 2035. Nello studio “La decarbonizzazione dei sistemi di riscaldamento” condotto da Elemens per Legambiente e Kyoto Club, nel modello “Gas reduction 2030”, si va oltre gli obiettivi proposti dalla direttiva EED che stima per l’Italia una diminuzione di appena 6,1 miliardi di smc di gas fossile per il riscaldamento domestico rispetto ai consumi 2020, con una riduzione pari al solo 37% in meno. È importante che l’Italia riveda al rialzo gli obiettivi minimi di risparmio fissati dalla direttiva europea entrata in vigore a settembre 2023 per raggiungere almeno il 2% di riduzione annuo dei consumi nel 2024-2025 (+ 0,7% rispetto al limite europeo pari a 1,3%); il 3% nel 2026-2027 (il doppio di quanto stabilito dalla direttiva EED, pari ad 1,5%) ed il 4,5% nel 2028-2030 (+ 2,6 rispetto di quanto stabilito dalla direttiva EED, pari a 1,9%); occorre mettere in campo una serie di interventi strutturali non più rimandabili, eliminando incentivi e sussidi alle tecnologie a fonti fossili, migliorando gli strumenti di monitoraggio, modificando l’attuale sistema di detrazioni con l’introduzione di un sistema premiante proporzionale ai risultati ottenuti, e reintroducendo la cessione del credito per tutti gli interventi di miglioramento delle prestazioni energetiche. Inoltre, a partire dal 2025, è necessario vietare l’installazione di tecnologie che impiegano fonti fossili e introducendo un Fondo dedicato alle famiglie a medio e basso reddito per la copertura dei costi non sostenuti dal sistema incentivante.
Per un salto di classe è la nuova campagna di advocacy di Legambiente e Kyoto Club che nasce per sensibilizzare Amministratori politici nazionali, regionali e locali, cittadine e cittadini ma anche progettisti e condomini sull’importanza per il nostro Paese di avere una seria e lungimirante politica di riqualificazione energetica del patrimonio edilizio, a partire dalla decarbonizzazione dei sistemi di riscaldamento e raffrescamento e dalla riduzione delle emissioni di carbonio incorporato che caratterizza la filiera delle costruzioni e delle riqualificazioni edilizie.